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«Precari da favola», di Massimo Gramellini

Questa è la storia più avvincente del mondo. Dieci ricercatori italiani hanno realizzato un telescopio rivoluzionario che la Nasa manderà in orbita mercoledì prossimo da Cape Canaveral.
A Houston lo chiamano Tiger Team, Squadra della Tigre: ragazze e ragazzi intorno ai 30 anni, laureati a Pisa in Fisica nucleare. Giovani, ottimisti, consapevoli di aver scelto un mestiere stupendo e di esportare la faccia sorridente dell’Italia. Il loro stipendio? 950 euro al mese.

Questa è la storia più avvilente del mondo. Un mondo dove un fisico nucleare che realizza telescopi per la Nasa guadagna 950 euro al mese, mentre quel manager telefonico che parlava per frasi fatte confondendo Waterloo con Austerlitz ne prende cento volte tanto. Il problema contro cui si sta inchiodando il liberismo è che non collega il salario al talento e all’impegno del lavoratore, ma alla commerciabilità del prodotto.

E’ giusto che i compensi li faccia il mercato. Ma in questo mercato senza regole prevalgono sempre le pulsioni più basse: sesso, calcio, tv, cellulari. Il fisico dei telescopi guadagna cento volte meno del manager dei telefonini o del centravanti della Nazionale perché voi e io usiamo i telefonini e guardiamo le partite della Nazionale, mentre dei telescopi non sappiamo che farcene.

Il giorno in cui quegli aggeggi servissero a scovare petrolio nel sistema solare o a rintracciare terzini sperduti nelle galassie, immediatamente il loro valore di mercato si impennerebbe, trascinando al rialzo anche lo stipendio del Tiger Team.

La Stampa

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