Mese: Settembre 2009

“Così sfuma il sogno del posto fisso”, di Carlo Forte

I docenti precari che speravano di passare di ruolo ricorrendo al giudice possono metterci una pietra sopra. Idem per coloro che hanno un ricorso pendente per ottenere aumenti di stipendio legati all’anzianità di servizio. La pietra tombale su queste aspettative è stata messa dal governo con il decreto legge 134/2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 25 settembre scorso, che riportata la norma salva-precari espunta dal decreto legge Ronchi. La presidenza della repubblica contestava l’estranietà della norma sulla scuola rispetto alla materia del dl comunitario e così il governo ha fatto ricorso a un autonomo dl. Questo dispone un’integrazione alla legge 124/99 che suona più o meno così: niente stabilizzazione del rapporto di lavoro dopo 36 mesi e niente scatti di anzianità. E per contro: stipendio fermo al livello minimo (anche dopo vent’anni di servizio) e quando finisce il contratto chi si è visto si è visto. Vanno in fumo, quindi, le speranze di tanti precari che avevano avviato ricorsi davanti al giudice facendo leva su quanto previsto dal decreto legislativo 368/2001, il quale dispone che, …

“Non è una scuola per giovani”, di Franco Bastianini

Non decolla il ringiovanimento della categoria dei docenti delle scuole statali nonostante il recente blocco di neoassunzioni e i pesanti pensionamenti. E così continua ad aumentare l’età anagrafica media dei docenti titolari di un contratto a tempo indeterminato, in assenza di una politica contcreta di svecchaiemnto della scuola, che pure il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, aveva promesso. È quanto si ricava da una ricerca condotta da Azienda Scuola i cui sono state prese in esame l’età anagrafica dei docenti che risultano titolari di contratto a tempo indeterminato nell’anno scolastico 2009/2010 e quella dei docenti titolari registrati nel precedente anno scolastico. Dal 1° settembre 2009 oltre 34 mila dipendenti, di età compresa tra 58 e oltre 65 anni, sono cessati dal servizio per raggiunti limiti di età, per compiuto quarantennio di servizio e per dimissioni volontarie. Sono stati 8 mila invece gli assunti ex novo con un contratto a tempo indeterminato. I criteri della ricerca Gli autori della ricerca hanno preso in esame, quali elementi di partenza, i dati ufficiali relativi al numero dei docenti titolari …

“Rodotà: ‘Il pluralismo dell’informazione è in pericolo'”, di Altero Frigerio e Paolo Serventi Longhi

Vi sono molte buone ragioni per partecipare alla manifestazione nazionale per la libertà di informazione indetta dalla federazione della stampa per sabato 3 ottobre e alla quale hanno aderito decine di sindacati, associazioni e movimenti come la Cgil, Articolo 21, l’Arci e le Acli. Così come ci sono i motivi per aderire all’appello scritto per Repubblica da tre giuristi del calibro di Franco Cordero, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky. “Se è vero – esordisce il professor Rodotà che ci riceve nella sua bella casa nel cuore del ghetto ebraico a Roma – che il 69,3 per cento dei cittadini forma la propria opinione in base a quello che vede e ascolta dai tg, è evidente a tutti che chi controlla i telegiornali è in grado di condizionare pesantemente l’opinione pubblica. È stato lo stesso presidente del Consiglio, in Tunisia, a inaugurare un suo canale affermando che la televisione è il mezzo più potente”. Rassegna Partiamo dal conflitto d’interessi. Rodotà È una storia molto lunga, non possiamo dimenticare come nasce l’impero televisivo di Berlusconi. Ero in …

“Il ragazzo che non aveva parole”, di Bruno Ugolini

E’ uno dei tanti provvedimenti del governo di centrodestra. Passano inosservati per molti. Non per le vittime predestinate. Sono in questo caso i disabili, persone affette da malattie che però non impediscono loro di prestare un’opera preziosa in diverse mansioni. Il decreto Tremonti cosiddetto anticrisi blocca ora, non le esose rendite finanziarie bensì la possibile assunzione dei disabili nelle pubbliche amministrazioni. Addosso ai deboli, insomma. Il caso lo denuncia in una e-mail Umberto Brancia. È il padre di Marco un ragazzo disabile che ha saputo combattere e rifarsi una vita. Con papà ha scritto un libro («Non avevo le parole», Città Aperta) e attivato un blog: http://nonavevoleparole.blogspot.com. Il decreto, annota, «comprometterebbe la possibilità di inserimento al lavoro di tanti giovani che hanno superato l’handicap in un difficile percorso di riabilitazione, nella prospettiva di una piena integrazione nella società». La Funzione pubblica Cgil è mobilitata. Un emendamento al comma 7 dell’articolo 17 del decreto anticrisi è stato presentato al Senato da quattro senatori del Pd Achille Passoni, Vidmer Mercatali, Giuliano Barbolini e Giorgio Roilo. La storia …

“I consigli di Eco alle matricole”

«SE ora, come vuole la riforma, ad un esame dovete studiare cento pagine, voi studiatene trecento. Andate contro la legge. Perché alla fine della fiera ci sarà un dieci per cento di voi che avrà lavorato e sarà l´élite. Gli altri, che avranno seguito la legge, saranno dottori al parcheggio». Umberto Eco sprona oltre duecento matricole attonite al primo giorno di benvenuto al corso di Scienze di comunicazione all´università di Bologna. Quel corso che il semiologo ha fondato nel 1992 e che ora lo riporta in cattedra. A dare consigli. Quattro generazioni di matricole dopo: facce da liceali, smarrite al primo giorno, abituate a farsi portare per mano. Il discorso muove a braccio. Dalla “sua” università – la laurea in Filosofia a Torino dal 1950 al ‘54, i diciotto esami “abbastanza duri”, i corsi monografici e classici come “Essere e tempo” da leggere in più – ai corsi di oggi con esami da cento pagine. «Vi assicuro che nessuno è mai morto per la fatica, a 24 anni si può fare, si hanno tanti neuroni …

Chieda scusa. Lo show delle bugie

“Si vergogni l’opposizione che inneggia a -6”, con allusione alle scritte comparse sui muri di Milano che ricordavano i sei parà rimasti uccisi nell’attentato di Kabul “un’opposizione che brucia in piazza le sagome dei nostri soldati, che inneggia a -6 è inaccettabile. Vergogna, vergogna, vergogna – urla – In Afghanistan ci siamo e ci staremo perché abbiamo il dovere di costruire la democrazia, altrimenti le conseguenze ricadrebbero su tutti noi”. Pensavamo fosse Sabina Guzzanti in una delle sue imitazioni più riuscite, invece era davvero Silvio Berlusconi a parlare ieri alla festa del PDL con critiche che riguardano più la Lega che di ritiro che il PD… Un attacco sconcertante che costringe il capo dello stato, Giorgio Napolitano, a fare chiarezza: “Posso confermare che ho sempre messo in luce l’importanza del larghissimo sostegno dell’opinione pubblica e delle forze politiche all’impegno di militari italiani in missioni di pace all’estero, condiviso dalle forze fondamentali dell’opposizione – scrive Napolitano in una nota – Questo sostegno, di cui sono state parte integrante le forze fondamentali dell’opposizione, anche in occasione di …

“Lo scudo e l’utilizzatore finale”, di Massimo Giannini

Era prevedibile. Il “turbo Fleres” ha messo le ali allo scudo fiscale. È bastato l’emendamento dell’apposito “peone” di turno (ora tocca all’eroico Salvo Fleres, come due legislature fa toccò agli ineffabili Carrara e Cirielli, Cirami e Pittelli, Anedda e Nitto Palma) e l’ennesima “legge vergogna” è già un successo. L’estensione dei benefici del rientro dei capitali dall’estero al falso in bilancio e ad altri reati di natura tributaria ha fatto letteralmente esplodere, in pochissimi giorni, le richieste di consulenza a banche e società fiduciarie. Tutti si affrettano alla grande abbuffata. A questo punto, gli obiettivi fissati dal Tesoro diventano possibili. Un flusso di ritorno pari a 100 miliardi di euro. Un gettito per l’erario pari a circa 5 miliardi di euro. Un bel gruzzolo per gli intermediari finanziari, in termini di spese e di commissioni. Un “tesoretto” insperato per imprenditori e professionisti, riciclatori ed evasori. Alla faccia degli italiani onesti, si consuma un altro colpo di spugna. “Amnistia mascherata”, l’hanno definita alcuni magistrati. Si sbagliano. Qui di mascherato non c’è proprio niente. In un Paese …