partito democratico, politica italiana

«C'è da festeggiare, con sobrietà», di Marina Sereni

Il Governo Berlusconi ha le ore contate. Quante volte lo abbiamo letto, scritto, desiderato? Oggi sta veramente per accadere e nella nostra gente sento incredulità e qualche interrogativo. Non e’ la caduta che ci si era immaginati: non c’e’ stato il voto di sfiducia classico e le dimissioni del premier sono, mentre scriviamo, ancora soltanto annunciate, anche se intanto si discute ampiamente di un nuovo Governo a guida Monti. Sabato sera pero’ all’annuncio seguirà il fatto: Berlusconi sara’ a tutti gli effetti l’ex Presidente del Consiglio. Si potrà festeggiare finalmente? mi chiedono alcuni nostri militanti. Si’, rispondo, con sobrietà perché le condizioni di vita delle persone sono difficili, le preoccupazioni per il posto di lavoro, la famiglia, l’azienda sono dure e le incertezze ancora molte. Tuttavia si deve e si può salutare con soddisfazione e speranza le dimissioni di Berlusconi, perché sono prima di tutto il risultato di una nostra battaglia in Parlamento e nel Paese. Mentre in tanti ci accusavano di fare del facile antiberlusconismo noi avevamo colto in anticipo sia la gravita’ della crisi economica e sociale, sia il declino e la pericolosa perdita di credibilità del nostro Governo. Se oggi si può cominciare ad archiviare la lunga stagione del berlusconismo e se si può vedere nel Governo di emergenza l’avvio di una la fase politica nuova e’ dunque merito in grande misura del Pd, della mobilitazione popolare e dell’unita’ delle opposizioni che noi abbiamo ricercato e costruito.
Siamo ad una svolta politica che abbiamo tanto agognato e che ora rischia di coglierci di sorpresa. Da domani la sfida per noi non e’ più far cadere Berlusconi ma salvare e ricostruire il Paese. E lo dovremo fare, come abbiamo detto con grande coraggio e nettezza, molto probabilmente sostenendo un governo di emergenza guidato da una personalità che non proviene dalla politica. Non sara’ una passeggiata, il nostro popolo lo sa. Dovremo contribuire a fare scelte non ordinarie, dovremo farlo avendo a fianco esponenti del centrodestra. Di quel centrodestra che abbiamo contrastato duramente e che ha gravi responsabilità per la situazione economica e sociale italiana.
Il Pd questa prova difficile (ma necessaria se per noi prima di tutto viene l’Italia, come hanno detto Bersani e Franceschini in questi giorni) la può affrontare e vincere se saremo uniti nell’ambizione di influenzare il programma del Governo d’emergenza: crescita, rigore, equità debbono e possono andare insieme. Quando pochi mesi fa il Prof. Monti partecipo’ ad un’audizione sul Documento di Economia e Finanza disse con grande chiarezza che una politica di soli tagli, senza attenzione alla crescita, non avrebbe funzionato. Purtroppo i fatti gli hanno dato drammaticamente ragione. Ora siamo, in una situazione straordinaria, tutti alla prova. Noi possiamo mettere il nostro partito al servizio di una grande fase di cambiamento, di una stagione di riforme, economiche, sociali e politiche. Una politica fiscale che premi il lavoro e l’impresa sulla speculazione e la rendita, un intervento sulle grandi ricchezze e sui grandi patrimoni, una riorganizzazione del welfare che costruisca nuovi diritti e combatta le diseguaglianze. E, insieme, una riforma della legge elettorale che corregga le distorsioni al bipolarismo prodotte dal Porcellum, una riforma del Parlamento, una riforma della politica e dei partiti. Con il governo “dei tecnici” può paradossalmente tornare centrale il ruolo della politica, dell’elaborazione riformista, del partito politico come soggetto indispensabile a realizzare le riforme difficili, i cambiamenti profondi che la crisi ci impone.

da http://www.areadem.info