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"I privilegi vanno aboliti. Ma di tutti", di Giorgio Merlo

Al netto della demagogia, del populismo e dell’ipocrisia che accompagna ormai da molti mesi la violenta campagna antipolitica che è stata scatenata nel nostro paese, le recenti misure che hanno riguardato i parlamentari, i vitalizi, le retribuzioni sono da salutare positivamente.
Certo, fa un certo effetto leggere quotidianamente gli strali dei commentatori tv e degli organi di stampa, dei direttori dei grandi giornali, dei conduttori dei vari talk show televisivi e dei grandi soloni opinion leader – quasi tutti accompagnati da lauti stipendi e prebende, il più delle volte milionari oggi, miliardari ieri – contro la classe politica, il prezzo del caffè alla buvette, il costo del “secondo” alla mensa della camera, la cifra della “diaria”, il ruolo del portaborse ecc. ecc. Ma ormai ci siamo abituati.
Se costoro, cioè se questi milionari vogliono raccogliere un applauso in qualsiasi ora della giornata in tv o ricevere un plauso dai lettori del giornale e dai commenti sui blog devono, per forza di cose, prima contestare poi delegittimare e quindi sputtanare la classe politica parlamentare, le loro prebende e i loro privilegi.
Così è e così sarà sino a quando non decideranno di chiudere il rubinetto e di spostare l’attenzione su altri temi. Ma la moda non è finita perchè per il momento rende, registra molti ascolti e fa vendere molti libri. Insomma, è un’industria che produce ascolti, fa vendere copie e fa incassare un mare di denaro ai professionisti della cosiddetta “anticasta”. Quindi la moda continuerà.
Alla faccia delle conseguenze che tutto ciò provocherà per la credibilità delle istituzioni nel nostro paese. Ma d’ora in poi – e cioè dopo i tagli consistenti, e necessari, della retribuzione parlamentare e dei cosiddetti “privilegi” – la vera sfida sarà quella di capire se questi tagli saranno estesi innanzitutto ai compensi, alle prebende e agli emolumenti, il più delle volte milionari, che interessano tutti gli organi dello stato. È curioso che tutti i soloni che predicano dalla tv, pubblica o privata che sia non fa più alcuna differenza, e ormai insultano apertamente sui giornali non dicano una parola – ripeto, un parola – su questi emolumenti milionari.
Non possono dirlo? Non conviene dirlo? Non si vendono sufficienti copie se lo si dice? Non si fanno ascolti se vengono pubblicati e commentati in tv? Non si sa ma la domanda, però, è d’obbligo: perché questa ipocrisia e questa doppia verità? Ora, non potendo, com’è ovvio, ricevere una risposta adeguata a questa domanda e non potendo pretendere che questi soloni milionari affrontino pubblicamente questi temi, ci accontentiamo se il governo dei “tecnici” cominciasse a dare qualche segnale.
Nello specifico, abbiamo apprezzato che il ministro Elsa Fornero abbia partecipato all’incontro con i presidenti delle camere per ridurre drasticamente e per cancellare progressivamente i vitalizi dei parlamentari. Adesso attendiamo, con altrettanta celerità e rapidità, che il ministro Fornero proceda ad elaborare un piano per ridurre drasticamente gli emolumenti, gli stipendi e le prebende di migliaia di persone dello stato – per non parlare delle banche – che percepiscono in un mese ciò che i parlamentari ottengono in un anno.
Insomma, adesso verifichiamo se il ministro Fornero è un ministro “tecnico” a senso unico e a giorni alterni oppure se è un ministro che in questi mesi difficili per l’economia del paese applica l’equità e la solidarietà a tutti, boiardi compresi. Sino ad oggi non c’è traccia di nulla. Ma aspettiamo fiduciosi.
Come attendiamo altrettanto fiduciosi dal presidente Fini, così veloce e giustamente intransigente nell’azzerare i cosiddetti privilegi dei parlamentari che dovrebbe rappresentare, che adesso proceda a cancellare definitivamente gli enormi privilegi e i giganteschi benefit che tuttora sono appannaggio della presidenza della camera.
Non pretendiamo che lo chiedano i commentatori milionari dei giornali e delle tv. Ma lo pretendiamo noi per rispetto del principio dell’equità e della solidarietà. Nonché della credibilità personale e istituzionale di chi rappresenta oggi i deputati. Ma anche qui, almeno sino ad oggi, solo chiacchiere e propaganda senza alcun gesto concreto. Ma attendiamo fiduciosi anche dal presidente Fini qualche segnale concreto che lo riguarda personalmente per il ruolo che ricopre.
Insomma, al netto della propaganda e della demagogia come dicevamo all’inizio, adesso è il momento della verifica concreta. Saranno solo e soltanto gli atti a dire se il governo tecnico vuole ridurre i privilegi e gli interessi di molte categorie professionali e settori dello stato.
Di tutti, però. Compresi quelli che sono rappresentati da molti ministri e sottosegretari appena nominati. Ovviamente sono interessi che non saranno citati dai commentatori e dai soloni milionari di giornali e tv. Ma questi interessi e questi privilegi, se non saranno duramente colpiti, sarà per una semplice ragione: per una scelta politica netta dei cosiddetti “tecnici” al governo. E se questo capiterà segnerà la loro sconfitta oltre alla loro ignavia.

da Europa Quotidiano 03.12.11