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Sisma e ricostruzione, Tizian "I clan sono già tutti in azione", di Valerio Varesi

“Ci proveranno e forse sono già all’opera” assicura Giovanni Tizian, il giornalista esperto di infiltrazioni mafiose già minacciato dalla malavita organizzata. Il presidente Vasco Errani e i sindaci dei Comuni terremotati sono avvertiti. Tra i clan della ’Ndrangheta Grande Aracri a Reggio, i Longo-Versace di Polistena nella provincia di Modena, i Mancuso nel bolognese e i casalesi nella Bassa intorno a Cavezzo, lo schieramento mafioso è al completo e pronto a buttarsi sui miliardi per la ricostruzione.
Abbiamo sufficienti strumenti per contrastare l’infiltrazione?
“Gli strumenti ci sono, ma queste organizzazioni hanno una velocità molto superiore ai tempi burocratici delle prefetture e molto spesso ci si accorge troppo tardi dell’infiltrazione”.

Per esempio?
“Le mafie lavorano nel subappalto. Vince una ditta pulita che si vede offrire subappalti vantaggiosi e spesso li accoglie. Per eseguire la radiografia a tutta la catena di subappaltatori occorre molto tempo, anche un anno e nel frattempo questi lavorano. Una ditta mafiosa chiama a collaborare i suoi fornitori, coinvolge altre aziende colluse e il giro si allarga sempre più”.

È possibile intercettare tutto ciò?
“Un sistema efficace c’è
ed è quello adottato dai Carabinieri in Calabria: si chiama ‘Sciamano’ e consiste in un data base molto ricco che mostra nell’immediatezza tutto il curriculum di un’azienda e dei suoi titolari. Ti fotografa in un clic l’universo dei protagonisti di un cantiere. Di recente, per gli appalti della Salerno-Reggio Calabria, sono state aperte due inchieste con numerosi arresti usando questo strumento”.

Qui sarà adottato?
“Ancora non mi risulta, ma forse sarebbe bene farlo al più presto visto che alcuni appalti preliminari sono già partiti. In Calabria i Carabinieri lo stanno usando e anche Milano lo ha adottato in vista della grande torta dell’Expò. Per dare un’idea della sua efficacia, in un appalto inquisito risultava l’anomalia di un individuo che era stato assunto tre volte in poco tempo dalla stessa azienda. Quest’uomo è risultato colluso con la ’ndrangheta”.

Quale sarà il settore più vulnerabile?
“Credo che occorrerà forzare un po’ la mano e sorvegliare anche i privati, i cittadini che si ricostruiscono la casa avvalendosi di imprese da loro scelte e gli imprenditori che rimettono in piedi il capannone. L’attenzione dovrà essere massima su questa miriade di rapporti economici. Basti pensare che a Cavezzo risiede Renato Corvino ritenuto legato al clan camorristico dei casalesi ed è difficile pensare che questa gente non sia già pronta a bussare dai privati per offrire il servizio delle loro aziende. Magari usando professionisti insospettabili o prestanome. In ogni caso sarà un rischio grosso anche perché costoro lavorano al risparmio con materiali di scarsa qualità e così si rischia di avere immobili ancora non a norma antisismica”.

da repubblica.it