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Scuola: continuano i disagi. Cronache dai territori

La rivolta dei precari «Troppi straordinari per i docenti di ruolo».
Le ragioni dei docenti di ruolo: «Con il contratto bloccato e gli scatti di anzianità congelati, è inevitabile che qualcuno di noi accetti ore di straordinario». Le lamentele dei precari: «Così ci penalizzano. Non c’è spirito di categoria: nemmeno i nostri colleghi sono solidali con noi». La campagna della Flc Cgil: «Chiediamo ai professori assunti di non accettare ore aggiuntive». Scuola, è la guerra più triste, quella tra chi ha un posto sicuro e uno stipendio «non adeguato» e chi la cattedra non ce l’ha e rischia di rimanere a casa. «Ma il regolamento — sospira il provveditore, Giuliana Pupazzoni — è chiaro: chi vuole può decidere di lavorare con un orario più lungo».

Gli assunti e i precari. E quella serie di «spezzoni» e «residui» che servono a completare il quadro orario di ogni scuola (dalle elementari alle superiori) su cui si consuma la polemica di questi giorni. Quattro ore di inglese, due di matematica nell’altra sezione, italiano in un’altra. Secondo il regolamento, un docente può accettare fino a sei ore settimanali di straordinario. «Stiamo provando in tutti imodi— spiega Attilio Paparazzo, segretario della Flc Cgil milanese — a convincere i professori di ruolo a non lavorare oltre le 18 ore settimanali. Abbiamo organizzato anche un volantinaggio. Ma è difficile coinvolgere tutti: su 5 mila spezzoni ci auguriamo che almeno la metà vada ai docenti precari». Conferma Rita Frigerio della Cisl: «È un fenomeno diffuso. Purtroppo le norme, anziché cercare di distribuire il lavoro, permettono di concentrarlo nelle mani di pochi». Roberto Silvani, a capo del liceo scientifico Volta, aggiunge: «Agli insegnanti fanno comodo alcuni piccoli aumenti. C’è da capirli».

La guerra degli straordinari, impossibile trovare un vincitore. Miriam Petruzzelli, del movimento scuola precaria (oggi in presidio sotto il provveditorato), ne è consapevole: «Bisogna valutare la situazione reale, tante volte i presidi fanno pressione per convincere il personale ad accettare qualche straordinario. È un modo per facilitare l’organizzazione». Ribatte una professoressa di un prestigioso liceo milanese: «Trovo assurdo che alcuni colleghi si arricchiscano sulle spalle di chi il lavoro non ce l’ha». Forse ha ragione il provveditore, Giuliana Pupazzoni: «Non si può condannare nessuno. Possiamo solo dire che il sistema di nomine sta diventando sempre più complesso. E, in queste condizioni, è difficile da gestire».

Corriere/Milano 15.09.10

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“Tutti devono sapere”, la protesta della scuola contro i tagli. Una catena umana che si è unita formando la frase “Tutti devono sapere”: è andata in scena così nel pomeriggio la protesta di docenti, alunni e genitori che hanno aderito al sit in promosso da Flc Cigl, Cisl Scuola e Gilda insegnanti contro i tagli alla scuola.

“La gente deve sapere – ha detto Manuela Calza, segretario Flc Cigl, richiamando il leit motiv della protesta – che è in atto un vero e proprio e smantellamento della scuola pubblica con ovvie ripercussioni sulla qualità dell’istruzione, che sta diventando sempre più un bene di consumo e non un diritto acquisito per tutti”.

“Vorrei che il ministro Gelmini parlasse con tutti gli alunni che vedono la propria offerta formativa fortemente impoverita o con tutti quei precari che si trovano in mezzo alla strada”.

Precari che non hanno mancato di far sentire la propria voce durante la protesta: “A Piacenza – ha proseguito Calza – soltanto quest’anno avremo 140 posti di lavoro in meno, che uniti a quelli dell’anno scorso fanno oltre 250 lavoratori licenziati”.

Parole alle quali hanno fatto eco quelle del segretario Cisl Scuola Lucia Galeazzi: “La nostra scuola sta morendo in quanto sta venendo a mancare quella caratteristica di qualità che ha sempre avuto. L’Italia dovrebbe prendere esempio da tutti quei paesi, europei e non, che nonostante la crisi hanno stanziato fondi per l’istruzione, decidendo per i tagli in altri settori”.

A conclusione della manifestazione tutti i partecipanti si sono uniti in un simbolico abbraccio, circondando il Municipio: “Un gesto che testimonia il senso di unione di tutte le persone intervenute – ha spiegato Galeazzi – che chiedono attenzione verso il mondo della scuola. L’abbraccio al Municipio, simbolo delle nostre istituzioni, vuole essere anche una richiesta di aiuto”.

Piacenza/Sera 14.09.10

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Scuola, la Cgil: «Si torna sui banchi con numerose emergenze irrisolte»
AL SUONO della campanella 215mila bambini e ragazzi marchigiani torneranno sui banchi di scuola. «Un nuovo anno scolastico che, nonostante i trionfalismi del Ministro Gelmini, si apre all’insegna dell’incertezza» dice Daniela Barbaresi, segretaria della Flc Cgil delle Marche. «L’incertezza dei precari che non sanno se avranno un posto di lavoro, l’incertezza dei docenti di ruolo sull’orario, dei dirigenti a organizzare le classi con l’aumento degli alunni e la riduzione degli organici, l’incertezza dei direttori amministrativi che non sanno come finanziare le normali attività scolastiche, degli studenti delle superiori alle prese con una pseudo riforma che taglia ore, indirizzi e laboratori; l’incertezza delle famiglie con i figli in lista d’attesa nelle scuole dell’infanzia, mentre crescono le sezioni aperte solo la mattina». Per il sindacato, l’unica certezza sono i tagli al personale e alle risorse finanziarie alla scuola pubblica. «Mentre il numero degli alunni continua a crescere, nelle scuole marchigiane sono stati tagliati altri 1.061 posti, di cui 635 docenti e 426 Ata, che si aggiungono a quelli dell’anno scorso: così in soli due anni sono stati persi 2.400 posti di lavoro». Tra tanti problemi, nelle Marche la Flc indica tre emergenze. A partire dalle classi «troppo numerose: a causa della mancanza di organici sono state costituite classi di 28, 29 e anche 30 alunni sin dalla primaria, mentre nelle superiori si arriva anche a 34 alunni». Sono 382 gli edifici scolastici, che, secondo il ministero dell’Istruzione, presentano situazioni di criticità, degrado, elementi potenzialmente pericolosi. L’ulteriore aumento degli alunni per classe danneggerà secondo la Flc «gli alunni diversamente abili la cui situazione è la seconda emergenza marchigiana». La terza emergenza segnalata dal sindacato «è rappresentata dal dramma dei precari».

Il Resto del Carlino/Ancona 15.09.10

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“All’appello mancano i docenti Orari ridotti e cattedre fantasma”, di Luca Salvi

PRIMA CAMPANELLA Sono oltre 400 mila gli studenti tornati sui banchi di scuola
ORARI RIDOTTI nella prima settimana a causa delle cattedre fantasma. Docenti di sostegno che mancano all’appello. Elenchi delle disponibilità di posti imprecisi e incompleti. Oltre un migliaio di posti assegnati non ancora coperti dai docenti, o per ragioni burocratiche o perché nel frattempo sono stati nominati da altri provveditorati regionali. «Tutti gli organici saranno pronti per l’inizio delle lezioni», aveva promesso il direttore scolastico regionale, Giuseppe Colosio. Ma a Milano molte scuole aspettano ancora due o più cattedre. All’Istituto professionale Cavalieri, in via Olona e nella succursale di Famagosta, la prima settimana prevede solo 4 ore al giorno. Ai licei Einstein e Marconi mancano due docenti. Così anche al nuovo liceo musicale al Tenca. All’Ipsia Carlo Porta mancano ancora due cattedre, all’Itis Galieli un docente di sostegno, così come all’Itis Feltrinelli e all’Itc Sraffa-Luxembourg. In provincia non va meglio. Solo due cattedre assegnate finora per 30 studenti disabili all’Ipsia Meroni di Lissone, solo una all’Itc Gandhi di Desano Brianza. E la lista si può allungare con l’ora alternativa alla religione. Nelle medie mancano docenti per gli alunni che dovesse scegliere di non frequentare la materia. Intanto i precari continuano il loro presidio davanti al provveditorato e oggi alle 16 consegneranno un elenco di posti disponibili ma non per gli elenchi delle scuole polo in cui venivano assegnati gli incarichi. «Abbiamo telefonato alle scuole, chiesto ai colleghi, monitorato i nostri istituti rivela Miriam del Movimento scuola precaria e sono saltate fuori tante cattedre. Qui si andrà ben oltre il 13 settembre con le nomine». A TUTTO QUESTO si aggiungono i tagli ormai resi pubblici. Di fronte a un aumento di 6.161 studenti nelle scuole statali milanesi (totale: 433.364), sono diminuiti i docenti: 731 quelli di ruolo in meno. I sindacati sono in fermento. La Flc-Cgil, la Cisl e la Uil chiedono un incontro urgente con Colosio. «Ora sarà un gioco al massacro spiega Attilio Paparazzo, segretario provinciale perché le nomine passano ai presidi ma con le disponibilità ancora incerte e i presidi che scorreranno gli elenchi indipendentemente l’uno dall’altro si rischia solo confusione. E a rimetterci saranno i precari». Il sindacato Iuniscuola invece pretende «un commissario ad acta per il provveditorato in modo da garantire la trasparenza delle operazioni».

Il Giorno 15.09.10