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Siamo medici, non siamo spie. Msf lancia un appello contro la Lega

Siamo medici, non siamo spie. Medici Senza Frontiere, l’organizzazione medico-umanitaria che dal 1971 presta soccorso ai malati di tutto il mondo, non ci sta a stare zitta di fronte all’ultima trovata della Lega. Come noto, i senatori del Carroccio hanno presentato un emendamento al pacchetto sicurezza in cui vorrebbero rendere obbligatoria per i medici la denuncia di eventuali pazienti clandestini. In sostanza, i leghisti vorrebbero sopprimere la norma del vecchio Testo Unico sull’immigrazione che sancisce il divieto di «segnalazione alle autorità» per il personale sanitario che si trovi a curare uomini e donne senza permesso di soggiorno.

Revocare questo divieto, come propone la Lega, significa in poche parole negare ai migranti il diritto alle cure e alla salute: nessuno straniero che si trovi illegalmente sul nostro territorio avrà più il coraggio di andare in un ospedale, considerandolo ormai l’equivalente di una caserma. Medici Senza Forntiere non esita a prospettare l’ipotesi di «una pericolosa marginalizzazione sanitaria di una fetta della popolazione straniera presente sul territorio, anche aumentando i fattori di rischio per la salute collettiva».

Per questo, Msf ha lanciato un appello in Rete in cui si chiede al Senato di fermare la follia leghista: all’appello hanno già aderito la Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri, la Federazione degli Infermieri e la Federazione delle Ostetriche, oltre a centinaia di associazioni della società civile. Lunedì è arrivata anche la firma del gruppo dei senatori del Pd, che il 3 febbraio vedranno arrivare in Aula proprio l’emendamento in questione. «Il Pd – spiega la capogruppo Anna Finocchiaro – crede nella Costituzione, che all’articolo 32 sancisce il diritto alla salute e alle cure per tutti, cittadini e non. Per questo – aggiunge – non si possono trasformare medici e infermieri in spie. I migranti che si accostano alla sanità pubblica hanno tutto il diritto di essere curati, a prescindere dalla loro condizione di clandestinità. Ciò tutela il loro fondamentale diritto alla salute e garantisce anche il più generale interesse della comunità alla salute collettiva. Di fatto dobbiamo purtroppo rilevare che il solo sospetto della denuncia ha fatto diminuire del 30 per cento il ricorso alle cure da parte degli immigrati, come ha denunciato Medici senza Frontiere. È una preoccupazione, questa, avanzata anche dall’Ordine dei medici. Auspichiamo un ravvedimento da parte della Lega. Ma se non ci fosse – conclude – daremo battaglia in Aula affinchè questo emendamento non venga approvato».

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