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"-Tante piccole Adro, la Lega marchia il Nord", di Paolo Berizzi

Gli altri Adro sono paesoni che gli assomigliano, laboratori del neorealismo leghista dove – tra estensioni cromatiche (rigorosamente verdi) e incisioni post-celtiche, soli delle alpi e guerrieri – il marketing padano non solo è accettato.
Anzi, è addirittura coccolato dalla maggioranza delle comunità. Benvenuti a Cividate al Piano, pianura bergamasca, 5mila abitanti di cui solo 589, stando all´immancabile petizione, contrari alla trovata del sindaco Luciano Vescovi: una piastrellona raffigurante l´ormai celebre sole a spicchi incastonata nel selciato di piazza Papa Giovanni XXIII, di fronte al Comune a guida ovviamente leghista. A chi si è permesso di obiettare il primo cittadino ha risposto: «Quel simbolo è un segno della nostra cultura popolare, operaia e contadina». Vescovi scantona, per ora. Ma quest´anno potrebbe dover rinunciare alla vista del suo ornamento architettonico: a Cividate (da civitas, era una colonia romana, ironia della storia) ci saranno le elezioni comunali. E quel sole vìola le «norme per la disciplina della propaganda elettorale».
I leghisti di Cividate sono gente di fede oltre che di fantasia. A Natale nel presepe della loro sede hanno sostituito il superato Gesù con una più attuale statuetta di Umberto Bossi. «Marchiamo il territorio», sintetizza un dirigente leghista. Le officine della pop art del Carroccio sono soprattutto tra le roccaforti Bergamo e Varese. Capriate San Gervasio offre un sole delle alpi sul cancello della casa comunale. Nel 2005 la prefettura segnalò il caso al ministero dell´Interno. Che definì l´installazione «illegittima». Ma dopo cinque anni il sole è ancora lì, per la gioia del sindaco Cristiano Esposito, già censore di kebab e negozi etnici. La provincia di Bergamo è targata Lega, molti cartelli stradali sono in dialetto. Palazzago, altro esempio di propaganda applicata al territorio. L´area feste non ospita solo kermesse padane. Eppure vi fa capolino una scultura con impresso, a imperitura memoria, il simbolo elettorale della Lega Lombarda: cartina della regione e immagine di Alberto da Giussano.
Quasi un´ossessione, ormai. Altro che le scritte a vernice sui cavalcavia delle strade: oggi i dirigenti del Carroccio ingaggiano fabbri e scultori. Prendete Varese. Se a Vedano Olona la giunta si è accontentata di ornare il municipio con orpelli del partito, a Castronno si sono superati. Già che si doveva ricostruire, il sindaco Luciano Grandi ha pensato che il ponte di ingresso al paese fosse più carino se “firmato” con la scritta Castronno e due soli delle alpi. «Solo un segno beneaugurante», ha chiosato, furbetto. «Ma siccome sono stato eletto con la Lega sono nate le polemiche» (e chissà perché). Fa discutere anche il colpo d´ala del suo collega di Dosolo, Mantova. Una mattina gli alunni sono andati a scuola e hanno trovato i dossi pedonali di un altro colore: non più rossi – come usa dappertutto – ma verde. Suggestiva la versione del vicesindaco Dennis Asinari: «Il verde conferisce all´abitato un´impronta ecologista». Già. In fondo di cosa stupirsi se, come racconta il ministro dell´agricoltura Galan, il suo predecessore Zaia aveva ricoperto i corridoi del ministero con passatoie verdi. A Buguggiate resiste la “rotonda dei ciclisti” opera del senatore Giuseppe Leoni in occasione dei mondiali di ciclismo. I ciclisti scolpiti in volata? Sono i big della Lega. Il New York Times lo definì un esempio di cattivo gusto. Non fu il solo.

La Repubblica 25.09.10