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Allarme per le norme sulle assenze "In 20mila sono a rischio bocciatura", di Corrado Zunino

La Rete degli studenti, che poi sono i moderati di sinistra, offre un numero preoccupante: 20 mila ragazzi delle scuole medie superiori sono a rischio bocciatura per aver superato le 50 giorni di assenza. Non è facile verificarlo, ma in alcune realtà – a Napoli e a Palermo, innanzitutto, e anche a Trento – la questione assenze potrebbe diventare l’urgenza di questo finale di stagione scolastica. Le indicazioni del ministero della Pubblica istruzione, con un carico di ambiguità proprio della sua dirigenza, affida ai singoli Consigli d’istituto la scelta: stangare o non stangare. La circolare ministeriale diramata lo scorso 4 marzo era precisa e severa anche se ora, vicini alla chiusura scuole, molti presidi si appellano al buonsenso: “Sarebbe sbagliato e diseducativo bocciare chi ha tutte le sufficienze solo perché ha superato il tetto delle assenze”. Cinquanta giorni lontani dalle lezioni vanno calcolati, per la precisione, sul monte ore: 250-300 ore, a seconda delle classi. Rappresentano un quarto dell’intero anno scolastico. Il timore della strage per le assenze, ecco, è presente nelle aule di licei e istituti. “La Gelmini ci vuole punire per le occupazioni fatte in autunno, quando l’abbiamo messa in difficoltà”, dice Sofia Sabatino, portavoce della Rete degli studenti, “oggi numerosi ragazzi hanno già abbandonato la scuola, certi che saranno bocciati. La conseguenza di questo provvedimento pensato contro l’assenteismo è l’aumento della dispersione scolastica”.

Ci sono presidi che contano le occupazioni come assenze, altri, a fronte di una registrazione iniziale degli studenti che nel seguito della mattinata si sono autogestiti, no. Si segnalano aree di crisi all’Istituto tecnico Majorana e al classico Vittorio Emanuele II di Palermo. A Napoli alcuni istituti sono stati occupati in autunno anche venticinque giorni di fila. Problemi sono segnalati, quindi, ai licei classici Garibaldi e Genovesi. Saverio Petitti, presidente dell’associazione presidi della città, dice: “Il problema esiste, non sappiamo come considerare le occupazioni. Se non si trovano i responsabili dell’atto bisognerà risolvere la questione giustificando le assenze. Chi ha subito l’occupazione ed è stato considerato assente potrebbe aprire un contenzioso”. Il professor Mario Rusconi, preside del liceo Newton a Roma, aggiunge: “Il numero di studenti che rischia di non essere ammesso a scrutini e maturità per le troppe assenze è consistente. Va detto che l’inserimento del tetto massimo in queste stagioni aveva funzionato da deterrente nei confronti di chi abbandonava le lezioni con l’arrivo della primavera. Quest’anno al nostro liceo abbiamo avvertito le famiglie degli studenti al limite: siamo riusciti a recuperare quasi tutti i ragazzi e a scoprire disagi fisici e psichici sconosciuti ai padri e alle madri”.

Nell’intera regione Trentino si stimano duecento posizioni a rischio, la Provincia di Trento tranquillizza: “Chi va bene a scuola non sarà bocciato, esiste un margine di discrezionalità che permetterà ha chi ha i meriti di essere salvato”. Gli uffici, però, fanno notare come “quasi sempre l’assenza si accompagna a un profitto insufficiente”. Lo stesso ministro Mariastella Gelmini ha assicurato che non c’è automatismo tra occupazione e bocciatura, “vogliamo solo invogliare gli studenti alla partecipazione”, ma gli studenti si dicono pronti alla battaglia: è già partita una campagna di ricorsi dove si chiede l’appoggio di insegnanti e genitori. “Non si possono rendere pubbliche le regole a marzo, a stagione inoltrata, quando molti sono già al limite delle assenze”, sostengono quelli della Rete. E ancora, “non si possono accettare deroghe per ragioni di sport ed essere inflessibili sulle assenze per ragioni politiche”.

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