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Violenza, una sintesi difficile

L’on. Ghizzoni risponde ai quesiti che la consigliera comunale Daniela De Pietri ha rivolto alla politica sul fenomeno della violenza contro le donne, dalle pagine del settimanale “La Voce” di Carpi. Ecco di seguito il testo del suo intervento

“In Italia e in Europa le donne tra i 15 e i 60 anni muoiono più per violenza che per incidenti o malattie. Quindi non è per distrazione o per sottovalutazione del problema se il disegno di legge Pollastrini non è ancora legge dello Stato. Anzi, si potrebbe dire, paradossalmente, che è per eccesso di attenzione e di soluzioni proposte se ancora oggi non abbiamo una legge dedicata. All’esame della Commissione Giustizia della Camera, infatti, ci sono ben sedici progetti di legge abbinati a quello governativo, che rappresentano i diversi approcci con i quali si presume di contrastare il fenomeno. La proposta del Governo – emendabile e pertanto perfettibile – attiene non soltanto ai profili repressivi e punitivi ma anche a quelli preventivi di natura socio-culturale e di sostegno della vittima e, per la prima volta in Italia, tutela l’orientamento sessuale; in essa la violenza di genere è la violenza perpetrata contro una vittima che si identifica in quanto appartenente ad un determinato genere o gruppo, quale può essere la donna, il bambino, l’anziano, l’omosessuale. Nel dibattito parlamentare, questo impianto è stato criticato da più versanti: da quanti vorrebbero assumere come principio ispiratore della norma il riconoscimento della soggettività femminile, poiché rifiutano ogni concezione della donna come soggetto debole, posto sullo stesso piano degli anziani, dei bambini e degli omossessuali; da coloro che riducono la violenza di genere ad un problema di ordine pubblico e di inasprimento delle pene, previa introduzione nel codice penale di nuove fattispecie di reato, quale la molestia insistente che diventa persecuzione (nota come stalking); da chi ritiene che la violenza e le aggressioni a sfondo sessuale siano imputabili alla diffusione sui media di immagini che suggeriscono comportamenti contrari alla morale pubblica.

Si tratta di punti di vista diversi, molto diversi, che rispecchiano i differenti orientamenti culturali presenti nella nostra società e che, ovviamente, potranno trovare una sintesi solo dopo molte discussioni, trattative e mediazioni. Nel frattempo, purtroppo, le donne – ma anche gli omosessuali, i bambini e gli anziani – continueranno a subire violenza e a morire. Ed è sulla scorta di tale consapevolezza che la Camera ha approvato lo stralcio, dalle proposte in discussione alla Commissione Giustizia, delle norme contro le molestie insistenti e la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale. Le forze politiche si sono trovate d’accordo nell’urgenza di contrastare sia lo stalking, che rappresenta il prologo al 50% delle violenze fisiche e sessuali, sia la mentalità omofobica, che beneficeranno di una procedura d’urgenza, poiché le norme saranno approvate direttamente in commissione Giustizia senza passare dall’aula.

Si tratta di un piccolo passo, assunto con grande senso di responsabilità, ma certo insufficiente per chi, vittima della cultura ancora oggi maschilista e sopraffattrice, paga quotidianamente prezzi altissimi alla violenza e all’intolleranza. Per questo motivo il 24 novembre a Roma dovremo essere in tante e in tanti (sperando che gli uomini comprendano finalmente che la violenza di genere è un LORO problema): non per sollecitare l’attenzione della politica, ma per incalzarla a trovare un punto di sintesi, alto e condiviso.