economia, politica italiana

"Regioni e Comuni chiedono una manovra più equa. Epifani: c'è il rischio che ne serva un'altra", di Nicoletta Cottone

«Una manovra più equa». La sollecita il presidente Vasco Errani, spiegando così la convocazione straordinaria della Conferenza delle Regioni per martedì 15 giugno. «Spiegheremo, dati alla mano – sottolinea Errani – ai cittadini, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni rappresentative del mondo produttivo, alle forze politiche e ai mezzi di informazione quali saranno le conseguenze della manovra recentemente varata dal governo».
«Questa manovra non tocca la spesa sociale e ciò fa onore a chi ha colto la questione», commenta, invece, Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, chiudendo a Levico Terme, in Trentino, la Festa nazionale della Cisl. «Nella manovra – ha proseguito Bonanni – ci sono segnali importanti, come quelli per il Sud. Poi ci sono punti che non ci piacciono affatto, come quello sulla scuola».

Dal canto suo il ministro Tremonti, parlando della manovra alla festa della Cisl, ha detto: «Abbiamo cercato di disegnare la manovra – ha aggiunto Tremonti – nel modo socialmente meno incisivo, meno negativo possibile. È una manovra complessa, tuttavia abbiamo lasciato fuori la sanità e molte altre voci sociali». Il ministro dell’Economia ha inoltre sostenuto che «mai un governo ha fatto un decreto come questo, altri erano pappa e ciccia con la Svizzera o con San Marino; altri invece facevano le grida e non i fatti. Noi abbiamo fatto un decreto di grande impegno e coraggio».

«Questo è l’ultimo anno nel quale si faranno le finanziarie nazionali», spiega Tremonti. Uno degli effetti della crisi sarà il coordinamento temporale delle manovre economiche dei vari Paesi europei. «Le politiche economiche si faranno nello stesso tempo dell’anno, nello stesso modo tutti insieme. Non ci sarà più un Paese che fa le sue scelte diverse dagli altri». Tremonti ha poi sottolineato che «quello che forse non si vede ancora, ma è chiarissimo, è in atto una colossale devoluzione di poteri dalle nazioni all’Europa».

Per Epifani il rischio è che di manovra ne serva un’altra. «Il rischio che la manovra sia annacquata c’è, nel senso ad esempio che i soldi che il Governo prevede rientreranno dalla lotta all’evasione fiscale sono tanti, 8 o 9 miliardi, e se non saranno così tanti, ci sarà bisogno di un’altra manovra». Per Epifani «è una manovra che non mette al riparo i

All’attacco della manovra anche il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni. «La manovra non è equilibrata. Alle regioni viene chiesto un contributo del 50%, che si avvicina al 60% contando province e comuni. Ai ministeri, cioè allo Stato, la manovra chiede sacrifici attorno all’1-1,5%. Le regioni sono le uniche ad aver diminuito i debiti del 6%, i ministeri invece li hanno aumentati. Siamo all’accanimento contro le regioni, ai ministeri tocca solo una pettinatina». Già nei giorni scorsi i presidenti delle regioni avevano bocciato la manovra definendola iniqua.

«La via da seguire, nell’ambito di una giusta politica di razionalizzazione, è quella di premiare le realtà virtuose», ha sottolineato il presidente del Piemonte, Roberto Cota, annunciando che prenderà parte, martedì 15, alla Conferenza delle regioni convocata per discutere della manovra del governo: «Sarà una riunione importante e quindi è giusto esserci». Cota si è detto «contento» di questo passaggio nella Conferenza delle Regioni. In questo modo, «i tagli e le razionalizzazioni potranno essere decise all’interno della Conferenza. È il modo, per esempio, di colpire chi ha tante pensioni di invalidità false». Il governatore del Piemonte ha poi ribadito il suo «giudizio positivo» nei confronti dell’operato del governo: «Ha lavorato bene e sono convinto che abbia fatto tutto il possibile per tenere i conti in ordine». Nei giorni scorsi Cota, a differenza di altri governatori come Formigoni, si era mostrato non ostile dalla manovra. Potrebbe dunque tentare di svolgere un ruolo di mediazione nell’ambito della Conferenza delle regioni.

Sergio Chiamparino contesta i numeri fatti dal ministro Tremonti sui trasferimenti finanziari ai comuni. «I 16 miliardi di trasferimenti ai quali fa riferimento Tremonti vengono – dice il presidente dell’Anci – erogati a tutti gli oltre 6.700 comuni delle 15 regioni a statuto ordinario e comprendono i rimborsi dell’Ici per la prima casa (tre miliardi di euro), trasferimenti di natura correnti comprendenti tributi ordinari e fondi perequativi (11,5 miliardi) e trasferimenti per il finanziamento di progetti in conto capitale (circa 1,4 miliardi)». Nel ricordare che «per i Comuni delle cinque Regioni a Statuto speciale esistono norme diverse e finanziamenti che seguono altri percorsi», Chiamparino aggiunge poi che «questi 16 miliardi comprendono fondi previsti da leggi dello Stato predisposti quasi per intero dallo stesso ministero dell’Economia e nei confronti dei quali il ministero dell’Interno svolge quasi esclusivamente il ruolo di ente erogatore, con criteri di trasparenza e nel rispetto delle procedure». Tremonti aveva detto che ci sono 8mila comuni e che il ministero da a 4.600 di questi circa 16 miliardi «in base a criteri stratificati, amministrati da tre funzionari». «Vi sembra – si è chiesto il ministro – che un Paese civile dia un punto di Pil a metà dei Comuni in base a criteri che nessuno capisce?». L’Anci in più occasioni ha espresso sulla manovra un giudizio fortemente critico. Il 17 giugno é stato indetto il comitato direttivo nel quale i sindaci discuteranno proprio della manovra finanziaria.

Il Sole 24 Ore 14.06.10