Mese: Aprile 2009

“Inglese potenziato, il Tar dice no”, di Carlo Forte

I giudici amministrativi del Lazio hanno bocciato l’anticipo della riforma deciso dalla Gelmini La circolare rende obbligatorio un regolamento non definitivo. L’inglese potenziato nella scuola media non s’ha da fare Per lo meno non prima che entri in vigore il regolamento che lo prevede. Il monito viene dal Tar del Lazio, che ha sospeso la circolare sulle iscrizioni alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado (4/2009) nella parte che prevede la sostituzione delle 2 ore della seconda lingua comunitaria con ulteriori due ore di inglese (ordinanza 1589, depositata il 7 aprile scorso). Il giudice amministrativo ha motivato il provvedimento spiegando che l’amministrazione non può anticipare con circolari ciò che è scritto nelle bozze di regolamento. Perché la circolare non è una fonte. Anche se si tratta di una prassi largamente utilizzata dall’amministrazione. Che di solito non attende che venga terminato l’iter di approvazione ed entrata in vigore dei regolamenti, per emanare le relative disposizioni agli uffici periferici. È il caso, per esempio, del decreto sugli organici. Che viene trasmesso ogni anno …

“Flessibili è meglio che precari”, di Salvo Barrano- archeologo e precario

Ricordando D’Antona Mercoledì 20 maggio ricorrerà il decennale dell’assassinio di Massimo D’Antona, il giuslavorista ammazzato dalle Brigate Rosse per aver sostenuto, con i testi e l’impegno politico-sindacale, un progetto di riforma del Paese, del welfare e del mercato del lavoro. D’Antona considerava fondamentale la ricerca di soluzioni che connotassero i partitidel centro sinistra, i sindacati e l’azione di governocome soggetti della trasformazione e dell’innovazione, spesso mettendo in guardia da posizionie impostazioni di mera conservazione dell’ esistente, pur sempre all’interno di invalicabili condizioni di tutela e dignità del lavoro. In questi anni però i Governi hanno colpevolmente svilito il percorso di trasformazione della pubblica amministrazione delineato da D’Antona, trascurando l’idea di allargare al privato le positive regole di rappresentanza positivamente avviate nel pubblico e tralasciando la creazione di un sistema di tutele e di sostegni per garantire una flessibilità corretta. Eppure, a dieci anni di distanza, anche per il venir meno della spinta riformatrice di due grandi giuslavoristi del valore di D’Antona e Biagi, ci ritroviamo di fronte ad una flessibilità del lavoro ancora incompiuta, attuata …

“Il governo toglie ai poveri per dare ai terremotati”, di Bianca Di Giovanni

Chi paga la ricostruzione in Abruzzo? Il ministro Giulio Tremonti si è vantato di non mettere le mani nelle tasche degli italiani. Come chiedeva Confindustria, nessuna nuova tassa: solo «risparmi» di spesa. Quale spesa? Naturalmente quella sociale, considerata dai liberisti (in incognito) un vero fardello per l’economia. Altro che risparmi: con la scusa di aiutare le vittime (del terremoto) si chiude l’ossigeno ad altre vittime, quelle dell’indigenza. Ben 300 milioni del «pacchetto» da un miliardo e mezzo per le spese immediate provengono infatti dal bonus famiglia. Se poi si aggiunge che è esattamente di 300 milioni il taglio al fondo sociale previsto dalla manovra, si comprende quanto i risparmi siano tutti orientati al basso. C’è un altro combinato disposto, poi, che rischia di trasformare l’operazione Abruzzo in una vera manovra in favore dei «protetti». Presentando le misure (oggi ancora sotto la lente degli uffici del Quirinale, che stanno districando una matassa «complessa» rivelano indiscrezioni), infatti, Tremonti non ha escluso l’eventualità di un’altra sanatoria fiscale: quella sul rientro dei capitali illegalmente esportati. Risorse frutto di riciclaggio, …

“La geografia delle nuove povertà”, di Massimo Mucchetti

Quanti sono i poveri in Italia? Come so­no cambiati? Esiste correlazione tra po­vertà e disuguaglianza? Che cosa fa lo Stato per contrastare la povertà? Gli economi­sti mettono le mani avanti: «Dipende da qual è la soglia di consumi al di sotto della quale si viene considerati poveri». E hanno ragio­ne. Già Carlo Cattaneo, nel 1839, scriveva sul Politecnico: «Un selvaggio si sdraja in una spelonca, va nudo alle intemperie, si nutre di ogni schifezza. Ma in seno alla civiltà, in mez­zo a campagne ridenti e città sfarzose e liete, il povero deve avere un tetto, qualche suppel­­lettile, un po’ di foco, un po’ di lume; e per essere accolto fra’ suoi simili alle opere della vita, deve mostrarsi vestito com’essi… Ora, il punto che divide questi gradi d’infortunio, varia per ogni paese, per ogni tempo, per ogni persona». La povertà ha i volti e le storie di uomini e donne che religiosi come padre Clemente Meriggi incontrano nell’emergenza. Dal con­vento dell’Angelicum, a metà strada tra la Stazione Centrale e il centro di Milano, i fra­ti …

“Medici sotto controllo. Una professione fuorilegge?”

 Forum all’Unità sulle norme che limitano e controllano il mestiere del medico. Intervengono Ignazio Marino Antonio Guglielmino Maurizio Marceca e Adriana Turriziani I rapporti tra una politica considerata troppo invasiva e i temi etici resi cruciali dalla velocità del progresso scientifico. Le difficoltà della professione sanitaria oggi in una società multirazziale, piena di paure, che una parte della politica cavalca per imporre nuove figure. Come il medico-spia, obbligato a denunciare i clandestini, o addirittura il “medico- assassino”, colui che, varato il ddl Calabrò, deciderà di staccare il sondino a un malato terminale. La scarsità, la disomogeneità territoriale e l’assenza di fondi per gli hospice in un Paese come l’Italia che pure punta a protrarre artificialmente la vita finché possibile. All’Unità ne abbiamo discusso con Ignazio Marino, senatore del Pd e chirurgo; Antonino Guglielmino, ginecologo esperto in riproduzione assistita; Adriana Turriziani, radioterapista oncologa ed esponente della Società Cure Palliative; Maurizio Marceca, medico epidemiologo e della Sanità pubblica. L’analisi di quattro tematiche – il biotestamento, la Legge 40, l’obbligo di denuncia dei clandestini per i medici, lo …

Più forti in Europa, più forti contro la crisi

Franceschini conclude il viaggio di Un treno per l”Europa e invita Berlusconi a promettere di “non cambiare mai più la Costituzione a colpi di maggioranza” “Bisogna ricordare l’importanza di questo voto, l’importanza del Parlamento Europeo”. Dario Franceschini si rivolge ai 400 ragazzi del Treno per l’Europa, e alle centinaia di persone riunite nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia, con un invito: ricordare a tutti che grazie all’Europa, a un’Europa più forte, è possibile uscire dalla crisi. UE. “Spesso, si teme di caratterizzare il nostro partito in senso troppo ‘europeista’ – dice Franceschini alla platea, in cui è presenta anche il sindaco di Venezia Massimo Cacciari – Invece io penso che dobbiamo avere il coraggio di impugnare il tema dell’Europa.” Cioè basta con l’idea che l’Unione Europea costituisca un limite o un ingombro. Si tratta, piuttosto, di “un’opportunità”. Il segretario del PD ne è convinto e ricorda come l’euro, nonostante le aspre critiche che gli sono state rivolte, abbia permesso all’Italia di evitare una situazione peggiore di quella che sta vivendo ora. Una …

“Se scompare la liberazione”, di Adriano Prosperi

E così scomparirà forse dal vocabolario delle feste nazionali la parola “Liberazione”. A partire dal 25 aprile 2009, da quella che sarà stata (forse) l´ultima Festa della Liberazione, la sostituirà un´altra parola, solo in apparenza simile: “Libertà”. Un mutamento che sembra del tutto naturale, di fatto già avvenuto, come bere un bicchier d´acqua, come trovare la definizione adatta per riempire le caselle di un gioco di parole incrociate. Una piccolissima modifica, una roba da niente. Tanto piccola e innocua che questo mutamento di fatto è come se fosse già avvenuto. Del resto, l´accoglienza è stata benevola, perfino un po´ distratta. Una parola, nient´altro. I pochi, prevedibili dissensi sanno più di blando rimpianto per la dipartita di un vecchio amico di famiglia che di lotta per difendere valori non negoziabili. Nel consenso si avverte un respiro di sollievo, come quello a cui dà voce un editoriale sul Corriere della Sera di ieri. È – vi si legge – «una ferita che si chiude». C´era dunque una ferita: la parola “Liberazione” la teneva aperta, la parola “Libertà” …