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"Dedurre i costi dell'Istruzione, l'esempio della Germania", di Mara Gergolet

La Corte dei Conti tedesca introduce un concetto, e una norma, che va in controtendenza con le riforme dell’Università di Cameron in Inghilterra (e anche con quelle della Gelmini in Italia): l’istruzione sia più pubblica e più gratuita possibile. Vuoi studiare? Puoi dedurre i costi dell’istruzione dalle tasse, quando troverai un lavoro. Con una sentenza a sorpresa, e finita sulle prime pagine dei giornali, la Corte dei Conti tedesca introduce un concetto, e una norma, che va in controtendenza con le riforme dell’Università di Cameron in Inghilterra (e anche con quelle della Gelmini in Italia): l’istruzione sia più pubblica e più gratuita possibile.
Non che i giudici di Francoforte, chiamati a esprimersi sul caso di un pilota d’aereo e di un medico, non abbiano posto dei paletti. Sì può, cioè, scaricare l’affitto, i costi del corso e dell’acquisto del computer non a casaccio, ma purché si dimostri che sono stati indispensabili e finalizzati alla propria formazione. Inoltre, la sentenza di fatto estende una legge già istituita per la cosiddetta formazione ai «mestieri»: i costi (e l’acquisto dei materiali) dei praticanti di «bottega» da tempo si possono scaricare. Ora potranno farlo anche i professionisti, e chi si indirizza ai lavori intellettuali: in modo retroattivo, subito dopo aver trovato un impiego, per cifre consistenti (nel caso del pilota, 15 mila dei 20 mila euro spesi).
Certo, la Germania è il Paese dei conti pubblici in pareggio, diventata negli ultimi tempi un portabandiera dell’austerità e del rigore. Però sentenze come questa ricordano che, al di là dell’estesa rete sociale che la permea, poggia anche su valori condivisi. Come quello dell’istruzione, che è un valore democratico, che lo Stato promuove e tutela.

Il Corriere della Sera 19.08.11

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