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Btp-Bund: sfondata la soglia dei 460 punti

Le borse aprono malissimo e poi riprendono a correre dopo l’intervento della BCE che, nel primo pomeriggio, decide di tagliare i tutti i tassi dello 0,25%. Bersani: Siamo finiti sul fronte più esposto alla bufera”. Sfonda la soglia dei 460 punti lo spread dei Btp italiani rispetto al bund tedesco. Il differenziale ha toccato quota 462 punti, con il titolo decennale che ha raggiunto un rendimento del 6,4%. Questo quanto è accaduto oggi in apertura dei mercati. Una situzione davvero drammatica che è andata migliorando con il passare delle ore.

Dopo l’intervento diretto della BCE sul mercato secondario, c’è stato un restringimento dello spread. Per effetto degli acquisti il differenziale tra Italia e Germania sulla scadenza decennale è sceso sotto i 450 centesimi. Al momento il differenziale si attesta a quota 449 punti, anche se il rendimento dei titoli rimane alto, al 6,33%.

La Bce ha deciso di tagliare tutti i tassi dello 0,25%: quello fisso di rifinanziamento scende all’1,25%, quello sui depositi passa allo 0,50% e quello marginale al 2%. E’ questa la decisione presa dal consiglio direttivo della banca centrale europea, riunito per la prima volta sotto la presidenza di Mario Draghi. L’ultimo intervento risale al 7 luglio scorso, quando il tasso di riferimento venne portato all’1,50%.

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Ieri nella conferenza stampa di analisi sulle crisi economica Pier Luigi Bersani aveva dichiarato: “Lo spread e il costo del nostro debito hanno raggiunto punti insostenibili e si nota sempre di più il mutismo e il disorientamento del governo. Siamo finiti (e immaginavamo potesse essere così) sul fronte più esposto alla bufera”.

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Commentando le anticipazioni delle misure di liberalizzazioni contenute nel maxiemendamento approvato dal Cdm, per Antonio Lirosi (responsabile Consumatori e Commercio del Pd) “secondo quanto riportano oggi i quotidiani, c’è voluto il pericolo del tracollo perché il governo riconoscesse di aver sbagliato sulle professioni, modificasse le norme della manovra di luglio ed eliminasse le tariffe di riferimento, ripristinando di fatto il decreto di Bersani nel 2006; si riprendesse il potere, affidato precedentemente agli ordini professionali, di dare attuazione (ma con un anno di tempo) ad una semi-riforma; introducesse una disciplina positiva delle società tra professionisti il cui divieto di costituzione era stato già eliminato dalle leggi Bersani”.

“Nel maxi emendamento –continua Lirosi- sulle liberalizzazioni delle professioni non c’è quindi nessun passo avanti rispetto alle norme varate nel 2006. Semmai ce ne fosse stato bisogno, è l’ennesima dimostrazione di quanto abbiano pesato sulla sorte del paese gli errori del governo di centrodestra, che appena arrivato ha cancellato numerosi buoni provvedimenti presi dal centrosinistra, dalle liberalizzazioni alle misure contro l’evasione fiscale. Sono diversi i settori bisognosi di misure per promuovere la concorrenza (trasporti, farmaci, servizi bancari, rc-auto, carburanti, etc) ed è chiaro che il Governo Berlusconi ha sprecato anche questa ultima occasione, perchè è poco credibile che nel testo dell’emendamento ci possano essere disposizioni realmente efficaci in questa direzione.

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