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"Autunno caldo, Fiom decide 4 ore di sciopero", di Roberto Mania

Prove di autunno caldo sindacale. La Fiom ha proclamato quattro ore di sciopero entro metà ottobre contro la decisione della Federmeccanica di recedere dal contratto nazionale firmato nel 2008 da tutti i sindacati compresi i metalmeccanici della Cgil. Le modalità dello sciopero saranno decise a livello territoriale, poi il 16 di ottobre ci sarà una manifestazione di protesta a Roma.
La Fiom si prepara a una lunga prova di forza, nella quale giocherà anche la carta dei ricorsi alla magistratura, come ha annunciato il suo segretario generale Maurizio Landini. D´altra parte si capirà solo nei prossimi mesi l´effetto della scelta degli industriali metalmeccanici. Perché dall´inizio di quest´anno nelle aziende si applica il contratto separato, firmato cioè dagli altri sindacati (Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl e Fismic) ma non dalla Fiom. Il vecchio contratto è in stand by e così resterà fino alla sua scadenza del 31 dicembre 2011. Da quel momento – per effetto della decisione della Federmeccanica – anche formalmente non ci sarà più. E la Fiom non potrà aggrapparsi a nulla per impedire le deroghe al contratto nazionale che gli altri sindacati insieme agli industriali cominceranno a negoziare a partire dal 15 settembre. Sta qui il senso della mossa della Federmeccanica, pressata dall´amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, che non vuole incertezze nell´applicazione dell´accordo per la nuova organizzazione del lavoro nello stabilimento di Pomigliano d´Arco.
Gli schieramenti in campo sono ormai netti: da una parte i duri della Fiom (tra i quali si distingue la minoranza guidata da Fausto Durante, fedelissimo di Epifani, che vorrebbe una ricucitura con Fim e Uilm) coperti dalla Cgil; dall´altra Confindustria, Federmeccanica, Cisl e Uil. Netta la dichiarazione di ieri della presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia: «Il vero problema è la Fiom che non accetta nessun cambiamento per rendere più competitive le imprese». E la disdetta del contratto? «Solo una questione tecnica. Un atto di chiarezza. Non abbiamo subito la decisione della Fiat».
Pensare che in questo contesto la Fiom possa ripensarci sembra davvero difficile. Ieri è arrivato l´appoggio ai metalmeccanici anche della segreteria nazionale della Cgil che in una nota parla di «balcanizzazione delle relazioni industriali del settore». «Con l´operazione decisa da Federmeccanica – secondo il vertice di Corso d´Italia – si svuota di sostanza il contratto nazionale. Tema, quest´ultimo, che sembra non preoccupare la presidente della Confindustria, la quale dovrebbe invece usare parole più accorte e attente ai rischi che la decisione di Federmeccanica può aprire». È un muro contro muro. E ieri ci sono stati i primi scioperi nell´indotto Fiat, alla Lear e alla Itca di Torino.

La Repubblica 09.09.10

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“Condanna FIOM: La democrazia è irrinunciabile”, di Giuseppe Vespo

«Per la Fiom la democrazia è unprincipio irrinunciabile, basato sul confronto e sulla libertà di poter esprimere pubblicamente le proprie opinioni ». Così le tute blu Cgil condannano la contestazione subita ieri dal leader Cisl Raffele Bonanni alla festa del Pd a Torino. Un messaggio chiaro che arriva alla fine di una giornata ancora segnata dalle polemiche sulla disdetta da parte di Federmeccanica del contratto nazionale dei metalmeccanici del 2008.
REFERENDUM A questo proposito ieri si è riunito il comitato centrale del sindacato guidato da Maurizio Landini, che ha approvato la linea indicata dal suo segretario generale. Contro lo strappo degli industriali, il documento votato dalla maggioranza del comitato delle tute blu indice quattro ore di sciopero entro il 16 ottobre, giorno della manifestazione nazionale a Roma. La Fiom propone inoltre a Fim e Uilm di sospendere le trattative con Federmeccanica per chiamare ad un referendum sulle deroghe al contratto tutti i lavoratori. Quindi l’invito alla Cgil, affinché si mobiliti contro «l’attacco ai diritti», e la convocazionedell’assemblea nazionale dei delegati entro gennaio, in modo da preparare una nuova piattaforma per il rinnovo del contratto delle tute blu. «Perché la disdetta di martedì conferma che il vero contratto di categoria è quello firmato nel 2008». Il parlamentino del sindacato è stato chiamato ad esprimersi su due proposte: quella dal segretario Landini, che ha ottenuto 92 voti (il 79% dei consensi), e quella dell’epifaniano Fausto Durante – espressione della minoranza – votato da 26 rappresentanti. Quest’ultimo, contrario al «muro contro muro», proponeva a Fim e Uilm di ripartire da zero: riaprire un tavolo e scrivere un nuovo contratto nazionale. Ha prevalso la linea maggioritaria, che chiede dunque ai metalmeccanici di Cisl e Uil di rimettere tutto nelle mani dei lavoratori: indire un referendum sulle deroghe al contratto nazionale e sottostare poi tutti all’esito della consultazione. Una soluzione subito bocciata dalla Uilm, secondo cui il contratto nazionale dei metalmeccanici esiste già. È quello rinnovato -senza la Fiom – lo scorso anno. Landini ha quindi ribadito che la disdetta di Federmeccanica è unatto «grave e irresponsabile», e per questo «siamo anche pronti al Tribunale. Perché – ha sottolineato – vogliono cancellare il contratto nazionale di lavoro». Per il sindacalista, «Confindustria ha ceduto al ricatto della Fiat che aveva minacciato di uscire dal sistema confindustriale », se non avesse avuto mani libere su Pomigliano. Un’accusa respinta al mittente da Emma Marcegaglia, che ha attaccato la Fiom («sono loro il problema»). Per la numero uno degli industriali la disdetta «è solo un atto di chiarezza », perché un contratto vigente c’è, è quello del 2009. Sulla stessa linea anche il ministro Sacconi. Ma è proprio contro quest’asse, e più in generale contro l’«attacco ai diritti» che non riguarda solo i metalmeccanici, che la Fiom chiede alla Cgil di «pensare a forme di mobilitazione fino ad arrivare, se necessario, allo sciopero generale ». Intanto a mobilitarsi ci hanno pensato gli operai dell’indotto Fiat di Grugliasco, Torino. Contro lo strappo sul contratto del 2008 alla Lear e all’Itca hanno già incrociato le braccia un’ora per ogni turno.

L’Unità 09.09.10