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"Dossier Cdr Tg1 contro Minzolini: «Usa tecniche di disinformazione»"

Un ‘libro bianco del Cdr uscente del Tg1 sulla direzione Minzolini, un dossier su quelle che sono definite «raffinate tecniche di disinformazione».

Il dossier è stato presentato oggi con una conferenza stampa tenuta nella sede nazionale della Fnsi dal Cdr uscente (Alessandra Mancuso, Alessandro Gaeta e Claudio Pistola, quest’ultimo da poco uscito dall’azienda per raggiunti limiti di età) e dall’Usigrai, presenti gli stessi vertici del sindacato dei giornalisti, il presidente Roberto Natale e il segretario Franco Siddi, oltre al segretario dell’Usigrai, Carlo Verna. Il dossier – è stato annunciato – sarà presentato alla Direzione Relazioni Industriali e alla Direzione Risorse Umane dell’azienda di viale Mazzini in occasione della riunione della commissione paritetica Rai-Usigrai in programma il 6 aprile.

Il dossier messo a punto dal Cdr uscente della testata ammiraglia della Rai parte dall’insediamento di Minzolini alla direzione (giugno 2009) ed arriva ai giorni nostri. In conferenza stampa è stata distribuita la parte relativa a gennaio 2011. Alessandra Mancuso ha definito l’elenco puntiglioso relativo a gennaio di quest’anno «solo uno spaccato di quanto avvenuto in tutto questo tempo».

Ha parlato di «gioco di squadra tra Tg1 e testate come Panorama, Il Giornale, Libero, Kalispera» con cui è stato portato e viene portato «un costante attacco agli altri». Per la componente del Cdr uscente «il Tg1 è schierato». Ha sostenuto come ad esempio nel Rubygate «le indiscrezioni, così definite dal Tg1, non vengono mai raccontate, a differenza invece di quelle per la casa di Montecarlo»; la politica «è ridotta a ‘pastone’, a panino»; sono state fatte «campagne contro il presidente della Regione Sicilia Lombardo e gli sprechi in Sicilia, però nulla si dice su ‘parentopolì a Roma».

E ancora: c’è come un ‘silenziatore’ sulle «posizioni critiche del governo», come pure sono «silenzate» le proteste delle donne, il caso Fiat, la Cei e il Vaticano, «specie quando la Cei prende posizione sul Rubygate», ed anche «quando si toccano i temi dell’economia». Inoltre «è sparito il diritto di replica». Sulla stessa linea anche gli altri componenti del Cdr uscente. Claudio Pistola ha sottolineato «la fatica enorme negli incontri con Minzolini, con la sua pervicacia nel non calarsi nel servizio pubblico» ed ha parlato anche di «pesante responsabilità della direzione nel suo complesso, e questo sorprende perchè alcuni dello staff vengono da una lunga esperienza al Tg1».

Nel suo intervento il segretario nazionale della Fnsi ha ricordato come «Minzolini abbia introdotto la stagione degli editoriali. Di per sè non sono contestabili sul piano della forma, mentre diventa problematico se gli editoriali anticipano o posticipano o addirittura censurano notizie prim’ancora che queste avvengano o si conoscano».

Siddi ha parlato di «giornalisti mortificati dalla scelta di impaginazione. Una sofferenza che si riflette nel rapporto con il pubblico e con i colleghi, alcuni dei quali in fuga dalla testata». Il segretario della Fnsi ha parlato anche di «volontà ritorsive che continuano» e «quando s’intimidisce il giornalista s’impoverisce l’informazione. Per il sindacato parlare contro un giornalista è sempre difficile. Chiediamo che i giornalisti che pongono elementi di discussione non siano considerate figure di disturbo».

Siddi ha definito la vicenda Tg1 «una questione molto delicata, è diventata questione di legalità. La sfera dei direttori non può essere fatta di atti di arroganza, atti illegittimi»..

«L’unica faziosità che c’è al Tg1 è il cdr dimissionario, e lo dimostra il risultato delle elezioni con cui è stato votato il nuovo cdr. Così Augusto Minzolini nel replicare seccamente al cdr uscente che oggi ha presentato in conferenza stampa un ‘libro biancò sull’attuale direzione della testata ammiraglia Rai.

da www.unita.it