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"Scuola, pioggia di 5 in condotta e la matematica resta la bestia nera", di Mario Reggio

I dati del primo quadrimestre. Più 20% di indisciplinati. I dubbi del Pd: alle medie non è così, la Gelmini riferisca in Commissione Cultura i dati esatti. La strage continua. Il 5 in condotta miete anche quest´anno migliaia di vittime. Tra medie e superiori, al termine del primo quadrimestre, gli studenti “indiscipilinati” sono stati oltre 63 mila, diecimila in più dello scorso anno scolastico. I dati sono stati resi pubblici ieri da ministero della Pubblica Istruzione e riguardano l´ottanta per cento degli istituti scolastici. Ma non basta. Aumentano i giovani, tre su quattro, soprattutto nelle superiori, istituti professionali e tecnici in testa, in larga percentuale a Sud, che hanno almeno una insufficienza. Tre le materie più ostiche: matematica, inglese e italiano.
Rammaricata, ma con moderazione, il ministro Mariastella Gelmini: «Non mi fa piacere quando ad un ragazzo viene assegnata un´insufficienza – afferma – spero che possa essere recuperata nel secondo quadrimestre. Ma una scuola che promuove tutti non fa gli interessi dei ragazzi. La nostra scuola è lontana da quella del 6 politico. Anche il comportamento è importante nella valutazione complessiva degli studenti».
Ma la situazione è davvero così catastrofica? Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in Commissione Cultura della Camera, nutre molti dubbi. «Dalle informazioni in nostro possesso non si prefigura affatto per la scuola media un incremento delle insufficienze – dichiara – perché celare questo dato positivo? Forse perché rafforza l´immagine della Gelmini come il vessillo del rigore nella scuola? La ministra – conclude – venga immediatamente a riferire in Commissione fornendo i dati esatti sugli esiti degli scrutini per compararli con quelli dello scorso anno». In realtà, se si confrontano i numeri delle medie inferiori con quelli dello scorso anno scolastico, si scopre che gli studenti che hanno preso il 5 in condotta assieme ad insufficienze in altre materie sono calati da 18 a 17 mila. E i “discoli” che si sono ritrovati in pagella solo il 5 in condotta sono crollati da più di 4 mila a poco meno di mille e cinquecento.
Altra musica alle superiori.
I giovanotti che hanno almeno un voto sotto la sufficienza in condotta assieme al voto negativo in altre materie sono saliti a 46 mila: diecimila in più dello scorso anno scolastico. In testa gli studenti delle scuole professionali, seguiti da quelli dei tecnici e del liceo scientifico. Come alle medie, anche nelle superiori, l´area critica si concentra nelle regioni di Sud, mentre la situazione migliora di molto nel Nordest. E dal ministero della Pubblica Istruzione fanno sapere che «da quest´anno, sulla valutazione della condotta è stato compiuto un giro di vite che ha introdotto criteri ancora più rigorosi rispetto all´anno passato. Infatti, per l´attribuzione dell´insufficienza, non sarà più necessario che l´alunno abbia totalizzato 15 giorni di sospensione, ma basterà una sola sanzione disciplinare». L´avviso agli studenti è chiaro: nel secondo quadrimestre, per recuperare, massima disciplina.
La risposta della Rete degli Studenti non si fa attendere: «Mentre il ministro tenta di recuperare credibilità sbandierando ancora i provvedimenti sulla condotta, ci chiediamo chi dovrebbe stare al fianco di tutte le studentesse e gli studenti che hanno preso una o più insufficienze, visto che le scuole non sono in grado di mettere in campo serie iniziative di recupero per la mancanza di soldi».
La Repubblica 01.03.10

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“Scrutini, pioggia di 5 in condotta e di insufficienze”, di MARIA LOMBARDI

ROMA – Studenti “somari” e pure indisciplinati. Vanno male, soprattutto in matematica e inglese, e non rispettano nemmeno le regole. Quelli del sud peggio di quelli del nord, ai tecnici i voti più bassi. Ecco cosa dicono i dati sugli scrutini del primo quadrimestre: tante, tantissime insufficienze, alle superiori il 2% in più rispetto allo scorso anno. E’ la scuola del rigore, commenta il ministro dell’Istruzione Gelmini. Un drammatico «insuccesso formativo», replica l’opposizione.
Fatto sta che se gli studenti italiani non metteranno la testa a posto e non la terranno un poco più a lungo sui libri, l’anno scolastico rischia di concludersi con una valanga di debiti e bocciature. Il bilancio dei primi mesi è disastroso: in oltre 63 mila tra medie e superiori hanno avuto in pagella un cinque in condotta (erano 52.344 lo scorso anno), secondo i dati diffusi dal Miur. Se agli scrutini finali non arriveranno alla sufficienza dovranno ripetere l’anno, come è accaduto nel 2009 ad almeno 10mila studenti. Non va meglio nelle altre valutazioni: 3 studenti su quattro alle superiori hanno uno o più 5. Matematica, inglese e anche italiano le materie che risultano più difficili.
I dati si riferiscono all’80% delle scuole e confermano la «linea più severa e rigorosa soprattutto nelle superiori». Il ministro Gelmini si dice dispiaciuta: «Non fa mai piacere quando a un ragazzo viene assegnata un’insufficienza. Spero che possa essere recuperata nel secondo quadrimestre. Ma una scuola che promuove tutti non fa l’interesse dei ragazzi. Oggi siamo lontani dalla scuola del 6 politico. Anche il comportamento è importante nella valutazione complessiva dei ragazzi, perché gli studenti sono titolari di diritti ma anche di doveri come il rispetto delle istituzioni scolastiche e dei compagni».
Più rigore nella valutazione della condotta, spiegano al Ministero. Da quest’anno per avere un’insufficienza non è necessario accumulare quindici giorni di sospensione, basta una sola sanzione disciplinare. Alle medie hanno preso 5 in condotta 17.035 studenti, per 1.498 studenti si è trattato dell’unica insufficienza. Alle superiori 46.490 ragazzi, più indisciplinati quelli dei primi anni. Regole trasgredite più al sud che al nord, gli istituti professionali e tecnici contano il maggior numero di insufficienze.
Ma veniamo al giudizio sulle singole materie. La situazione alle medie è più o meno stabile rispetto allo scorso anno, i voti non sufficienti riguardano anche questa volta la matematica innanzitutto, seguita dall’inglese, dalla seconda lingua e dall’italiano. Alle superiori invece va peggio rispetto al 2008-2009: gli studenti con almeno un’insufficienza sono passati dal 74% al 76%. Percentuali più alte negli istituti professionali (dall’81,3% dello scorso anno all’82,7% di oggi) e nei tecnici (dal 79,3% all’80,3%). Seguono l’artistico (dal 77,0% al 77,8%) ed ex istituto magistrale (dal 71,8% al 72,8%). Per quanto riguarda i licei, al linguistico gli studenti con insufficienze sono passati dal 58,4% al 59.1%, mentre allo scientifico e al classico sono aumentati, rispettivamente dal 66,5 al 67,1% e dal 61,5 al 62,6%. Anche qui i maggiori ostacoli in matematica (60,2% delle insufficienze), seguita da lingue straniere e italiano. L’anno più difficile? Il terzo dove nel primo scrutinio su cento studenti circa 77 hanno almeno una materia da recuperare.
Quello dell’«insuccesso scolastico» è un problema da affrontare, secondo Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, «il ministro venga a riferire in commissione sugli esiti degli scrutini, si nascondono i risultati positivi». Questi dati, secondo il coordinamento dei genitori democratici, dimostrano quanto la scuola «è stressata da tagli indiscriminati». Altro che scuola del rigore, secondo la rete degli studenti, così tante insufficienze dimostrano «il fallimento del sistema formativo».
Il Messaggero 01.03.10

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“Tecnica della Scuola: Primo quadrimestre, è boom di insufficienze. Ma il Pd non ci crede”, di A.G.
Non è proprio un bel “quadretto” quello che si prospetta per i nostri studenti: nell’ultimo giorno di febbraio, di domenica, il ministero dell’Istruzione ha reso noti i numeri altisonanti delle insufficienze in pagella fatti registrare al termine del primo quadrimestre nell’80% dei corsi di scuola media inferiore e superiore. Ebbene, 63.525 studenti complessivi non avrebbero raggiunto la sufficienza nel comportamento (quindi per gravi e reiterati motivi), a fronte dei 52.344 dello scorso anno.
Alle medie i più indisciplinati sono stati gli alunni del terzo anno e del sud; i più corretti starebbero invece in prima e al nord-est (tra l’altro per 88 studenti è stata l`unica insufficienza). Alle superiori discorso inverso: i ragazzi del primo anno (ben 16.347), che poi sono coloro che hanno lascito la terza media solo pochi mesi prima, sono quasi cinque volte più immaturi, almeno a livello di condotta, dei “colleghi” iscritti al quinto anno (3.844). Poche sorprese sui corsi: il maggior numero di insufficienze in condotta si registra negli istituti professionali (22.052) e nei tecnici (18.822). Seguono il liceo scientifico (2.262), l`istruzione artistica (1.547), l`ex-istituto magistrale (1.289), il liceo classico (471) e il liceo linguistico (47). Anche nelle superiori, le aree geografiche con il maggior numero di insufficienze sono concentrate nel Sud.
Al di là dei proclami, appare invece meno vistoso l’incremento delle insufficienze complessive: “nella scuola secondaria di I grado – ammettono tra le righe anche da viale Trastevere – si confermano gli stessi dati dell’anno scolastico 2008/2009. Le discipline dove si concentrano le insufficienze sono soprattutto la matematica, seguita dall’inglese, dalla seconda lingua e dall’italiano”. E pure nella secondaria di II grado i risultati degli scrutini presentano un aumento degli studenti con almeno una insufficienza solo di due punti percentuali (dal 74% al 76%): gli incrementi sono stati registrati soprattutto nei professionali (dall’81,3% dello scorso anno all’82,7% di oggi) e nei tecnici (dal 79,3% all’80,3%). Il maggior numero di insufficienze si registra al terzo anno, dove su cento studenti, circa 77 hanno almeno una materia da recuperare. “Come nella secondaria di I grado – dice il Miur – la matematica resta la capofila nelle discipline che risultano più difficili (60,2% delle insufficienze), seguita da lingue straniere (considerato che si studiano più lingue e che quindi si possono avere più voti negativi) e italiano”.
Le insufficienze in matematica sono state il 16,9% del totale (rispetto al 16,3% dello scorso anno scolastico); le insufficienze nelle lingue straniere sono state il 16,1% (15,6% nel 2008/2009); le insufficienze in italiano sono state il 12% (11,5% nel 2008/2009). Anche nelle carenze delle singole materie la capofila è il sud, in particolare le isole, dove l’82% degli studenti ha fatto registrare almeno un’insufficienza, a fronte di 68 nel nord-est.
“Non fa mai piacere – ha spiegato il ministro Gelmini – quando ad un ragazzo viene assegnata un’insufficienza. Spero che possa essere recuperata nel secondo quadrimestre. Ma una scuola che promuove tutti non è una scuola che fa l’interesse dei ragazzi. La nostra scuola è lontana da quella del 6 politico”.
Ma I dati non sono stati presi bene dall’opposizione, che li reputa amplificati. Il Pd, che parla di “fantasmi sessantottini”, ha chiesto la convocazione di Gelmini in commissione Cultura alla Camera. “La ministra – ha detto la capogruppo, Manuela Ghizzoni – venga immediatamente a riferire, fornendo i dati delle insufficienze per materie in numeri assoluti e in percentuali con quelli dello scorso anno, così da poterli comparare. Dalle informazioni in nostro possesso – continua – non si prefigura affatto per la scuola media un incremento delle insufficienze: perché celare questo dato positivo? Forse perché non rinforza l’immagine della Gelmini come vessillo del rigore nell’istruzione?”
E i diretti interessati, gli allievi, non sono da meno: secondo il leader della Rete degli studenti, Gelmini “con il solito tono da amministratrice delegata snocciola i dati degli scrutini del primo quadrimestre come se stesse parlando di un bilancio aziendale, arrivando a dichiararsi soddisfatta per la presenza di così tante insufficienze. Il ministro rispolvera la vecchia equazione seconda la quale il numero dei bocciati e rimandati indica uno stato di salute delle scuola, perché sarebbe indicativo di serietà e rigore”. Ma per De Zolt quella espressa dal responsabile del dicastero di viale Trastevere è “un’affermazione retorica e fondamentalmente sbagliata: un’insufficienza segnala un fallimento del sistema formativo, di cui il ministro dovrebbe sentirsi responsabile in prima persona”.
Agli studenti non è sfuggito che il numero di insufficienze, in particolare nelle materie scientifiche, sia rimasto decisamente alto, anche se in maniera disomogenea rispetto agli indirizzi e soprattutto tra le diverse aree del Paese: “è la dimostrazione ulteriore – sostiene il rappresentante degli allievi delle scuole superiori – che serve una riforma vera della scuola secondaria, basata sulla necessità di dare a tutti alte opportunità formative, investendo soprattutto nel mezzogiorno”. L’associazione si mette quindi nei panni dei migliaia di studenti che hanno ricevuto votazioni negative: gli istituti, infatti, anche a causa della carenza di fondi ministeriali non sono sempre in grado di organizzare corsi di recupero pomeridiani. “Mentre il ministro tenta di recuperare credibilità sbandierando (ancora) i provvedimenti sulla condotta, ci chiediamo chi dovrebbe stare al fianco di tutte le studentesse e gli studenti che hanno preso una o più insufficienze visto che le scuole non sono in grado – conclude De Zolt – di mettere in campo serie iniziative di recupero per la mancanza di soldi”.
Da Tecnica della Scuola 01.03.10

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