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“Fabbrica Razzismo”, di Rachele Golinelli

I fatti, le notizie e la costruzione della paura
Da Erba alla Caffarella a Ponticelli: un’analisi di 319 casi di ordinaria xenofobia così come li hanno rappresentati i media. Tra distorsioni, pregiudizi e falsi allarmi che trasformano l’immigrazione in problema criminale da affrontare solo con la repressione.

Andare contro la marea montante, quasi un’onda anomala, del razzismo, è faticoso. E fatica, mesi di lavoro, ci sono voluti per produrre il primo libro bianco sul razzismo in Italia. Un’opera collettiva a cui hanno partecipato professori universitari, magistrati, esperti di legislazione europea, messi insieme dalla ong Lunaria. «Siamo partiti dai fatti», ha spiegato la vicepresidente Grazia Naletto, presentando il volume, disponibile online sul sito dell’associazione (www.lunaria.org). E i fatti sono stati presi dalla stampa. Si tratta perciò di un poderoso lavoro di analisi critica di tutti i media, dalla tv ai quotidiani locali, dai siti alle agenzie di stampa. Alla ricerca dei meccanismi con cui si crea e si amplifica il razzismo fino a farlo diventare pervasivo nell’intera società. Meccanismi che agiscono spesso con l’inconsapevolezza o semi consapevolezza degli attori, in questo caso i giornalisti. «Non abbiamo alcun intento di criminalizzare i mezzi d’informazione», chiarisce Naletto. Casomai, spiega, stimolare una maggiore consapevolezza da parte degli operatori dell’informazione dei danni che la cattiva narrazione può produrre alimentando allarmi inesistenti e pregiudizi privi di fondamento. Miti negativi che spesso la politica invece di contrastare, utilizza per darsi visibilità e rafforzarsi. Con il risultato di ingigantire il rischio di una deriva anche legislativa.
Per scardinare questo circolo vizioso che si autoalimenta, sono stati perciò passati in rassegna i fatti e la loro rappresentazione nell’opinione pubblica in un lasso di tempo compreso tra il 1° gennaio 2007 e il 15 aprile 2009. Sono stati presi in esame 319 casi di «ordinario razzismo», smontati e ricostruiti nella verità dei fatti, ripuliti dell’apparato retorico e ricondotti su un piano di realtà. In più è stato fatto un lavoro più intenso e concentrato su otto principali casi di cronoca che hanno impegnato le prime pagine e le notizie di testa dei tg per mesi: la strage di Erba, l’uccisione nella metro di Roma di Vanessa Russo, l’omicidio di Giovanna Reggiani, il pogrom di rom a Ponticelli, l’uccisione a Milano di Abdul Guibre, la violenza subita a Parma da Emmanuel Bonsu, l’aggressione di Navtej Singh su una panchina in una stazione ferroviaria a Nettuno, lo stupro nel parco della Caffarella.
Non si tratta in effetti di una ricerca fatta di numeri e statistiche. Ma di una analisi qualitativa di un fenomeno – il razzismo – e delle sue declinazioni. L’indagine è quindi di linguaggio, sociologica, oltre che giuridica e etnologica. Si vuole dare un contributo alla decostruzione di un apparato simbolico che concepisce l’immigrazione solo come problema e problema non più sociale ma criminale. Nel tentativo di scardinare la legittimazione popolare di quella che si sta sedimentando come una legislazione speciale riservata ai migranti, che siano dotati o sprovvisti di documenti che attestino il loro arrivo in Italia tramite canali ufficiali o più facilmente il loro percorso di regolarizzazione e inserimento lavorativo.
Come può essere ultizzato il Libro bianco sul razzismo in Italia? Sicuramente anche nellle intenzioni degli autori potrebbe essere utilizzato nelle scuole, come testo base per un lavoro che deve essere comunque aggiornato e continuato. Perchè insegna appunto a leggere i contenuti dei giornali e dei telegiornali, notizie ma anche editoriali, sondaggi e interviste con l’esperto di turno, senza «bersi» ogni approccio in modo acritico. Un modo meno pubblicitario e più serio di far entrare la carta stampata in classe.
E poi potrebbe essere utilizzato da traccia per le scuole e i corsi universitari di giornalismo. Per creare nelle nuove leve di cronisti di nera una consapevolezza deontologica rispetta al tema dell’immigrazione. Tra l’altro la cronaca nera nella televisioni, come dimostra una ricerca dell’Osservatorio di Pavia citato nell’apparato critico del libro bianco, sta sempre più conquistando spazi di informazione sia nelle reti private che in quelle pubbliche. In questi ultimi due anni dal 40 al 60 % di tutte le notizie pubblicate o trasmesse in Italia sono da considerare legate alla problematica dell’immigrazione e dell’emergenza sicuritaria, hanno calcolato gli autori. Mentre tra i protagonisti delle storie di razzismo quotidiano, sia nel ruolo di attori che in quelle di vittime, ci sono essenzialmente i giovani. Il futuro. E per usare una citazione del libro: «Non bisogna dare per scontato che i discorsi siano privi di conseguenze».

L’Unità, 18 giugno 2009