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Napolitano. «Ho chiesto invano fondi per la ricerca»Alessandra Arachi

Il presidente della Repubblica ha messo il cuore per aiutare la nostra ricerca. Ma non ci è riuscito. È lui stesso che lo ha detto: «Ce l’ho messa tutta per trovare i fondi per la ricerca, ma le resistenze, le chiusure, diciamo pure la forza d’inerzia sono risultate più forti». Giorgio Napolitano ha parlato così all’associazione Gruppo 2003 per la ricerca scientifica.
E ha puntato l’indice verso un parallelo, fra noi e la Germania: «Quante volte ho citato l’esempio della cancelliera tedesca Merkel che aumentava gli investimenti pubblici di ricerca nel momento in cui si poneva dei problemi di contenimento della spesa pubblica e di riduzione del deficit. In Italia, invece, anche in sede di spending review hanno vinto resistenze e chiusure».
Si celebrava il decimo anniversario dell’associazione Gruppo 2003 ieri al Quirinale. E il capo dello Stato non si è limitato a rimanere alla superficie, è entrato nel cuore del problema della ricerca italiana, inserita nel panorama europeo. Di nuovo citando la cancelliera tedesca.
Ha detto infatti Giorgio Napolitano: «Dobbiamo porci il problema di cosa debba significare realmente un’Unione economica e monetaria, in prospettiva un’unione politica. E se questo, come ha detto Angela Merkel parlando al Parlamento europeo, voglia dire che non ci debba essere più una sperequazione eccessiva, ovvero un Paese che investe il 7% del suo prodotto lordo nella ricerca scientifica e un altro che si limita all’1%».
Il presidente della Repubblica ieri pomeriggio al Colle ha anche svelato alla delegazione di ricercatori qualche retroscena sulla politica del governo, discussioni anche vivaci sulla spesa da dedicare alla ricerca.
Ai ricercatori Napolitano lo ha spiegato in maniera diffusa: «Debbo dire onestamente che già da quando si è aperta la polemica sui cosiddetti tagli lineari alla spesa publica e quando si è spostato l’accento sul concetto di spending review il punto che mi premeva è che da ciò emergessero delle priorità nell’impiego delle risorse finanziare. Ma questo è risultato molto difficile: le resistenze, le chiusure, diciamo pure la forza d’inerzia, sono risultate più forti. La dialettica è stata abitualmente tra i ministri dell’Università e dell’Economia: abbiamo qualche volta discusso anche in modo pungente».
Il capo dello Stato non sembra avere dubbi: «La differenza di investimenti in termini percentuali di prodotto lordo per la ricerca spiega molte cose nelle diverse performance delle economie dei Paesi membri dell’Unione Europea dei quali vediamo e conosciamo le ricadute».
La ricerca scientifica è da sempre uno dei temi ai quali il presidente della Repubblica ha rivolto la sua attenzione. L’ha detto apertamente alla delegazione dell’Associazione scientifica: «Sono lieto che uno degli ultimi incontri che tengo qui in Quirinale prima della scadenza del mio settennato sia con i rappresentanti della ricerca, perché è uno dei temi su cui mi sono personalmente impegnato di più».

Il Corriere della Sera 21.02.13

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I ricercatori a Napolitano: “Più fondi per la scienza”di ELENA DUSI

«Il tema della ricerca scientifica è assente dalla campagna elettorale, se non in termini rituali e generici». Con questo incipit il Gruppo 2003 (il Gotha degli scienziati italiani), ha presentato ieri il suo programma in 10 punti al presidente Giorgio Napolitano, chiedendo «risposte precise» ai partiti. Se una settimana fa Barack Obama, nel discorso sullo stato dell´unione, aveva ricordato che «ogni dollaro investito nel progetto genoma ha portato a un ritorno di 140 dollari», i ricercatori del Gruppo 2003 lamentano il ruolo di Cenerentola che la scienza gioca in Italia dal punto di vista dei fondi. I finanziamenti sono pari all´1,26% del Pil. La media europea è dell´1,91, con la Germania al 2,82. Quella dell´Ocse è del 2,40, con Usa e Giappone al 2,9 e 3,36. Il gruppo 2003 raccoglie una cinquantina di scienziati italiani delle discipline più varie le cui pubblicazioni scientifiche hanno un altissimo numero di citazioni.
Fra le proposte (su www.lascienzainrete.it) c´è un aumento dei finanziamenti del 20% all´anno per 3 anni, lo smantellamento di «un sistema scarsamente meritocratico» e l´istituzione di una «cabina di regia» per erogare i fondi in modo trasparente. «Insieme a due economisti della Bocconi abbiamo tentato di ricostruire i mille rivoli del finanziamento per la ricerca. Cercando tra i vari ministeri, non siamo riusciti a sbrogliare la matassa» racconta Alberto Mantovani, immunologo dell´università di Milano e direttore scientifico dell´Istituto Humanitas. La richiesta di adeguare gli investimenti e di istituire un´Agenzia per la ricerca italiana che coordini l´erogazione dei fondi in base al merito – e sia dunque garanzia di libertà – è stata avanzata anche dalla “Petizione per la ricerca in Italia” lanciata da membri dell´Accademia dei Lincei e dell´Accademia dei XL. L´appello è stato firmato da 1.030 scienziati. «Mi sono sempre impegnato – ha detto Napolitano – a sostenere scienza e cultura. Il mio è stato un messaggio affidato a una bottiglia nel mare. Spero che qualcuno lo raccoglierà».

La Repubblica 21.02.13