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Bastico e Ghizzoni: “Istituti tecnici, scompare l’innovazione e restano i tagli”

La parlamentari Mariangela Bastico e Manuela Ghizzoni, in merito all’approvazione del regolamento che ridisegnerà gli istituti tecnici e professionali, attaccano duramente il ministro Gelmini e il governo: “Nella nostra provincia potrebbero essere a rischio 149 cattedre”.

«La Gelmini compie un nuovo ‘blitz’ contro la scuola, gli studenti e gli insegnanti. Dopo aver annunciato, colpita da improvviso buon senso, di rinviare l’approvazione del regolamento che ridisegnerà istituti tecnici e professionali anche alla luce del nuovo assetto dei licei, il Ministro all’Istruzione ha probabilmente ‘obbedito’ all’ordine di Tremonti. Il regolamento è stato approvato questa mattina dal Consiglio dei Ministri e riconferma l’idea che il centrodestra ha della scuola: un salvadanaio da rompere per recuperare moneta. Peccato che ai nostri figli, agli insegnanti e al futuro di questo Paese resteranno solo i cocci. La Gelmini intende riformare gli istituti tecnici – istituzioni scolastiche fondamentali per la realtà modenese – con l’unico obiettivo di tagliare: gli indirizzi; il monte ore; le ore di laboratorio; le cattedre, gli insegnanti e il personale ATA. Solo per gli istituti tecnici della provincia di Modena potrebbero cadere 149 cattedre. Annunciano tagli nascondendoli sotto la parola ‘riforma’, con furbizia non svelano prima delle elezioni di giugno chi dovrà pagare per questi tagli: quante e quali cattedre salteranno? Quali saranno le materie che vedranno cancellate le loro ore?

Tutto questo, come da prassi, senza aver coinvolto Regioni, autonomie locali e forze parlamentari. Gli studenti che usciranno dagli istituti tecnici e professionali nell’arco di questi cinque anni non avranno acquisito quelle competenze che i loro ‘fratelli maggiori’ hanno potuto invece assimilare. Il governo Prodi e la Commissione De Toni si sono invece impegnati e spesi per riconsegnare il giusto valore agli istituti tecnici, basando la riforma sull’innovazione didattica, sui profili in uscita e sulla competenza. Il Governo Berlusconi sta ‘rubando’ il futuro professionale dei ragazzi che oggi hanno tra i 14 e i 18 anni, visto che la riforma scatterà nell’anno scolastico 2010/11 e colpirà tutte le classi superiori. Quando la crisi economica sarà speriamo superata, quando le imprese modenesi chiederanno di rilanciarsi e assumere personale preparato la scuola non sarà in grado di dare risposta. Il Partito democratico ritiene giusta e necessaria la strada che gli altri Paesi europei hanno intrapreso, quella di investire sulla scuola e in particolare su quella tecnica e professionale: servono più ore di laboratorio; più insegnanti preparati; percorsi mirati e una didattica del ‘fare’. La riforma dell’istruzione tecnica è tema troppo rilevante per la nostra città per essere classificata nella categoria “manovre per il risparmio”».

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