Mese: Marzo 2010

Scuola, Pd a Gelmini, bene passo in dietro su Resistenza, ma resta figuraccia

“Prendiamo atto della resipiscenza, non è la prima volta, speriamo almeno che sia l’ultima che il governo si presti a queste figuracce. L’inchiesta lanciata ieri da Italia Oggi ha in ogni caso contribuito a mettere in risalto quanto le indicazioni nazionali per i licei non siano una banale elencazione di obiettivi di apprendimento quanto piuttosto il bagaglio culturale che i giovani cittadini devono possedere. La nostra democrazia affonda le radici nella resistenza e nell’antifascismo: è un dato storico che non può essere sottinteso”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni.

«Brunetta e quei 9 mila voti spariti nell'agguato (elettorale) in laguna», di Gian Antonio Stella

La misteriosa differenza del risultato leghista tra le consultazioni Regionali e Comunali In attesa del toro, hanno arrostito il torello. C’è chi dirà che no, non è vero che i leghisti abituati a festeggiare ogni promozione di Luca Zaia con uno spiedo di tori hanno infilzato apposta Renato Brunetta nella sua corsa a sindaco di Venezia. Dirà che è stato solo un dannato equivoco. Ma i numeri sono numeri. E dicono che con quei 9 mila voti bossiani misteriosamente svaniti alle Comunali rispetto alle Regionali, il ministro non sarebbe stato buttato fuori al primo turno dalla «sua» città. Lui, il rosolato, fa mostra di averla presa con filosofia. E anche se passa per avere un caratterino fumante («Sono passionale e determinato ma buono come un pezzo di pane», ha spiegato giorni fa a Manuela Pivato, della Nuova Venezia, «Magari sono un po’ incazzoso però sono un pezzo di pane») ieri pomeriggio si è astenuto dal dardeggiare fulmini e saette contro i traditori. E si è messo alla scrivania per spiegare con un piccolo dossier a …

Articolo 18, Napolitano non firma il ddl sul lavoro

«Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha chiesto alle Camere, a norma dell’art. 74, primo comma, della Costituzione, una nuova deliberazione in ordine alla legge: “Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione degli enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l’impiego, di incentivi all’occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonchè misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro”, si legge in un comunicato del Quirinale. E’ la prima volta che l’attuale presidenza rinvia un provvedimento. «Il Capo dello Stato è stato indotto a tale decisione dalla estrema eterogeneità della legge e in particolare dalla complessità e problematicità di alcune disposizioni – con specifico riguardo agli articoli 31 e 20 – che disciplinano temi, attinenti alla tutela del lavoro, di indubbia delicatezza sul piano sociale. Ha perciò ritenuto opportuno un ulteriore approfondimento da parte delle Camere, affinchè gli apprezzabili intenti riformatori che traspaiono dal provvedimento possano realizzarsi nel quadro di precise garanzie e di un più chiaro e definito …

«Quel potere del mondo produttivo che rischia di svendere l'università», di Dario Antiseri

L’istituzione dell’abilitazione scientifica nazionale – prevista nel Disegno Di Legge per la riforma dell’Università (Titolo III, art. 8) – appare come la migliore proposta, tra quelle già sperimentate e tra le altre immaginate, per il reclutamento dei professori universitari. Le commissioni giudicatrici attestano l’idoneità scientifica, nei diversi settori scientifico-disciplinari, dei candidati; e successivamente le Università scelgono fra gli «abilitati» coloro che vengono giudicati più adatti per i progetti di ricerca in corso e quelli in programma per il futuro e più idonei per una qualificata didattica. Fondamentale, poi, per l’intera architettura del progetto di riforma, è «l’introduzione di un sistema di valutazione periodica da parte dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione Università e Ricerca) dell’efficienza e dei risultati conseguiti nell’ambito della didattica e della ricerca dalle singole università e dalle loro articolazioni interne». Ebbene, una volta stabiliti questi due punti si dovrebbe lasciare la più ampia autonomia alle Università nell’articolazione dei loro statuti e nella programmazione dei loro progetti. Ma questa necessaria autonomia viene soffocata in più punti dal Disegno di Legge: risulta eccessivo il potere …

«All'università senza Lingua e letteratura», di Francesco Erbani

Rischiano di sparire i dipartimenti specifici dove studiare Petrarca o Montale. Santagata: “Tutti razionalizzano ma in nessun paese d’Europa succede una cosa così” SI CHIAMERANNO dipartimenti di Lettere antiche e moderne. Oppure di Filologia. Oppure si inventeranno altre denominazioni e forse si scatenerà la fantasia: rischiano comunque di sparire dalle università i dipartimenti integralmente dedicati alla lingua italiana e alla sua letteratura. Potrebbe essere solo una faccenda nominale, ma secondo molti docenti di italianistica, soprattutto degli atenei più grandi, c’è anche sostanza. Ed è per questo che lanciano un allarme: non è possibile, denunciano, che mentre si avvicinano i centocinquant’anni dall’Unità l’accademia spinga in un angolo gli insegnamenti che più rappresentano il patrimonio condiviso degli italiani. Cioè la loro lingua e la loro letteratura. Dice Marco Santagata, studioso di Petrarca e autore di Il filo rosso, uno dei più fortunati manuali per i licei, professore alla Statale di Pisa: «Molti rettori e molti senati accademici stanno anticipando alcune delle norme contenute nella riforma Gelmini, che è ancora in discussione in commissione Cultura al Senato. Fra …

«Per noi la strada è ancora in salita. Non nascondiamo la polvere sotto il tappeto», di Marina Sereni

Non è il risultato che speravamo. Credo che si debba partire da qui, fare un’analisi onesta e rigorosa dei dati che questo voto ci consegna. Non voglio sminuire la conferma al centrosinistra di sette delle tredici regioni che hanno svolto le elezioni, né l’affermazione significativa di alcuni nostri candidati. Ma non saremmo in sintonia con i nostri elettori se non vedessimo alcuni problemi seri. Primo: l’astensionismo è stato particolarmente ampio ma, al contrario di quanto molti si aspettavano, non ha penalizzato in maniera più evidente il centrodestra. E’ un segnale di disaffezione verso la politica e di insoddisfazione verso la qualità dell’offerta politica di entrambi gli schieramenti. Ma, nel centrodestra, la campagna personale di Berlusconi da un lato e il successo straordinario della Lega dall’altro sono riusciti a mobilitare l’elettorato più militante, mentre non ci sono stati fenomeni altrettanto forti nel nostro campo. Insomma non possiamo dire che questo voto è – come noi pensavamo potesse essere – una bocciatura dell’azione di governo. Questo vuol forse dire che l’azione del governo contro la crisi sia …

Intervista a Tullio de Mauro: «L'Italia e la cultura? Separati in casa», di Francesco Erbani

Tullio De Mauro intervistato da Francesco Erbani punta il dito contro la classe politica. I nostri ministri stanno lentamente distruggendo la ricerca, l’insegnamento, l’università Che ne è della cultura degli italiani? Qualcuno afferma che, tra i Paesi avanzati, il nostro, nonostante le buone performance economiche, sia penalizzato da una sostanziale arretratezza culturale. Rispetto alla media europea l’Italia ha una delle percentuali più basse di diplomatie laureati, soprattutto nelle materie scientifiche. Da noi si leggono meno libri e giornali. Per non parlare dello scarso numero di biblioteche pubbliche. Preoccupazione destanoi livelli di analfabetismo, magari, come si dice, «di ritorno». La spesa per la ricerca è, in percentuale rispetto al prodotto interno lordo, quasi la metà della media europea. Il numero dei ricercatori sul totale delle persone impiegate è uno dei più bassi d’Europa e la loro etàtra le più alte. Insomma, più di un motivo per non essere ottimisti. Richiama questi dati Francesco Erbani nella prefazione alla nuova edizionedi un libro-intervista con Tullio De Mauro: La cultura degli Italiani (Laterza, pp. 278, euro 12,00). L’EMERGENZA ITALIANA …