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"Scuola, arriva la nuova sforbiciata. A settembre 19.700 prof in meno", di Alessandra Migliozzi

Scuola, arriva la nuova sforbiciata. A settembre 19.700 prof in meno
La scuola pubblica boccheggia, con le aule piene, i supplenti chiamati a singhiozzo, i servizi ridotti all’osso, ma dovrà subire nuovi tagli agli organici. La scuola pubblica boccheggia, con le aule piene, i supplenti chiamati a singhiozzo, i servizi ridotti all’osso, ma dovrà subire nuovi tagli agli organici. Era già tutto scritto nella Finanziaria del 2008: anche per l’anno scolastico 2011/2012 continua l’opera di dimensionamento. Ma è scontro sul tema fra ministro e sindacati, con la responsabile dell’Istruzione che minimizza (“Non si licenzia nessuno”) e la Cisl Scuola che chiede di non “negare la realtà”. Con il governo Berlusconi sono già volate via 68mila cattedre. Quest’anno devono sparirne altre 19.700 per ottenere i risparmi chiesti dal Tesoro: altri docenti di ruolo finiranno in esubero e molti precari, anche se hanno lavorato per anni con contratti di 12 mesi, rimarranno a casa. Il governo, per tamponare la perdita di posti, negli ultimi due anni scolastici è stato costretto ad attivare un meccanismo che offre una corsia preferenziale ai supplenti storici per avere la riconferma. Ma ora al conto delle migliaia di persone già rimaste a casa fra il 2009 e il 2011 se ne dovranno aggiungere altre.
Il calcolo degli ulteriori supplenti che potrebbero non avere conferma a settembre si aggira attorno ai 7-8mila. Le regioni più penalizzate dai tagli, secondo le tabelle del ministero, saranno Sicilia (-2.534 posti), Lombardia (-2.415), Campania (-2.234) e Lazio (-1.989). Nei prossimi giorni arriveranno i numeri definitivi, ma i giochi sembrano fatti. Dei quasi 20mila posti da eliminare oltre 9mila riguardano la scuola primaria dove il meccanismo del maestro prevalente toglie le compresenze e fa risparmiare posti. Anche alle superiori il conto da pagare è alto: -8.984 docenti. Alle medie si scende di 1.323 posti, ma per il prossimo anno è previsto un aumento di 12mila alunni. Per il personale Ata si parla di 15mila posti in meno.
I sindacati lanciano l’allarme e con il ministro sono scintille. I tagli, ha commentato ieri Gelmini a Firenze, rispondendo alla Cisl Scuola locale, fanno parte del “piano di razionalizzazione contenuto nel decreto 112 del 2008, indispensabile per liberare risorse sulla qualità, con cui non si licenzia nessuno, ma con cui si ridimensiona la previsione di aumento della pianta organica”.
Poi l’affondo: il ministro annovera fra i suoi errori quello di aver “perso un po’ di tempo al tavolo con i sindacati, pensando che si potesse arrivare in fondo assumendosi ciascuno le proprie responsabilità”. I tagli agli organici “hanno reso più gravoso il lavoro nella scuola e hanno condizionato i processi di riforma- ha risposto il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima- Negarlo vuol dire non vedere la realtà. Così come si nega l’evidenza quando si dice che i tagli non hanno fatto perdere il lavoro a nessuno”.
Perdita di tempo parlare con i sindacati? ”Se è una battuta- segue Scrima- è di pessimo gusto”, se non lo è “non potrà sfuggire la gravità di tale affermazione”. “I rari incontri con il ministro sono consistiti in semplici comunicazioni di questioni che erano già state decise per via normativa”, fa notare la Gilda. E sui tagli la Uil Scuola chiede di “garantire ai precari che rimarranno senza contratto un salvagente” e “un’intesa- dice il segretario Massimo Di Menna- che prefiguri un organico funzionale, pluriennale e stabile per dare continuità a contratti e didattica”. La Flc Cgil parla di “tagli insostenibili: come si può immaginare di eliminare altri 15.000 Ata, se quest’anno il ministero ha dovuto fare deroghe per garantire il servizio e l’apertura stessa delle scuole in tanti casi?”.
Intanto la scuola si prepara a tornare in piazza il 12 marzo, giorno in cui si manifesterà a difesa della Costituzione. Per Gelmini è una scelta “strumentale”. Ieri a Milano gli studenti hanno manifestato contro Berlusconi e i suoi “attacchi” all’istruzione pubblica. Mentre oggi a Roma si riunisce il Congresso dell’Unione degli Studenti che rilancerà la protesta sulle riforme.

Il Messaggero 05.03.11

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“Prof da tagliare, il dazio maggiore lo pagheranno le regioni del sud”, di Alessandro Giuliani

Il prossimo a.s. tra Sicilia e Campania spariranno 4.800 dei 19.700 stabiliti con la L. 133/08. Per i precari si confermano i quasi 30.000 posti liberi, ma circa 7.000 potrebbero andare ai soprannumerari di ruolo. Critiche dai sindacati: si continua a tagliare proprio mentre gli alunni complessivi aumentano.
Saranno le regioni del Sud a pagare il sacrificio maggiore dei 19.700 tagli ai posti di docente: la comunicazione è stata data ai sindacati durante una riunione al ministero dell’Istruzione sugli organici dell’a.s. 2011/2012. La Regione in assoluto più penalizzata sarò la Sicilia, che perderà 2.534 insegnanti. Decisamente penalizzata anche la Campania (-2.234). Al Nord il dazio maggiore toccherà alla Lombardia (-2.415) , mentre al Centro la Regione con più penalizzazioni sarà il Lazio (-1.989), di cui in buona parte riguardano la provincia di Roma. Il Miur ha specificato che la scelta dei tagli è legata alle Regioni dove si registrerà un decremento maggiore degli alunni iscritti.
Nel corso dell’incontro sindacale è stato anche confermato l’alto numero di insegnanti che lasceranno il servizio per andare in pensione: si tratta di 27.400 docenti, che sommati agli attuali 23mila posti vacanti lasciano il saldo delle cattedre a disposizione dei precari (circa 30mila) altamente in positivo.
Il Direttore generale, Luciano Chiappetta, ha anche comunicato che soprattutto a causa dell’applicazione della riforma Gelmini alle superiori, nel prossimo anno vi saranno circa 8.000 docenti di ruolo in esubero: “circa l´85% – ha commentato la Gilda degli insegnanti – può trovare una ricollocazione in base alle abilitazioni o ai titoli di studio posseduti e, quindi, mediante la mobilità volontaria. Solo circa 1.300 unità di personale docente in esubero si trova attualmente a disposizione, in quanto non dispongono di titoli spendibili”.
Secondo la Uil Scuola quella della soprannumerarietà è diventata una situazione sempre più complessa, che si sarebbe tuttavia benissimo evitare attuando “un organico funzionale, pluriennale e stabile e una titolarità di sede o di rete anche per gli insegnanti di sostegno della scuola secondaria di secondo grado”. Per il sindacato di Di Menna, inoltre, sulla nuova tornata di tagli, la terza in altrettanti anni, “pesa negativamente la contraddizione tra l’aumento complessivo degli alunni e la riduzione degli organici che comporterà l’aumento degli alunni nelle classi”. La conclusione della Uil è realistica: a partire dal prossimo mese di settembre, infatti, il numero complessivo di iscritti ad un corso scolastico aumenterà, infatti, di 5.400 unità rispetto all’anno in corso: le stime ufficiali, sempre fonte Miur, indicano un saldo negativo di 2.700 iscritti nella primaria, di 12.300 in più nella secondaria di primo grado, e di -4.000 nelle secondaria di secondo grado.
Nessuna indicazione è stata data, invece, a proposito delle novità sull’incremento dei licei musicali e coreutici, che dal prossimo anno scolastico diventeranno rispettivamente 40 e 10: di sicuro, per il momento, c’è solo il dato che l’85% delle richieste verranno respinte

La Tecnica della Scuola 05.03.11