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Basta morti sul lavoro!

È successo ancora, stavolta in Sardegna dove tre operai sono morti all’interno degli impianti della raffineria Saras a Sarroch in provicnia di Cagliari. L’incidente è avvenuto poco dopo le 14, in un impianto di desolforazione (Nh51) e i tre operai sarebbero morti per intossicazione da azoto, che è letale in pochi minuti.

Il primo operaio si sente male intorno alle 13.30, un altro chiede aiuto ai due rimasti all’esterno: tutti entrano nella cisterna, ma solo uno ne esce vivo mentre gli altri tre muoiono per le esalazioni tossiche sprigionatesi dai residui delle lavorazioni.
Una dinamica che troppe volte si ripete in Italia e quando intervengono i medici del 118 per i tre operai non c’era più niente da fare.
Le vittime sono tutte di Villa San Pietro (Cagliari), piccolo paese confinante con Sarroch dove si trovano gli impianti della Saras. Sono Daniele Melis, di 26 anni, Luigi Solinas, di 27, e Bruno Muntoni, di 52. Quest’ultimo era sposato e padre di tre figli. Erano dipendenti della ditta esterna Comesa arl. La Comesa, gruppo costituito nel 1998 dalla confluenza tra la Sarcomi spa e la Comes srl, conta circa 170 dipendenti e opera nel settore di carpenteria metallica e manutenzione di impianti industriali.

Dario Franceschini ha dichiarato: “Il tragico incidente avvenuto negli stabilimenti della Saras ci colpisce duramente. A nome mio e di tutto il Partito Democratico esprimo profondo cordoglio e vicinanza alle famiglie degli operai morti nell’incidente. Perdere la vita esercitando un proprio diritto è una cosa inaccettabile: ora è necessario che sia accertata con rapidità la causa e le eventuali responsabilità. Quanto accaduto deve spingere a tenere alta la guardia sulla sicurezza sul lavoro che deve essere un tema sempre al centro dell’attenzione della politica e del legislatore. Soprattutto oggi, quando la morsa della crisi si fa sentire con maggior forza e cresce il rischio di uno scambio tra le tutele sul lavoro con la possibilità di lavorare, è necessario chiedere a gran voce più controlli e più rigore”.
Toni simili a quelli del segretario da Pierluigi Bersani, responsabile Economia del partito: “C’è chi perde il lavoro e c’è chi perde la vita sul lavoro. Questa è la realtà drammatica a cui ci richiama la tragedia di oggi. Non possiamo che ripeterci: è intollerabile che si muoia lavorando. Quel che si è fatto non basta, bisogna fare di più”.

Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa la notizia ha espresso ai familiari delle vittime la sua vicinanza e il suo cordoglio a nome di tutto il Paese. Per il PD sardo ha parlato il commissario Achille Passoni: “Un’immensa tragedia che accresce il già lunghissimo elenco delle morti bianche. Occorre fare piena luce su quanto accaduto e individuare priorità e porre le condizioni perché questi episodi non possano ripetersi e la lunga catena di morti bianche possa essere spezzata”.

Senatori PD: approvare il Testo Unico voluto dal Governo Prodi.Sempre oggi “un agricoltore è morto a Lanciano – ci ricordano i senatori del Pd Paolo Nerozzi, vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli incidenti e sulle morti sul lavoro, e Giorgio Roilo, capogruppo in Commissione Lavoro – è vergognoso che si debba assistere quasi quotidianamente a quella che ormai rappresenta una strage. Il ministro Sacconi, in questi mesi, davanti alle tante morti sui luoghi di lavoro che disgraziatamente si sono succedute, ha più volte assicurato un repentino varo di nuove norme per garantire la sicurezza dei luoghi sul lavoro. Dell’ambizioso piano più volte annunciato abbiamo visto proporre solo misure volte a deresponsabilizzare i datori di lavoro, abbassare le tutele per i lavoratori e, sostanzialmente, a tagliare le risorse indispensabili per la formazione e per le ispezioni del Ministero. Intanto le persone continuano a morire di lavoro. Il PD – concludono i senatori – lancia oggi un appello a Sacconi e, nella convinzione che in questo campo il governo e la sua maggioranza non abbiano messo in campo lo sforzo necessario per arginare il fenomeno tragico e quotidiano, chiede di evitare i grandi e vacui annunci e applicare integralmente il Testo Unico approvato dal governo Prodi”.

Il governo riferisca alla Camera. È la richiesta di Paolo Fadda, deputato del Pd: “Il governo riferisca alla Camera al più presto sulle cause che hanno determinato la terribile scomparsa di tre persone – ha detto Fadda. Purtroppo, gli incidenti mortali sul lavoro continuano ad essere di drammatica attualità e perciò non possiamo mai dimenticare le parole del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che in occasione dello scorso 1 maggio ha sottolineato la necessità di un più forte impegno a non abbassare in alcun modo la guardia su questo versante sempre cruciale”.

E se la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia si dice vicina alle famiglie delle vittime Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato per mercoledì uno sciopero di otto ore, l’intera giornata lavorativa, nello stabilimento Saras. Dalle 6 i lavoratori dell’area industriale, circa 3.000 persone, aderenti alle tre sigle sindacali si asterranno dalle attività. Come preannunciato da Nicola Marongiu, segretario della Camera del lavoro di Cagliari, lo sciopero riguarderà tutte le categorie operanti nella zona: chimici, metalmeccanici ed edili. “Non sappiamo se l’accumulatore dove i tre operai sono morti fosse stato bonificato – spiega – certo, il gas che li ha uccisi non doveva essere presente al momento del loro ingresso della zona di accumulo, dove si svolge un particolare tipo di lavorazione sul gasolio”.
“La raffineria è un luogo ad alto rischio, non è prima volta che succedono incidenti mortali, ma mai erano stati di questa gravità. È un incidente gravissimo – ha detto il segretario generale della Cgil sarda, Enzo Costa – ma nessuno parli di fatalità, la pericolosità del sito era ampiamente nota”.

www.partitodemocratico.it, 27 maggio 2009