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Intervista a Vasco Errani: «Non lasceremo sole imprese e famiglie», di Beppe Boni

«Sanità, abbatteremo le liste d’atteso»
Presidente, crede che il caso Delbono possa costarle qualcosa in termini di voti? «Resto convinto che i cittadini sapranno giudicare sia la scelta del comportamento corretto avuto da Flavio Delbono, sia le scelte fatte dalla Regione».

Scelte su che fronti? «Sulla crisi, sul lavoro, sulle imprese, sull’assistenza. E’ su questi temi che si gioca il giudizio».

Ma dopo il caso Delbono lei controlla più da vicino le trasuoi collaboratori? «Gli uffici della Regione stanno lavorando per una analisi precisa e per migliorare i sistemi di controllo. L’ho detto da tempo e lo ripeto. Noi abbiamo fatto le cose seriamente, i nostri atti sono sono gli occhi di tutti».

C’è una questione morale in Emilio Romagna? «Almeno per questo caso non mi pare che si possa parlare di questione morale. Il fango e la campagna propagandistica sono una cosa, la sostanza un’altra».

Il candidato grillino Favia ha annunciato che si porterà gli avvocati ai seggi perchè teme brogli elettorali. «Non so se Favia abbia elementi concreti che lo hanno indotto a questa scelta. Io posso dire che in Emilia Romagna le elezioni sono sempre state regolari».

Sul fronte di una possibile erosione di voti a sinistra temete più un effetto grillini o un effetto Lega norgd? «Noi abbiamo fatto politiche sostanziali per ciò che riguarda artigiani, piccola e media impresa e lavoro. Da questo punto di vista la domanda è: chi rappresenta queste forze?».

Si dia anche la risposta. «Le rappresentiamo noi. Non certo la Lega che di fatto a Roma non mi è sembrata in grado di rappresentare il territorio. Su lavoro e impresa non abbiamo visto segnali concreti, sul patto di stabilità dei Comuni è rimasto il blocco che ha impedito investimenti per rispondere ai problemi del territorio».

E i grìllìni? «Interpretano un disagio. Penso che la risposta a questo disagio sia nella capacità di corrispondere ai bisogni delle persone».

Lei lo ha fatto nella sua compagno elettorale? «Mi è stato detto che ho fatto una campagna di basso profilo. Ma io ho cercato, come sempre, di rispondere ai problemi parlando con i cittadini e spiegando ciò che abbiamo fatto. Questa è la buona politica».

La sua competitor del centrodestra, Annamaria Bernini, dice che in caso di vittoria cancellerà 900 leggi regionali. Possibile? «Guardi, la Regione ha già eliminato decine di leggi. Sono anni che facciamo testi unici, tanto che alcuni giornali hanno detto che facevamo poche leggi. Vede come va il mondo».

Qual è la prima cosa che renderà operativa se verrà eletto per il terzo mandato? «La priorità è continuare a impegnarmi sul lavoro e sul patto con le imprese per attraversare questa crisi rispondendo ai problemi delle famiglie, non lasciandole sole.
Questo atteggiamento è un valore sociale e un valore e per le aziende».

Siamo in una Regione ricca, si vede la luce nel tunnel della crisi? «Nonostante le dichiarazioni del Governo secondo cui il peggio è passato, questo 2010 sarà difficilissimo dal punto di vista sociale».

Ritiene che la sanità possa essere migliorata in Emilia Romagna. «Certo, si può sempre migliorare. Qui, come confermano le ricerche del ministero della salute, c’è una sanità di eccellenza. Ma sappiamo che c’è da affrontare l’innovazione tecnologica, da ridurre le liste di attesa, da migliorare l’accesso ai pronti soccorsi, rafforzare prevenzione e salute. Il cambiamento è un processo concreto e permanente».

Ci sono margini per aprire maggiormente al privato? «Noi abbiano un sistema programmato per l’accreditamento alle strutture private che evita il consumismo e qualifica la prestazione. Questa è la linea su cui ci muoviamo. E chiudo con un dato.
In Lombardia esce dalle cliniche private il 17% dei pazienti, in Emilia Romagna il 14%».

Azzardi un voto sulla Regione che lei goverma da piu di dieci anni? «Rispondo con i dati resi noti da Standard & Pour’s, l’agenzia internazionale di rating. L’Emilia Romagna ha avuto la conferma di un «A+» con prospettive stabili. E il rapporto, cito testualmente, parla di debito finanziario modesto, ben sotto la mediana della categoria A, e di buona performance storica dei risultati di bilancio. Devo dire che questo giudizio è stato reso possibile anche per il buon governo della spesa pubblica e in particolare della spesa sanitaria».
dal Resto del Carlino

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Errani sprona gli elettori: «Votate, non siamo tutti uguali», di Andrea Bonzi
Il candidato del Centrosinistra in Regione invita a guardare i progressi fatti su scuola, lavoro e welfare. Ieri tour de force di tribune poltiche in tv. Il “grillino” Favia: «Siamo antidoto contro le astensioni»

L’astensionismo è un rischio, sempre. Ma un messaggio ai cittadini è arrivato: non siamo tutti uguali». Vasco Errani, presidente dell’Emilia-Romagna ricandidato
dal Centrosinistra, sprona gli elettori a riprendere fiducia, soppesando bene le differenze con il Centrodestra. Errani, ieri impegnato in un vero tour de force di
tribune politiche e incontri davanti alle telecamere di Rai e televisioni locali insieme agli altri tre candidati – Anna Maria Bernini (Pdl-Lega), Giovanni Favia (Movimento 5
stelle) e Gianluca Galletti (Udc) -, lancia così un appello a coloro che hanno ancora dubbi sull’andare alle urne, domenica e lunedì prossimi.
«Quello che ha fatto il governo di Berlusconi su scuola, servizi sociali, università e sulla crisi – incalza Errani, invitando a stare alle cose concrete – è molto diverso da
quello che ha fatto la Regione, che ha invece investito su formazione, ricerca, imprese, credito e lavoro. No, non siamo tutti uguali. Noi siamo persone serie, vere. E spero siamo risultati credibili». Per battere l’astensionismo, in un territorio dove
comunque si parte da un’alta percentuale di partecipazione, «ho cercato il confronto diretto con le persone, andando nei Comuni di montagna, nei municipi dove
ci sono le situazioni più difficili, vedremo cosa succederà».
Dell’astensionismo non ha paura Favia. Che non nasconde il problema,ma osserva: «Noi contribuiamo ad arginarlo. Il grosso del nostro elettorato è composto da gente che prima non andava a votare», sostiene il candidato “grillino”. I temi affrontati sono tanti. Si parla, ad esempio, della giunta.
Errani promette che «nel comporre la mia giunta non risponderò ai partiti, ma solo a me stesso», mentre Galletti annuncia «una riduzione del numero di assessori» e la contemporanea istituzione di un responsabile regionale alla sussidiarietà.
Bernini, poi, sottolinea il suo radicamento sul territorio: «Non sono stata scelta per la mia vicinanza al grande capo, ma perché sono di Bologna e rivendico connessioni con il territorio».
A due giorni dalle elezioni, comunque, la questione sollevata dall’appello degli intellettuali e accademici che hanno diffuso una nota chiedendo agli elettori di Centrosinistra dinonvoltare le spalle alla coalizione, nonostante la delusione per gli scandali che hanno travolto l’ex sindaco di Bologna, Flavio Delbono, e l’ex vicepresidente della Regione Puglia, Sandro Frisullo, tiene banco.
A spiegare meglio le ragioni che l’hanno spinta a sottoscrivere il testo – insieme al suo collega Carlo Lucarelli, all’ex rettore Pier Ugo Calzolari, al segretario della Cgil di Bologna, Cesare Melloni, al pedagogista Franco Frabboni – è la scrittrice Grazia
Verasani.
«Vado a votare perché mi rifiuto di rassegnarmi “all’andazzo” generale – esordisce Verasani -. L’aria astensionistica è forte, lo capisco dagli amici, dalle persone che frequento». Secondo l’autrice di Quo vadis, baby? «il Pd non deve compiere una rimozione del Cinzia-gate, ma deve discuterne, spiegare, aprendosi e mettendo da parte una certa mentalità da funzionari che continuo a percepire». Il caso Delbono «rischia di far vacillare chi pensa: “voto a sinistra perché almeno sono onesti” – semplifica la scrittrice -, e dimostra che il potere è un abbaglio che può accecare chiunque». Ma qualche amico l’ha convinto a desistere dal proposito di disertare le urne? «Credo di sì, sono una che non si arrende», sorride Verasani.
da L’Unità del 26.3.2010