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APRI, AIR e VIA scrivono al Presidente della Repubblica sulle risorse per i ricercatori

Illustre Presidente,
gli ultimi eventi accaduti al Senato, con il blocco dei fondi (già stanziati) a favore dei giovani ricercatori, ci spingono a scrivere a Lei che già in passato ha mostrato grande attenzione e sensibilità nei confronti della Ricerca.
L’Italia è ormai la cenerentola d’Europa per quanto riguarda gli investimenti in Università e Ricerca.
Per questo ci appare ancor più inaccettabile quanto accaduto durante la discussione sulla legge Finanziaria
in Senato. Il Governo Prodi aveva stanziato nella Finanziaria 2007 una dotazione di 140ml di euro in tre
anni: 20ml per l’anno 2007, 40ml per il 2008 e 80ml per il 2009, finalizzati ad un reclutamento straordinario dei ricercatori a tempo indeterminato nelle nostre università. Entro la fine di ogni anno occorre un provvedimento tecnico per “sbloccare” tali fondi. Questo è accaduto, via decreto-legge, nel 2007 (Governo Prodi) e nel 2008 (Governo Berlusconi). Quest’anno è stata scelta la via di un emendamento in Finanziaria, presentato dal Presidente Possa e sostenuto da quasi tutti i gruppi parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione. Tuttavia, contro ogni previsione, il rappresentante del Governo ha espresso parere contrario all’approvazione dell’emendamento, chiedendo che venisse trasformato in ordine del giorno, in quanto «vi sarebbero problemi di copertura finanziaria». Problemi che, ovviamente, non ci sono, così come non c’erano nel 2007 e nel 2008, e come del resto ha prontamente sottolineato nella sua replica il Sen. Possa.
Invece, dopo due “accantonamenti”, l’emendamento è stato ritirato e sottratto al voto del Parlamento, causando il congelamento degli 80ml di euro che, è bene ricordarlo, sono già stanziati e disponibili sul bilancio del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.
Dopo un anno di blocco dei concorsi, questi fondi sono vitali per il corretto funzionamento di base del sistema, e costituiscono l’ultima chance per una generazione di giovani ricercatori prima dell’emigrazione
da un Paese incapace di valorizzare i propri talenti. Il blocco aggrava il quadro di riordino dell’Università anziché rendere la transizione sostenibile.
Le dichiarazioni del Ministro Gelmini, peraltro, ci appaiono in contrasto rispetto a quanto è stato detto in Assemblea al Senato. Per questo Le chiediamo di intervenire per sensibilizzare tutte le istituzioni –
Governo, Ministero dell’Università, Camera, Senato – affinché si tenti ogni possibile soluzione per sbloccare
questi fondi. Per esempio, tramite un apposito decreto-legge, come è stato fatto lo scorso anno e due anni
fa, oppure con un emendamento in Finanziaria alla Camera dei Deputati. A tale proposito, sono di questi
giorni le dichiarazioni del Presidente Fini, il quale, definendo la fuga dei cervelli come «segno del decadimento nazionale», ha invitato a «investire sulla ricerca a partire da questa Finanziaria».
Signor Presidente, confidiamo sinceramente in un Suo appello volto a non infliggere un altro, ulteriore colpo ai nostri ricercatori, nell’indifferenza generale.
Nel ringraziarLa dell’attenzione che vorrà concederci, Le porgiamo i nostri più rispettosi saluti.

APRI – Associazione dei Precari della Ricerca Italiani
AIR – Associazione Italiana per la Ricerca
Via-Academy – Italian Scientists and Scholars in UK