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2009, dodici buone notizie da Amnesty international

La storica Ong che si batte per i diritti umani pubblica i risultati di un anno di lavoro. Ecco l’elenco dei fatti più significativi. Dall’abolizione della pena di morte in Burundi al rilascio dei civili tamil in Sri Lanka.
Pena di morte Ghana Il 9 gennaio 2009 Il presidente uscente John Kuffour, ha commutato tutte le condanne a morte. Secondo i dati di Amnesty international, il provvedimento ha riguardato 108 prigionieri in attesa di esecuzione, 105 uomini e tre donne. L’ultima esecuzione nel paese aveva avuto luogo nel 1993.

26 febbraio
Giustizia internazionale Kosovo/Serbia Il 26 febbraio 2009 il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia ha emesso cinque condanne nei confronti di altrettante persone giudicate colpevoli di crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi nell’allora provincia serba del Kosovo, nel 1999. L’ex vice primo ministro jugoslavo Nikola Sainovic, il generale dell’esercito jugoslavo Nebojsa Pavkovic e l’ufficiale della polizia serba Sreten Lukiv sono stati condannati a 22 anni, mentre Vladimir Lazarevic e Dragoljub Ojdanic, rispettivamente generale e capo di stato maggiore dell’esercito jugoslavo, sono stati condannati a 15 anni

16 marzo
Campagna “Mai più violenza sulle donne” Messico Dopo una campagna condotta per molti mesi da Amnesty international e dalle organizzazioni locali per i diritti umani, il 16 marzo 2009 è entrata in vigore la direttiva Nom-046-SS A2-2005 che prevede, tra l’altro, accesso legale e sicuro all’interruzione di gravidanza per le donne vittime di violenza sessuale. 24 aprile Pena di morte Burundi Il 24 aprile 2009, a seguito dell’introduzione del nuovo Codice penale, il Burundi è diventato il 93mo paese abolizionista per tutti i reati. L’ultima esecuzione nel paese africano aveva avuto luogo nel 1997.

11 maggio
Prigionieri di coscienza Iran Roxana Saberi, la giornalista irano-statunitense condannata in primo grado a otto anni di carcere per «spionaggio in favore di un Paese ostile», è stata liberata l’11 maggio 2009 dopo che una corte d’appello ha commutato l’imputazione in «possesso di materiale riservato», emettendo una condanna a due anni di carcere con pena sospesa. Amnesty International aveva lanciato un appello per la scarcerazione di Saberi all’indomani del primo verdetto, il 18 aprile.

23 giugno
Pena di morte Togo Il 23 giugno 2009 l’Assemblea nazionale ha votato all’unanimità in favore dell’abolizione della pena di morte. Il Togo diventa così il 15mo stato africano abolizionista, il 94mo a livello mondiale. «Questo Paese ha deciso di istituire un sistema giudiziario sano, che riduce il rischio di errori giudiziari e garantisce i diritti delle persone», ha commentato il ministro della Giustizia Kokou Tozoun. «Questo nuovo sistema non è più compatibile con un Codice penale che mantiene la pena di morte e concede all’autorità giudiziaria un potere assoluto, con conseguenze irrevocabili ».

1 luglio
Diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender India Il primo luglio 2009 l’Alta corte di Delhi ha decriminalizzato l’omosessualità. Secondo Amnesty international, che insieme alle organizzazioni locali per i diritti umani aveva svolto una lunga campagna per questo obiettivo, la sentenza è un deciso passo avanti per assicurare che in India sia possibile esprimere il proprio orientamento sessuale e l’identità di genere senza timore di subire discriminazioni. La sentenza dell’Alta corte ha annullato, definendola discriminatoria e «contraria alla moralità costituzionale», una norma britannica risalente al periodo coloniale che proibiva relazioni sessuali consensuali tra persone dello stesso sesso, definite «rapporti carnali contro l’ordine naturale». La legge è stata usata per colpire l’azione degli organismi impegnati nella prevenzione dell’Hiv/Aids.

7 agosto
Impunità Brasile/Uruguay Il 7 agosto 2009 la corte suprema brasiliana ha autorizzato l’estradizione in Argentina del colonnello uruguayano Luis Cordero Piacentini, che deve rispondere della scomparsa di cittadini argentini e uruguayani (tra cui il neonato Adalberto Soba Fernandez, sequestrato a venti giorni dalla nascita e successivamente dato in adozione illegale) nel contesto del “Piano Condor”. La massima corte brasiliana ha accolto la richiesta della magistratura argentina, che sta indagando su una serie di crimini commessi in un centro di detenzione clandestino conosciuto come “Concessionaria Orletti”, un autosalone della capitale Buenos Aires attivo negli anni della dittatura. Il “Piano Condor” fu un’operazione coordinata tra i governi militari di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Uruguay e Paraguay destinata a eliminare esponenti dell’opposizione politica negli anni ‘70 e ‘80.

29 settembre
Diritti economici, sociali e culturali Nazioni unite All’indomani dell’apertura alla firma del Protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, avvenuta il 24 settembre 2009, 28 stati hanno già firmato il testo. Tra questi figura l’Italia, cui la sezione italiana di Amnesty International aveva chiesto di firmare il protocollo.

6 ottobre
Giustizia internazionale Ruanda Il 6 ottobre 2009 Idelphonse Nizeyimana, uno dei maggiori ricercarti per il genocidio del 1994, è stato arrestato a Kampala, capitale dell’Uganda. Nizeyimana era a capo dell’intelligence e delle operazioni militari durante i 100 giorni in cui morirono circa 800.000 mila tutsi e hutu moderati. È accusato anche di aver creato un corpo militare speciale. Deve rispondere al Tribunale penale internazionale per il Ruanda delle imputazioni di genocidio e crimini contro l’umanità. 19 novembre Campagna “Mai più violenza sulle donne” Messico Il 19 novembre 2009 la Corte interamericana dei diritti umani ha riconosciuto colpevole e condannato lo stato messicano per la morte di otto donne a Ciudad Juarez, nel novembre 2001, nel caso conosciuto come “il campo di cotone”. Si tratta della prima sentenza di condanna per il femmicidio in corso dal 1993 nello stato di Chihuahua, nel nord del Paese. 1 dicembre Rilasci Sri Lanka Il primo dicembre 2009 il governo ha disposto il rilascio di migliaia di civili tamil dai centri di detenzione allestiti in primavera, alla fine della guerra civile. Amnesty International aveva lanciato un’azione globale per chiedere la chiusura dei campi e il rilascio di tutti i profughi di guerra internati.

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