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"Partite Iva e contratti a termine: i cambiamenti sono possibili", di Bianca Di Giovanni

«L’impianto deve restare immutato, ma siamo aperti a nuove idee che vengano dal Parlamento». Così il sottosegretario alla presidenza del consiglio Antonio Catricalà annuncia l’apertura del governo sulla riforma del lavoro, che oggi sbarca in Senato. Alle 19 la commissione Lavoro di PalazzoMadamastilerà il calendario dell’esame, che potrebbe chiudersi in commissione entro in due settimane. Insomma, il varo a giugno non è impossibile. Salvo intoppi, naturalmente.
POSIZIONI DISTANTI
A leggere le cronache, le posizioni appaiono molto dure, soprattutto sul fronte dei datori di lavoro. Confindustria e le altre associazioni datoriali (Abi, Ania, Rete imprese Italia e l’associazione delle cooperative) terranno un vertice domani per mettere a punto una strategia durante l’esame del testo. Insomma, sembra proprio che si voglia dare battaglia. Dal canto suo il premier è tornato a difendere il testo anche durante la sua visita a Gerusalemme. «Con la riforma attuata dal nostro governo il mercato del lavoro sarà più flessibile a favore delle imprese e meno dualistico , ha detto Mario Monti nel giorno di Pasqua. E ieri dall’Egitto ha aggiunto: sulla riforma «nessuna incertezza».
Eppure nelle stanze del Palazzo le distanze non sembrano affatto incolmabili. Anzi, molto si sta già muovendo. Tanto che lo stesso Catricalà riconosce che con il Parlamento «abbiamo fatto finora un ottimo lavoro». Come dire: proprio lì si potranno trovare nuove mediazioni. Nei partiti che appoggiano il governo si registrano aperture sulla flessibilità in entrata, quella che interessa le imprese. La durezza di Confindustria appare inspiegabile sia al governo (e Mario Monti lo ha detto chiaro e tondo, con quel «un testo così ve lo sognavate), sia tra i parlamentari. Alcune
ipotesi di cambiamento sono quella di escludere dal computo dei 36 mesi (la soglia massima concessa per i contratti a termine) i periodi di lavoro in somministrazione, cioè interinale. In questo caso, infatti, entra in gioco un’agenzia: il caso è del tutto diverso da quello di un semplice contratto a termine, e sommare i
due periodi diventerebbe più complesso. Un altro riflettore è acceso sull’apprendistato, altro tema su cui le imprese (soprattutto le piccole e medie) insistono molto. Obbligare ad assumere gli apprendisti potrebbe scoraggiare molte aziende
dall’aprire le loro porte. Su questo punto il Pdl è orientato a tornare al disegno di legge Sacconi della primavera scorsa, che era più concentrato sulle attività formative. Infine, la questione partite Iva. Il testo concede un anno di tempo alle imprese per adeguarsi alla normativa, che equipara le partite Iva a un dipendente nel caso in cui si ricavi il 75% del reddito daunostesso committente. Si starebbe pensando a escludere da questa fattispecie alcuni casi particolari, che svolgono attività molto specialistiche del tutto estranee all’attività dell’azienda. La stessa Confindustria ha parlato del caso dei consulenti informatici. La fase parlamentare inizierà con le audizioni: sarà quella l’occasione per esternare le perplessità e chiarire le modifiche da chiedere. Marcegaglia continua a premere per interventi radicali: ma la sua associazione si prepara al cambio di timoniere. Non è detto che dopo la formazione della squadra di Giorgio Squinzi (il 19 aprile) la posizione resti la stessa di oggi. In ogni caso la partita non sarà affatto facile, visto che alcuni nodi sono ancora molto stretti. Per il Pdresta molto importante tutto il capitolo ammortizzatori. «Bisogna renderli davvero universali – spiega Cesare Damiano – Se Monti afferma che la priorità del governo sono i giovani, allora abbiamo lo stesso obbiettivo. Le tutele previste per il lavoro flessibile sono ancora insufficienti e sproporzionate rispetto alla richiesta di aumentare i contributi previdenziali fino al 33% anche per questi
lavoratori che sono per lo più giovani. Ci aspettiamo soluzioni rapide per i tirocini e per gli stages, per i quali va previsto un rimborso mensile fin dall’inizio dell’attività, per porre fine all’anomalia delle prestazioni di lavoro gratuite a carico delle giovani generazioni».

L’Unità 10.04.12