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Bersani e la piazza del 5: «Ridiamo fiducia all’Italia», di Virginia Lori

Essere in piazza SanGiovanni sabato con lo spirito di una festa popolare: un appello a «tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro paese per avviare insieme una ricostruzione democratica, sociale ed economica dell’Italia». Dopo il vertice del Pd nella sede di via del Nazareno sulla crisi, il segretario Pier Luigi Bersani lancia la manifestazione del 5. Che vede come una «festa di popolo, aperta alle donne e agli uomini che desiderano manifestare il proprio impegno». Una festa con i concerti, tra gli altri, di Roberto Vecchioni, dei Marlene Kuntz, di Ziggy, apre, anche prima delle 14,30, la Med Free Orkestra. L’intento, spiega Bersani, è quello di imprimere «fiducia» più che come manifestazione di partito l’invito è a «venire in nome del popolo italiano, con le bandiere italiane, per dire che con il cambiamento, l’Italia ce la fa». In un momento così difficile il segretario Pd anticipa che indicherà «alla nostra gente», alle centinaia di associazioni, la strada che va percorsa. E proprio la «presenza di massa» cercherà di rispondere «a un’esigenza di rassicurazione rispetto alla gravità della situazione che stiamo vivendo e che si annuncia difficile».
L’organizzazione della manifestazione va avanti da giorni, in manoa Lino Paganelli, macchina umana delle feste democratiche e dell’Unità, e Nico Stumpo, responsabile organizzativo del partito: già prenotati 14 treni, due navi dalla Sardegna, oltre 700 pullman. Sarà un’occasione anche per restituire a Piazza San Giovanni «il posto che merita nella storia dell’Italia repubblicana, come luogo simbolo delle grandi manifestazioni democratiche», ha spiegato Bersani.
«Abbiamo le risorse per riprendere il cammino che ci spetta, per riconquistare la dignità che meritiamo, per riprenderci il nostro futuro di donne e uomini, di persone libere, serie, capaci». Le donne, soprattutto, che, «come sta accadendo anche in altre aree del mondo, a cominciare dalla sponda Sud del Mediterraneo» con la loro mobilitazione sono «uno dei pilastri fondamentali del cambiamento della società. A loro si rivolge il Pd e così pure a tutti gli uomini che hanno a cuore il futuro nazionale».
Sul palco ci saranno anche il candidato alle presidenziali francesi François Hollande e il presidente della Spd tedesca Sigmar Gabriel, come testimoni di un cammino comune dei progressisti europei in vista delle elezioni che impegneranno diversi paesi e «che potranno riportare l’Europa fuori dalle secche dove è stata condotta dai governi delle destre, contro i vari governi delle destre», ha proseguito Bersani. Anche Massimo D’Alema invita alla partecipazione: «L’emergenza è la drammatica crisi del paese e il fatto che tante persone scendano in piazza per dare un segno di speranza e di fiducia nell’Italia è un messaggio positivo. Se ci barricassimo in casa sarebbe un messaggio di disperazione».
Non la pensa così, evidentemente, Marco Follini, che sabato non sarà in piazza. Il senatore Pd, ex segretario
Udc, ha chiesto al Pd di ripensare la manifestazione di sabato a Roma: «Non siamo in campagna elettorale».
I MODERATI DEL CENTROSINISTRA
Resta isolata, perché i Moderati per il centrosinistra ci saranno, il corposo drappello piemontese guidato dal leader movimento,Giacomo Portas. Benduemila moderati arriveranno a Roma in treno da Torino e con 19 pullman anche dalla Lombardia, dall’Emilia e dal Veneto, con mele e prodotti tipici del Piemonte da regalare ai romani per dimostrare gratitudine nei confronti della città che ospita la manifestazione. «Parteciperemo convintamente alla manifestazione – spiega Portas – contro un governo ormai imbarazzante e inadeguato sia dal punto di vista politico che economico».

L’Unità 03.11.11