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Camera dei Deputati: fiducia al governo Monti, dichiarazioni di voto di Pier Luigi Bersani e intervento di Dario Franceschini

Signor Presidente, voglio rivolgere al Presidente del Consiglio, alle signore e ai signori Ministri gli auguri di buon lavoro. Noi abbiamo apprezzato, ed in larghissima parte condiviso, il discorso del Presidente del Consiglio; ne abbiamo veramente apprezzato lo stile; voteremo la fiducia al Governo senza giri di parole, senza asticelle, senza paletti, senza termini temporali. Abbiamo lavorato perché la svolta ci fosse, abbiamo lavorato perché un nuovo Governo potesse nascere, lo abbiamo fatto con onestà, con unità fra di noi, con disinteresse: prima di tutto l’Italia è stato il nostro slogan (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo). Lo abbiamo fatto con rispettoso riguardo alle indicazioni del Capo dello Stato, che da italiani vogliamo ancora una volta ringraziare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Rivendichiamo di avere visto, da tempo e per tempo, la crisi; rivendichiamo di aver visto, da tempo e per tempo, l’esigenza di un cambio di rotta; ed è per questo, signor Presidente del Consiglio, che nessuno come noi conosce i compiti pesanti e drammatici che ha di fronte questo Governo. Sia dunque chiaro come ci comporteremo, e voglio dirlo con semplicità, davanti agli italiani. Signor Presidente del Consiglio, in primo luogo noi tuteleremo il suo Governo verso chiunque volesse scaricare su di esso responsabilità che non ha (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Mi auguro, caro Reguzzoni, che non sia così, perché se così fosse, sia chiaro che noi non stiamo zitti, perché loro sono lì da un giorno, noi siamo qui da tre anni, vi abbiamo visto all’opera negli ultimi otto anni su dieci e conosciamo la colla dei manifesti; sia chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
In secondo luogo, noi non pretenderemo mai di dettarvi i compiti e neanche ci aspettiamo che voi facciate, su tutto, quello che faremmo noi; vi sosterremo lealmente e lo faremo però con l’orgoglio delle nostre idee, con la bussola delle nostre idee. Ecco alcune delle nostre idee, vi chiediamo semplicemente di tenerne conto, sto alla sostanza naturalmente, i particolari si vedranno: noi non chiediamo miracoli, ci fa piacere che non ne promettiate; chiediamo sobrietà, ci fa piacere che la stiate dimostrando; desideriamo verità e fiducia, perché la fiducia nasce solo dalla verità, e ci fa piacere aver ascoltato finalmente parole di verità sulla crisi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi non pensiamo che la fase finale di una legislatura, senza la spinta di una grande consultazione popolare, elettorale, possa dare vita a quella ricostruzione democratica e sociale che mettiamo nel nostro orizzonte, nel nostro impegno, che continua e rimane quello, e tuttavia confidiamo che una traccia del percorso da fare possa essere posta subito, che l’emergenza possa essere affrontata con vigore, che possano mettersi in cammino processi di riforma, sia su impulso del Governo sia per iniziative parlamentari sui temi elettorali, istituzionali, della sobrietà, del rigore della vita pubblica, della politica. Quella traccia a cui mi riferisco noi desideriamo vederla sui grandi assi, nella prospettiva di ricostruzione e di riscossa che immaginiamo per l’Italia. Noi desideriamo che l’Italia torni al suo posto in Europa con la dignità di un Paese fondatore. Bene, molto bene, Presidente del Consiglio, che noi riprendiamo il nostro posto tra le prime tre realtà di questa Europa; molto bene (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori)!

E desideriamo che l’Italia aiuti l’Europa ad essere Europa, perché il problema non è l’euro, ma l’Europa che non c’è e se noi dobbiamo togliere l’Italia dal luogo più esposto della crisi, dove non dovremmo essere, dove siamo stati portati drammaticamente e pericolosamente questo non basta. Infatti se non si correggono alcuni fondamentali delle politiche europee che abbiamo visto fin qui nessuno può davvero salvarsi, nessuno. E desideriamo che l’Europa volga finalmente lo sguardo al Mediterraneo, a proposito del nostro sud, con le enormi novità che stanno avvenendo lì, purtroppo nel nostro assordante silenzio.
Lei ha puntato sulla crescita, bene le dico cosa pensiamo noi. Noi pensiamo che le disuguaglianze sociali e territoriali siano contro la crescita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che la dequalificazione, il declassamento del lavoro e della conoscenza, che l’eccesso di precarizzazione siano contro la crescita, che le rendite amorfe, le posizioni di rendite corporative siano contro la crescita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che la pletora della pubblica amministrazione sia contro la crescita, che la sottovalutazione dei temi ambientali dell’innovazione tecnologica, dell’efficienza energetica sia contro la crescita. E che in particolare l’egoismo sociale, la vergognosa infedeltà fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) l’idea di salvarsi da soli sia contro la crescita e contro il Paese. Presidente, basta con l’egoismo sociale! Se le rimanesse un solo euro in cassa, per cortesia lo spenda per un servizio per i disabili, perché senza solidarietà non c’è senso di comunità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Italia dei Valori) e senza senso di comunità non possiamo salvarci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori).
Basta con l’egoismo sociale, ci vuole uno sforzo collettivo, collettivo, dove chi ha di più deve dare di più e dove chi è stato disturbato meno deve esser disturbato di più. E le chiediamo dentro questa ispirazione – lo diceva anche l’onorevole Casini – riprenda il filo del dialogo sociale, partendo dal 28 giugno, da quella base, perché quella base dia nuovi frutti, una vera assunzione di responsabilità. Su ogni singolo tema i nostri parlamentari sono a disposizione e saranno costruttivi per sostenere quello che lei ha definito un Governo di impegno nazionale. Benissimo, un Governo di impegno nazionale: ciascuno si prenda la sua responsabilità, noi non metteremo condizioni e non accetteremo che ve ne siano. Certo, anche oggi lei ha dimostrato di non avere timidezze e questo ci fa molto piacere e così come non ne ha avute, per esempio, nominando le pensioni, sono sicuro che, qualora venisse il caso, non ne avrebbe neanche per nominare, per esempio, i grandi patrimoni immobiliari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Infine, e concludo su questo, noi desideriamo essere presenti in Europa non solo per gli spread, che sono rilevantissimi anche se vedo già qualche segnale positivo. Ci interessa esserci per i diritti di cittadinanza e di civiltà e riprendo quel che ha detto l’onorevole Franceschini (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Noi, cari leghisti, vi dico dove ci avete portato con un esempio solo: noi abbiamo centinaia di migliaia di figli di immigrati che pagano le tasse e lavorano, che stanno andando a scuola, che parlano l’italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori e di deputati del gruppo Popolo della Libertà – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) e che non sono né immigrati né italiani, non sanno chi sono! È una vergogna!
In Europa ci si va con delle misure di civiltà. Non possiamo solo parlare alle tasche degli italiani, dobbiamo parlare anche al cuore degli italiani e al nostro stesso cuore, che si è addormentato dopo la vostra cura. Basta! Basta (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori e di deputati del gruppo Popolo della Libertà – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Ho finito. Concludo con questo. Solo dieci giorni fa – dicasi dieci giorni fa – si è chiusa qui in Parlamento una fase. Dopo solo dieci giorni siamo in un altro universo. Lo dico per tutti, guardate, per tutti, sentendomi solidale con tutto questo Parlamento.
Voglio dire questo: non so in quanti altri posti al mondo, in analoghe condizioni, compresi i Paesi che ci fanno la lezione, sarebbe stato possibile, in dieci giorni, un fatto di questo genere.
Questo significa che alla fine siamo italiani e siamo ancora in condizione di stupire, solo che abbiamo fiducia in noi stessi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori – Congratulazioni. Dai banchi del gruppo della Lega Nord Padania si scandisce: Elezioni! Elezioni!).

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DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, grazie davvero, a nome dei deputati del Partito Democratico, per aver messo le sue competenze, la sua credibilità internazionale al servizio del Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo e Italia dei Valori). Questo, ci ricorda tanto un momento in cui un grande italiano, allora Governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, si assunse l’onere, di fronte al mondo e di fronte al Paese, di mettere la sua credibilità personale per far uscire l’Italia da un altro momento di crisi.
Grazie anche per il modo rispettoso e attento con cui si è rivolto al Parlamento, di cui da pochi giorni lei fa parte come senatore a vita, e grazie davvero, anche dal punto di vista personale, me lo consenta, per le parole con cui ha dichiarato l’emozione vera e autentica, lo si è capito, che ha provato entrando in quest’Aula. La stessa che probabilmente hanno sentito questa mattina alcuni ministri; è la stessa emozione che sente, sempre, chi entra qui per la prima volta se crede nella laica sacralità delle istituzioni repubblicane.
L’Aula è il luogo del confronto, il luogo dello scontro politico, anche duro, lo è stata in questi centocinquant’anni di storia italiana, lo è stata anche, con molte distorsioni, in questi tre anni e mezzo di legislatura, caratterizzati da un rapporto difficile tra maggioranza e opposizione, figlio di un bipolarismo incompleto, pieno di anomalie, dentro un Paese spaccato, dilaniato, che è sembrato, purtroppo, incapace di individuare un terreno comune tra avversari. Eppure la storia italiana, quando il mondo era più difficile, diviso in blocchi, portava qui dentro partiti che si contrastavano con durezza, ma che condividevano un sistema di regole e di valori comuni.
Oggi siamo nell’emergenza, siamo dentro la durezza della crisi e siamo qui, tutti, perché vogliamo salvare il Paese e questa missione ci impone di voltare pagina. Ci impone di voltare pagina nei comportamenti individuali e politici di noi singoli parlamentari e di noi gruppi parlamentari, lasciando alle spalle i toni di rissa, i toni molte volte troppo duri e troppo violenti e ci impone anche di non girarci a guardarli e a ricordarli, ma di trovare invece la via di una collaborazione.
Proviamo a trasformare l’anno e mezzo che abbiamo davanti, da usare fino all’ultimo giorno, per far diventare quest’Aula il luogo del dialogo, del confronto e anche della collaborazione. Questa è una situazione inedita, è una situazione difficile, fuori c’è il mondo, ci sono i mercati, l’Europa, che aspettano misure immediate, coraggiose, concrete; lei, signor Presidente del Consiglio, ne ha annunciate molte ieri. Nella dichiarazione di voto del segretario Bersani noi riprenderemo i temi che ci stanno più a cuore: il risanamento deve stare insieme all’equità sociale; i sacrifici vanno chiesti in base alle disponibilità di ogni persona; serve un piano immediato di lavoro straordinario per i giovani e la lotta contro l’evasione è una priorità che può essere affrontata non soltanto con l’accertamento ma anche con una misura molto semplice, basta un articolo relativo alla tracciabilità dei pagamenti sopra un importo molto basso.
Quindi fuori il mondo aspetta queste riforme, queste scelte coraggiose e qui dentro ci troviamo invece con un Governo che per la prima volta dal 1946 non è espressione di una maggioranza politica, ma soltanto di una maggioranza parlamentare, un Governo che è pieno di personalità scelte per le loro competenze e un Governo sostenuto da forze che sono state, che sono, e che saranno, avversarie alle prossime elezioni e che scelgono di collaborare per salvare il proprio Paese.
Lo stesso modo in cui noi oggi, per la prima volta, non presentiamo una mozione di fiducia firmata da tutti i capigruppo parlamentari, ma singole identiche mozioni di fiducia, una per ciascun gruppo, è la prova di come nasce in modo inedito questa maggioranza.
Qualcuno ha temuto che il Governo tecnico avrebbe finito per sottrarre centralità al Parlamento. Noi invece pensiamo l’opposto per diverse ragioni. Il primo motivo è la centralità perché l’assenza di una maggioranza politica toglie quei luoghi legittimi – incontri tra i partiti, i vertici propri appunto delle coalizioni – e porta tutto il confronto di merito sulle singole scelte in Parlamento, nel confronto tra i gruppi parlamentari, nel confronto tra i gruppi, le Commissioni parlamentari e il Governo. Tutto qua, tutto in Parlamento, e dovremo trovare, signor Presidente, le forme perché il coinvolgimento sulle scelte del Parlamento non sia soltanto nel momento dell’approvazione o delle modifiche delle misure proposte dal Governo, ma sia nella preparazione delle misure del Governo, in un rapporto molto stretto tra le Commissioni parlamentari e i Ministeri.
Il secondo motivo per cui potremmo trovarci e vogliamo trovarci in una situazione di nuova centralità del Parlamento, è che l’assenza fisiologica, normale, dello scontro politico tra maggioranza e opposizione, almeno come l’abbiamo conosciuta, e i tempi che questo comporta, i percorsi parlamentari che questo sempre ha comportato, può invece metterci davanti ad un periodo fecondo in cui approvare molte leggi che il Paese aspetta, anche molte leggi che magari non richiedono la copertura e non richiedono un impegno di spesa, ma che sono ugualmente urgenti. Molte sono pronte, ne cito soltanto una a cui noi teniamo particolarmente. Si tratta di una legge composta da un solo articolo rivolta a quei bambini nati nella nostra terra, vissuti sulla nostra terra, innamorati della nostra terra, ma che hanno l’unica colpa di essere figli di cittadini stranieri, cosa che li condanna a farli sentire ospiti e non possono dirsi italiani soltanto per una norma ingiusta che noi vogliamo, insieme a tutti gli altri, modificare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori).
Il terzo motivo di una nuova centralità del Parlamento, è che mentre il Governo sarà naturalmente concentrato, insieme a noi, sulla missione di risanamento finanziario e di ricostruzione della crescita, noi possiamo approvare le riforme istituzionali che è possibile approvare in diciotto mesi. È l’altra faccia, per l’Italia, dell’uscita dalla crisi: il risanamento deve essere accompagnato dalla modernizzazione del sistema istituzionale, per reggere i tempi accelerati del mondo globale e per non essere impantanati nelle lentezze.
Noi non parliamo di una «mega riforma» della seconda parte della Costituzione – ci si è provato già altre volte senza mai riuscirci – parliamo di tre obiettivi possibili.
In primo luogo una nuova legge elettorale che restituisca agli elettori il diritto di scegliersi gli eletti e che faccia uscire dallo schema delle alleanze imposte, forzate dalle norme, anziché scelte in base ai programmi.
In secondo luogo un Senato federale delle autonomie – ci sono proposte convergenti di tutti gruppi su questo – che porti al monocameralismo, e quindi alla riduzione del numero dei parlamentari come scelta derivante dal monocameralismo, non quella proposta, che non sta in piedi, di dimezzare i parlamentari lasciando intatti tutti i difetti del bicameralismo e della sua lentezza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
In terzo luogo la modifica dei regolamenti parlamentari. Sono trent’anni che se ne parla ed è tutto rallentato da norme barocche e assurde. Non ci si è mai riusciti perché la maggioranza o l’opposizione del momento, o la vicinanza delle elezioni, impedivano un atto di generosità. Alla fine di quest’anno e mezzo noi non sappiamo come sarà il sistema politico italiano con una nuova legge elettorale e non Pag. 6sappiamo chi vincerà le elezioni. Ci sono quindi le condizioni per fare insieme queste tre riforme. Insomma è una grande occasione.

Insomma è una grande occasione per il Governo e il Parlamento insieme: fare ripartire l’economia, risanare, cercare la via della crescita e, contemporaneamente, dimostrare che la democrazia parlamentare non è uno strumento antico, superato, del passato, ma è viva, è capace di rinnovarsi ed è irrinunciabile.
L’Italia ha sempre mostrato il meglio di sé dopo le prove più dure a cui la storia l’ha chiamata: penso alla ricostruzione sulle macerie della guerra. Noi vogliamo fare per i nostri figli quello che le nostre madri e i nostri padri hanno fatto per noi: ricostruire l’Italia. Oggi sembra un Paese stremato, impaurito. E invece, se si guarda sotto l’apparenza, è straordinariamente pieno di talenti, di intelligenze, di donne e di giovani incredibili che si fanno apprezzare nel mondo, che sono pieni di volontà, sono pieni di entusiasmo, dal profondo nord fino al profondo sud.
Quegli italiani guardano a lei, signor Presidente del Consiglio, ma guardano anche a noi parlamentari: vogliono capire se possono tornare a credere e a fidarsi della politica; se possono tornare a credere nella nostra capacità di ridare un futuro all’Italia, nella nostra volontà di farlo.
Per riuscirci serve una guida, serve sempre a un Paese, ma, a maggior ragione, serve dentro ad una bufera. Servono una guida e un Governo solidi. Il Partito Democratico è qui a fare semplicemente il proprio dovere di grande e responsabile partito nazionale. Noi non diremo mai che il Governo resta finché vogliamo noi, invece vogliamo che resti fino all’ultimo giorno della legislatura (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
Ciò perché tutti noi parlamentari del Partito Democratico ci sentiamo parte di quell’impegno nazionale di cui lei, ieri, ha parlato. Per queste ragioni voteremo convintamente la fiducia al suo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

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