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"Nucleare, sì al referendum. Bersani: trucchi caduti", di Andrea Carugati

Il 12 e 13 giugno si voterà anche per il referendum sul nucleare. L’ufficio elettorale della Corte di Cassazione ha stabilito, infatti, che le modifiche apportate dal governo alle norme sul nucleare non precludono la celebrazione della consultazione popolare. La Cassazione ha quindi confermato che i cittadini potranno esprimersi anche sul quesito depositato a suo tempo dall’Idv, che resta in campo assieme agli altri tre, due sull’acqua e uno sul legittimo impedimento di premier e ministri a partecipare alle udienze. È stata così accolta l’istanza presentata dal Pd che chiede di trasferire il quesito sulle nuove norme appena votate nel dl omnibus: quindi la richiesta di abrogazione rimane la stessa, ma invece di applicarsi alla precedente legge si applicherà appunto alle nuove norme sulla produzione di energia nucleare (art. 5 commi 1 e 8).

Si brinda sotto il Palazzaccio
Un presidio organizzato dai Verdi ha accolto, stappando con una bottiglia di spumante, la decisione della Corte di Cassazione di andare alle urne per il nucleare. «Oggi – ha detto Angelo Bonelli dei Verdi – ha vinto la democrazia. Il problema è stabilire chi paga il costo di tutto questo. E io credo che lo debba pagare chi ci ha portato oggi a questa situazione con un provvedimento truffa. Per fortuna ci sono gli organi costituzionali a salvaguardia della democrazia».

Finocchiaro, pd: bellissima notizia
«Questa mattina riceviamo la bellissima notizia che la Cassazione ha stabilito che le modifiche apportate dal governo alle norme sull’energia nucleare non precludono lo svolgimento del referendum». Lo dice Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, sottolineando che «avevamo sostenuto, anche attraverso la presentazione di una memoria alla Cassazione, che c’erano tutte le ragioni perchè il referendum sul nucleare si svolgesse». Per Finocchiaro «hanno vinto la Costituzione e i diritti dei cittadini italiani. Questa decisione fa giustizia delle vergognose manovre che il Governo aveva messo in campo per evitare che i cittadini italiani si esprimessero su una scelta così fondamentale. Berlusconi e la sua maggioranza, che si richiamano al popolo e alla sua volontà quando fa loro comodo, ora temono le urne e il giudizio popolare. Il voto di domenica scorsa è stato un segnale forte che è venuto da tutta Italia: i cittadini italiani bocciano le scelte di questo Governo». «Ci auguriamo che anche dalla consultazione referendaria, che riguarda anche scelte molto importanti sull’acqua e sulla legge che riguarda il legittimo impedimento, venga un segnale altrettanto univoco e forte. Il Pd si impegnerà affinchè questo avvenga facendo una forte campagna per sostenere il si ai 4 quesiti referendari», conclude.

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