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"Il fascismo dentro di loro. Sotto attacco la democrazia", di Claudia Fusani

Sono quattro i disegni di legge in discussione tra Camera e Senato: dalla norma per disciplinare le associazioni combattenti e reduci a quella per abolire la XII norma transitoria della Carta sul partito fascista. Mescolare le acque in un unico calderone per mettere sullo stesso piano partigiani e repubblichini. Rivedere i libri di testo perché sulla storia «non sono imparziali». E già che ci siamo anche una bella commissione d’inchiesta su quello che è accaduto tra il ‘44 e il ‘48 nel triangolo tra la Liguria, il Piemonte
e l’Emilia, il triangolo rosso dove particolarmente duro è stato il regolamento di conti tra partigiani e fascisti. Sono proposte di legge spuntate qua e là in Parlamento negli ultimi tre mesi. Di queste ore la notizia di alcuni manifesti che a Roma e a Salerno mani di destra hanno fatto giocare sulla coincidenza di calendario che quest’anno vuole la Pasqua di Resurrezione festeggiata alla vigilia della Festa di Liberazione. L’attacco alla Carta, alle istituzioni, agli organi di garanzia come la Consulta e ai cardini dello stato di diritto come il Parlamento e la magistratura è cronaca quotidiana e battaglia condotta alla luce del sole dai partiti di maggioranza convinti che sia giunto il tempo di cambiare tutto o molto. Ma nella più generale volontà di ristrutturazione dello stato in nome, è la motivazione ufficiale del centro destra, «di un maggior efficientismo dell’organizzazione dello stato», trova posto anche un disegno finalizzato al revisionismo più sfacciato della resistenza e della liberazione dal nazifascismo.
«Non parliamo del tentativo più o meno esplicito di revisionismo – osserva Emilio Ricci, avvocato, membro del Comitato nazionale dell’Associazione
nazionale partigiani – che periodicamente è sempre spuntato fuori. Oggi è diverso. Da un paio d’anni, leggendo insieme varie iniziative, si ha la sensazione invece di assistere a un piano strutturato per riscrivere la storia in modo strumentale. Un piano che questa volta ha la forza dei numeri di cui gode la maggioranza politica».
Il progetto più serio, «insidioso e subdolo» dice Andrea Orlando responsabile Giustizia del Pd, riguarda due pdl in discussione in Commissione Difesa e che recuperano un precedente tentativo (era il 23 giugno 2008) di mettere sullo stesso piano repubblichini e partigiani.
Lo avevano chiamato Ordine del Tricolore. Il Pd si mise per traverso. Il presidente della Camera Gianfranco Fini lo fece morire nei cassetti.
Rispunta a febbraio, prime firme Cirielli e Fontana. In modo più generico vuole «disciplinare le associazioni combattenti e reduci» affidando il tutto alla regia del ministero della Difesa. Il punto è, insiste Orlando, che «chiunque, purchè abbia svolto attività militare, può reclamare il diritto di formare un’associazione di combattenti e reduci a prescindere da due criteri fondamentali: l’adesione ai valori della Costituzione e la distinzione tra legittimamente e illegittimamente
belligeranti». Pd e associazioni partigiane sono convinte che questa norma sia il trucco per dare ai repubblichini di Salò il riconoscimento che cercano da anni. Il 29 marzo viene presentato un altro progetto di legge, questa volta al Senato, che propone di cassare, dopo 63 anni, la 12° norma transitoria della Carta, che «vieta la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista». Il primo firmatario della norma è Cristiano de Eccher, già condannato per via del partito fascista. È un crescendo. Il 12 aprile Gabriella Carlucci (pdl) chiede una commissione d’inchiesta sull’imparzialità dei libri di testo scolastici. Ci aveva già provato Storace nel duemila. Questa volta la Carlucci si porta dietro 19 deputati. Il 20 aprile Fabio Garagnani (pdl) mette sul tavolo la carta più grossa: vuole anche lui un Commissione d’inchiesta «sulla violenza politica tra il
1944 e il 1948 nel triangolo rosso tra Piemonte, Liguria e Emilia dove ci fu un terrore di massa in nome della Resistenza ma in realtà in un’ottica marxista furono colpiti innocenti cattolici e laici». E’ il filone revisionista avviato da Giampaolo Pansa

L’Unità 25.04.11