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"Unioni gay nel programma", di Paola Concia

Mentre ci fermiamo in una panchina per scrivere questo articolo Ricarda mi chiede: «Su cosa?». Sul programma del centrosinistra per le prossime elezioni. Cioè sul fatto che deve esserci scritto che faremo una legge per il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali: uguali diritti e uguali doveri delle coppie sposate. Non vorrai continuare ad essere clandestina in Italia vero?
Lei sorride e dice: «Ma è ovvio che deve esserci scritto!». Tanto ovvio non è, se dobbiamo continuare a specificarlo. Per lei è ovvio perché vive in un Paese in cui siamo una coppia riconosciuta con quasi gli identici diritti e doveri delle coppie eterosessuali. Dove in questi giorni il partito della Merkel vuole rompere l’ultima differenza tra coppie omo ed etero con l’equiparazione fiscale. È vero, il differenziale tra Italia e Germania, non è soltanto sui titoli di Stato e sulla salute delle rispettive economie, ma anche sui temi dei diritti civili. Anche perché di questi temi si occupano alacremente i partiti conservatori. Va bene, sono protestanti, ma stanno nel Ppe come l’Udc, sia chiaro. Anch’io, come tante e tanti altri e come Bersani, per fortuna, penso che il programma del centrosinistra debba tracciare un modello di società. Fare una serie di proposte chiare che diano risposte ai tanti problemi che oggi abbiamo, che vanno dal grande debito pubblico alla forte disoccupazione femminile e giovanile, al merito che non esiste, dove la cultura, la formazione, la ricerca scientifica sono un optional, dove abbiamo due rami del Parlamento che fanno lo stesso lavoro con un numero eccessivo di eletti. E tra le tante risposte che dobbiamo dare, ebbene sì, le dobbiamo dare anche alle nuove famiglie italiane che vivono nella clandestinità da troppo tempo, ma che contribuiscono al bene del nostro Paese e creano coesivo sociale. Queste sono le famiglie omosessuali. Questo Paese va ricostruito economicamente, socialmente e civilmente e tutte e tre le cose viaggiano insieme, ficchiamocelo tutti i testa: progressisti, sinistra e «moderati». Ringrazio per questo l’Unità perché nella «tarantella» estiva della costruzione delle alleanze per il voto vuole parlare di contenuti. La costruzione di un’alleanza di governo va fatta tra forze omogenee, perché solo forze omogenee che hanno gli stessi obiettivi e la stessa visione possono affrontare e risolvere i tanti problemi che attanagliano il nostro Paese.
Le olimpiadi sono appena finite: le squadre che vincono sono quelle affiatate, i cui giocatori sono in sintonia. Non possono sprecare energie con la conflittualità interna, l’avversario è fuori, non dentro la squadra. Con questo voglio dire a tutti, Udc in primis: noi siamo un partito e una forza progressista, coraggiosa e di sinistra che vuole affrontare la sfida del governo del Paese senza conservatorismi, ma rompendo anche quella cappa di oscurantismo generale che incombe sull’Italia e che fa male alla crescita, perché soffoca energie.
E allora, a chi tentenna e dice per puro opportunismo che il tema delle coppie omosessuali deve stare fuori dal programma di centrosinistra per lasciarlo alla libertà del Parlamento, dico che questa è storia antica, di un’altra era geologica della politica italiana, che sa di ammuffito. Questo tema è parte di una idea di società. I diritti civili non sono diritti a parte, ma sono uno dei colori di quell’arcobaleno che noi vogliamo colorare.

Noi portiamo la nostra cesta piena al tavolo della costruzione delle alleanze per le prossime elezioni. Da quella cesta non toglieremo nulla perché le cose contenute sono tutte fondamentali. Potremmo cambiare il pane pugliese con quello napoletano, ma non togliere il pane. All’Udc dico: ma non vi sembra un po’ esagerata tutta questa vostra ossessione per le coppie omosessuali? Sembrate attaccati come le cozze a questo ultimo retaggio, che vi vede in compagnia della destra più pericolosa e anti europeista che c’è nel vecchio continente. E allora sì, questo sarebbe qualcosa che ci divide davvero. Sarebbe un presupposto fondamentale sul quale non poter costruire un’alleanza.

L’Unità 14.08.12