ambiente, economia

"Biotecnologie e multinazionali", di Pietro Greco

La Commissione europea ha dato il via libera alla coltivazione a fini commerciali di una patata geneticamente modificata, prodotta dall’azienda chimica tedesca Basf. È la fine della moratoria sull’uso commerciale delle «biotecnologie verdi» che durava dal 1998. La novità è stata salutata con soddisfazione dai fautori «biotecnologie verdi», ma è stata stroncata dagli ambientalisti. La discussione è spesso confusa. Quattro le questioni associate alle piante ogm: la sicurezza alimentare, il rischio ecologico, i problemi economici, le tematiche politiche. La sicurezza alimentare. Gli ogm sono diversi e le modifiche, anche quelle conseguite con le moderne tecniche del Dna ricombinante, sono di diversa natura. Tuttavia ovunque sono stati studiati – in America, in Europa, in Asia – nessuno ha mai trovato prove di una loro intrinseca pericolosità per la salute umana. Alcuni prodotti specifici possono essere allergenici: m anche cibi ottenuti con altre tecniche, considerate naturali, possono esserlo. C’è da dire che gli ogm in genere sono meglio controllati di altri. Offrono, in qualche modo, garanzie in più. Il rischio ecologico. Alcuni temono che gli ogm possano diffondere, per così dire, “geni alieni” nell’ambiente. Anche in questo caso, studi che ormai si estendono nell’arco di anni, sembrano dissolvere le previsioni più catastrofiche .Non sempre è facile – non sempre è possibile – confinare le piante geneticamente modificate, tuttavia finora non si ha notizia di una diffusione massiva di “geni pericolosi” nell’ambiente. Le piante geneticamente modificate, nel bene o nel male, non sembrano comportarsi in maniera diversa dalle altre. Sul piano strettamente scientifico, dunque, la decisione della Commissione europea sembra fondata. Il piano economico. Le “biotecnologie verdi” sono, per ora, controllate (e, tutto sommato, usate male) da grandi compagnie multinazionali che hanno un approccio all’agricoltura di tipo monopolistico e intensivo. Questo tipo di agricoltura serve all’Europa e al mondo intero? Genera sicurezza economica o instabilità e ingiustizie? Ancora: sono utilizzate, le “biotecnologie verdi”, per tutelare la qualità delle produzioni agricole? I temi politici. Bisogna o no garantire la completa tracciabilità degli ogm, in modo da informare sempre i cittadini e garantire chiunque, per qualsiasi motivo, non voglia assumerli? Chi deve prendere queste decisioni? Josè Manuel Barroso, sostiene che la Commissione «non vuole imporre la coltura degli ogm in Europa». Occorre, dunque, avviare una discussione vera. Consentendo la piena compartecipazione dei cittadini alle scelte. È questa la vera partita degli ogm, per uscire dalle secche di un confronto meramente ideologico
L’Unità 03.03.10