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«Errani vara la manovra dimagrante. "Giù spese e stipendi degli assessori"», di Pierpaolo Velonà

Taglio del 20% ai costi di rappresentanza e consulenze e del 10% all’esecutivo. Risparmio: 3,6 milioni. Il presidente: «Non è una concessione all’anti-politica. I vitalizi dei consiglieri? Ci pensi l’assemblea»

Vasco Errani parla per novanta minuti davanti ai neoconsiglieri. Il presidente della Regione presenta il programma di mandato leggendo dagli appunti, ogni tanto va a braccio, raramente si infervora.
È un discorso denso: tagli alla spesa, trasparenza, razionalizzazione degli enti locali, federalismo e crisi. Soprattutto, Errani non ignora il malcontento verso «la casta» né la richiesta di sottoporre a una ferrea dieta la macchina regionale.
Anzi, il cuore del suo discorso è tutto qui: riguarda i tagli alla politica che viale Aldo Moro si impegna ad adottare. In tre mosse.
La prima: «Ridurremo del 20 per cento le spese di funzionamento: rappresentanza, convegni, consulenze, esternalizzazioni, missioni e uffici esteri, comunicazione e auto blu». La manovra consentirà alla Regione un risparmio nel 2010 di 3 milioni e 365 mila euro. «E faremo altrettanto nel 2011 con una riduzione ulteriore del 20 per cento».
La seconda misura riguarda gli stipendi della giunta: «Abbiamo già deciso di ridurre le indennità del 10% per cento».
Il terzo impegno spetta all’assemblea. Di abolire le pensioni e ridurre gli stipendi dei consiglieri si parla da giorni. Errani non svicola: «E’ un tema che spetta all’assemblea, ma non voglio sfuggire. Propongo che i consiglieri si mettano al lavoro per costruire una proposta sulle indennità e sul superamento dei vitalizi, con serietà e rigore».
Il governatore ci tiene a precisare che queste mosse non sono una concessione al partito dell’antipolitica: «Non condivido chi dice che tutto è spreco, che la politica è fatta dai fannulloni». E allora perché questa cura dimagrante? «Perché di fronte alle emergenze del Paese ci sono altre priorità, come aumentare il fondo contro le povertà». Della Procura che continua a spulciare nei conti della Regione (dal Cinzia-gate in giù) dice: «È giusto e fa bene. Assicuriamo la nostra collaborazione ma siamo sereni. Sono convinto che questa amministrazione sia sana e competente». Ma per il futuro, l’impegno è a una maggiore trasparenza: «Rigore e sobrietà devono essere il nostro faro: se sei utile, la credibilità la riconquisti». E allora: «Stiamo già verificando. E dove necessario rafforzeremo i controlli per essere più efficaci in tutti i settori, compresa la sanità».
Un segnale sarà il potenziamento di internet: «Nei prossimi tre mesi, tutte la attività della Regione andranno sul web così i cittadini potranno controllare». C’è anche in cantiere una «riorganizzazione degli enti e delle società regionali».
Il presidente parla spesso di «governance» e di enti locali. Dice che questo mandato sarà ricordato «per l’istituzione della città metropolitana di Bologna, perché senza il capoluogo tutta l’Emilia-Romagna è più debole». Ma «senza cedere al centralismo regionale, che è ancora peggio di quello nazionale». Bisogna poi evitare i doppioni e i «sistemi barocchi»: «Le unioni e le fusioni tra i comuni sono un elemento decisivo». La battaglia da condurre a Roma è quella per il federalismo: «Nel frattempo presenterò una proposta per la realizzazione di autonomie particolari, partendo dalla scuola e dall’università». Da bocciare, invece, la scissione tra Emilia e Romagna (che non dispiace a qualche leghista): «Non ha senso». In ogni caso, chi la vuole «deve seguire l’iter costituzionale», cioè la strada del referendum.
Errani attacca poi il governo perché «la manovra ci priverà di 6oo milioni di euro nel 2011 e di altrettanti nel 2012. Non è giusto: il taglio penalizza le regioni del centro-Nord».
Capitolo crisi: «E ancora spesso negata. Il credito alle imprese rimane un problema». Ricorda 50 milioni destinati al credito, 24 alla formazione per ricollocare chi ha perso il lavoro e un nuovo bando Erp da 30 milioni per dare 30 mila case «a chi non ce le ha».
Serve poi «un piano di semplificazione per cittadini e imprese», «meno provincialismo» e una lotta dura alle infiltrazioni criminali in economia: «Non è possibile che si possa aprire un’imprese edile con una semplice richiesta alla Camera di commercio: così la concorrenza è sleale». Boccia infine il nucleare e difende la società multietnica.
Presenta così i suoi assessori: «Li ho scelti in rappresentanza della coalizione e ne rispondo io: non me li ha imposti nessuno».
Pierpaolo Velonà

dal Corriere di Bologna

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