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"Scuole, sciopero a staffetta contro la riforma", di Sara Grattoggi

Scatterà il 13 marzo – il giorno dopo lo sciopero generale della scuola indetto dalla Flc-Cgil e della manifestazione nazionale organizzata dai Cobas a Roma – la mobilitazione coordinata degli istituti della Capitale contro i tagli all´istruzione e le riforme targate Gelmini. Ventidue tra elementari, medie e superiori romane si daranno il cambio, giorno dopo giorno, nel presidiare il ministero dell´Istruzione con cartelli, striscioni e un pupazzo di cartapesta, vecchio, malandato, con toppe e strappi nei vestiti, che rappresenterà simbolicamente l´attuale situazione della scuola pubblica italiana. Sempre a staffetta, gli istituti interromperanno l´attività didattica per un giorno e organizzeranno, al posto delle normali lezioni, un´assemblea aperta con genitori, studenti, docenti e altri lavoratori delle scuole per approfondire gli aspetti più controversi della riforma, dal taglio delle ore in classe a quello degli organici.

«Abbiamo preso spunto dall´occupazione dei tetti organizzata dai lavoratori di molte aziende in crisi – spiega Carla Spaziani, del Coordinamento delle scuole secondarie di Roma – e non ci fermeremo finché non otterremo l´impegno dello Stato a pagare i debiti contratti con gli istituti, il ritiro e la revisione della riforma della scuola del primo ciclo e del riordino della secondaria, il blocco dei tagli previsti dalla Finanziaria 2008 per il triennio 2008-2011 e la nomina in ruolo dei precari su tutti i posti vacanti». Ma, tra le iniziative proposte dai rappresentanti dei consigli d´istituto, di circolo e dei comitati genitori che si sono riuniti venerdì al liceo Cavour, c´è anche il boicottaggio del contributo volontario chiesto alle famiglie al momento dell´iscrizione. «Siamo consapevoli di quanto le scuole ne abbiano realmente bisogno in questo momento, ma non vogliamo che diventi una risorsa sostitutiva del mancato finanziamento statale – continua Spaziani – quindi ci riserviamo di concordare la decisione con i vari comitati dei genitori».

Tra gli istituti che finora hanno aderito al Coordinamento unitario permanente che promuoverà le iniziative, i licei Talete, Mamiani, Socrate, Pasteur, De Chirico, Kant, Avogadro, Cavour, Russell, Manin, Colonna e Primo Levi, gli istituti comprensivi Guicciardini, Viale Adriatico, Antonio De Curtis, Aristide Leonori e Regina Margherita, le medie San Benedetto, Toniolo e Rugantino, i circoli didattici Crispi e Valitutti. Il prossimo 10 aprile, poi, le scuole organizzeranno – su proposta del circolo didattico Principe di Piemonte, che nei giorni scorsi ha occupato le due scuole elementari di largo Leonardo da Vinci e di via Ostiense – un nuovo “No Gelmini Day”, con una manifestazione cittadina.
La Repubblica-Roma 28.02.10

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“Tagli alla scuola, presidi in trincea”, di Felice Paduano
Tagli alla scuola, si muovono i presidi. Erano proprio i dirigenti scolastici a essere in prima fila venerdì sera nell’assemblea organizzata dalla loro Consulta all’auditorium Modigliani. C’erano Daria Zangirolami (Tito Livio), Blandina Santojanni (Severi), Luisa Molino (Selvatico), Roberto Borile (Modigliani). Luciano Arianna (Bernardi) ed Albina Aurora Scala (Einaudi). Al loro fianco anche tanti altri segretari amministrativi, docenti, sindaci e rappresentanti dei genitori. Una nuova ed efficace mobilitazione unitaria che raccoglie la protesta degli addetti ai lavori contro la politica economica di un governo, che sembra voglia minare alle radici la qualità della scuola pubblica.
Come previsto le relazioni introduttive sono state due. Prima ha parlato Giulio Pavanini, presidente della Consulta e, subito dopo, Giancarlo Pretto, preside della scuola media di Albignasego. «Solo noi della Consulta, che rappresentiamo il 50% dei dirigenti padovani, rivendichiamo crediti dallo Stato per 5 milioni di euro – ha detto il preside dello Scalcerle – Possiamo presupporre, quindi, che tutte le scuole della città e della provincia siano in credito per circa 10 milioni. La situazione finanziaria diventa più pesante ogni giorno che passa. Non ci sono soldi né per pagare le supplenze e né per garantire la gestione ordinaria. Nei nostri istituti si naviga a vista. Per contrastare le decisioni del governo diventa fondamentale la mobilitazione unitaria di tutti gli addetti ai lavori». Il preside Pretto ha elencato i disagi che gli studenti devono sopportare ogni volta che si ammala un docente perché devono spostarsi, sempre più spesso, da una classe all’altra.
Tra i tanti interventi dei presenti anche quelli del docente di lettere del Calvi Alessandro Naccarato (che è anche deputato), dell’assessore Claudio Piron, del preside-sindaco di Curtarolo Marcello Costa. «I tagli del governo diventano sempre più pesanti – ha osservato Naccarato – E’ stata ridotta del 25% anche la spesa per le pulizie e la vigilanza delle scuole. In pratica rischia di saltare l’autonomia gestionale e finanziaria di ogni singola scuola». Durissimo l’affondo del professore Carlo Salmaso. «Noi dei Cobas lo avevamo previsto già un anno fa quando raccogliemmo 8 mila firme a sostegno della scuola primaria pubblica. I presidi si stanno muovendo in ritardo. Comunque ben venga questa presa di coscienza».
II Mattino di Padova 28.02.10