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"Gay nella pubblicità? Per il governo è scandalo", di Francesco Merlo

L´Italia sta diventando il paese degli energumeni. Giovanardi si è scagliato contro l´Ikea bollando come anticostituzionale la pubblicità che “apre” alla famiglia gay.
Il ministro è l´energumeno che nelle sedi istituzionali “affida alla parola” la propria ferocia. Quello che per strada aggredisce e spranga gli omosessuali è l´energumeno che “dà luogo” alla propria ferocia. La violenza è la stessa, solo espressa in maniera diversa. Nei palazzi illuminati c´è l´energumeno che vomita pregiudizi, e nei vicoli bui c´è l´energumeno che aggredisce Paola Concia e la sua compagna Ricarda, insulta le lesbiche…
L´immagine di Ikea è lieve e gentile: due ragazzi di spalle, leggeri anche negli abiti, si tengono per mano. C´è qualcosa che in nessuna famiglia è garantita: l´amorevolezza, la dolcezza, i sentimenti forti e fragili della reciprocità e della solidarietà. Chi prova e mostra simili sensibilità di cuore sta dentro la Costituzione. E non solo dentro quella italiana, ma dentro quella sovranazionale e sovrareligiosa, che all´articolo uno dice: «Sta fuori dalla Costituzione chiunque si esprima e agisca contro la tenerezza e contro l´affetto».
Solo ai Giovanardi di botte e di governo possono venire in mente gli organi sessuali e la sodomia dinanzi all´affetto e alla tenerezza. A noi vengono in mente Gesù Cristo, san Francesco o, che so?, Achille e Patroclo, Eurialo e Niso, le coppie inossidabili di cui è piena l´umanità. E anche l´erotismo di due ragazzi che si tengono per mano, se proprio lo vogliamo trovare, è fatto di cose inafferrabili, è sempre indicibile. Solo ai fanatici vengono in mente il pene e la vagina, non la sostanza dell´amore familiare ma la forma degli organi riproduttivi. Ministro Giovanardi, da quale caverna viene fuori? Altro che cristianesimo! Altro che esegesi da costituzionalista! Queste sono ossessioni fisiche da malato.
Ed è identica anche la viltà dei Giovanardi di botte e di governo: come il ministro, protetto dal ruolo, conta sull´immunità, così il picchiatore, protetto dal buio o magari dalla folla, conta sull´impunità. Ed entrambi stanno dentro la fortezza del luogo comune, l´idea cioè che l´affetto e l´amore familiari siano solo di maschio e femmina. Perché è ovviamente vero che le famiglie sono, in maggioranza, eterosessuali, ma è l´esclusione che rende odiosi i Giovanardi. La famiglia eterosessuale è legittima ed è benedetta finché non esclude. L´anima delle famiglie è infatti comune, sia essa sotto la forma classica sia essa nelle forme nuove, allargate, pasticciate, ricostruite: famiglie “a tempo” e famiglie “per sempre”, etero o mono, fondate sul matrimonio o sulla convivenza, sui fiori d´arancio o sulla discrezione. Nel catalogo Ikea ci sono i bimbi neri di genitori bianchi, le unioni multietniche, le aggregazioni e le coppie di fatto: due donne che insieme montano le tende della camera da letto e due ragazzi che si tengono per mano nella normalità delle librerie Billy e degli armadi a muro Pax. Il divano Klippan è anticostituzionale? È come se noi decidessimo che gli uomini con i capelli biondi sono anticostituzionali. Dov´è l´eversione dei capelli biondi? E dov´è l´eversione degli affetti omosessuali?
E non fatevi ingannare da chi vi dirà, tutto compiaciuto, che in fondo Ikea voleva provocare proprio i Giovanardi, che puntava sul rovesciamento dei luoghi comuni, che voleva snidare i cretini utilizzandoli come inconsapevoli compari di marketing, che cercava gli utili idioti per fare pubblicità alla pubblicità. Non è cosi. Qui non ci sono palpeggiamenti, non c´è l´arte dell´eccesso alla Oliviero Toscani ma quella della normalità, e non c´è neppure la sguaiataggine oggi così diffusa. Questa è una pubblicità civile, il suo dominio è la misura. Il materiale prevalente di Ikea è il legno, la filosofia aziendale e la pubblicità puntano sull´essenzialità e sull´uguaglianza, “design democratico” lo chiamano, e forse è snob o forse è solo pubblicità scandinava, di civiltà placata e non aggressiva. Insomma non è una trovata. Semmai un aforisma francescano. E dunque, per dirla tutta, qui non si percorrono le frontiere del gusto, e il cretino non è la lepre stanata dal pubblicitario cacciatore, non è l´animale appeso alla sua cartucciera. No. Giovanardi è Giovanardi a prescindere.

La Repubblica 24.04.11