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"Le signore della competenza", di Natalia Aspesi

Questa volta le donne al governo sono sette e non se ne erano mai viste tante, in Italia almeno, infatti chi le ha scelte, il nuovo candidato premier in extremis Enrico Letta, si compiace con se stesso. È molto soddisfatto della sua brillante innovazione. Non tanto per poter dire sbuffando ecco qua la tanto strombazzata quota rosa, quanto per il coraggio di avere scelto delle persone che sia pure di sesso femminile, quindi soggette a virile diffidenza, sono (quasi) di sicuro competenti: almeno come gli altri uomini di solito inchiodati alle poltrone di potere, e alcune molto di più: certamente più di una buona parte dei 14 colleghi che tenteranno assieme a loro ciò di cui un paese estenuato, avvilito e arrabbiato ha urgente bisogno, un governo sia pure di emergenza; e quasi quasi non ci sperava più, e del resto non si è ancora del tutto sicuri, televisioni e Internet già traboccano, inseguiti dai reporter, di esagitati sconosciuti o ben noti, che analizzano, deprecano, sghignazzano, profetizzano e magari hanno ragione, ma si vorrebbe almeno un po’ potersi illudere, sperare; se non altro perché certi personaggi terrorizzanti sono rimasti a casa, sostituiti da persone poco conosciute quindi per ora senza peccato, più giovani quindi forse meno intrallazzati, e appunto da ben sette signore, cui si affida il duro compito di essere davvero brave. Eccole, la Bonino, ogni tanto proposta del tutto inutilmente come possibile presidente della Repubblica, agli Esteri, la Cancellieri, già ministro dell’Interno con Monti, alla Giustizia, la Lorenzin talvolta sottosegretaria, alla Salute, la Di Girolamo alle Politiche agricole e alimentari, la Carrozza, ex rettrice poi docente di Bioingegneria alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, all’Istruzione, Ricerca e Università, la Idem, italiana di origine tedesca, ex campionessa olimpica di canoa, 38 medaglie sportive, alle Pari Opportunità e allo Sport, l’italiana Kyenge, medico di origine congolese, all’Integrazione. La più giovane è la Di Girolamo, 39 anni, la più matura è la Cancellieri, 70 anni: come collocazione politica, una è radicale, una montiana, due pdl, tre pd. È consolante pensare che le signore siano state scelte come si fa con gli uomini, per la loro appartenenza politica, ma soprattutto almeno per quasi tutte, per il percorso professionale della loro vita, per il talento, il carattere, la capacità appunto la competenza, come senza offesa, non si fa sempre con gli uomini. Certo, malignamente si potrebbe pensare che per qualche dicastero si è scelto una donna per sbarrare il passo a certi ormai inguardabili politici che in questi giorni l’informazione ha accanitamente segnalato, innervosendo e avvilendo tanti che non li sopportano più. Insomma, attaccando una donna, si fa sempre brutta figura, e pareva che solo Grillo ne avesse dette di ogni colore sulla Bonino, del resto come fa con tutti, e che il Pdl non gradisse la Cancellieri, però all’Interno, da cui infatti è stata spostata (alla Giustizia) per far posto al buon Alfano da cui ci si aspetta, se il governo andrà avanti, anche come vice premier, ogni cortesia al Cavaliere; che misteriosamente per ragioni sue, forse di immagine, ormai si veste solo di blu Savoia, così lo
si vede subito. Invece nella trappola tesa con sapienza da Enrico Letta, è subito caduta la Lega, già all’opposizione: che ha ritenuto uno schiaffo ai lumbard la nomina di Cècile Kyenge, bella signora modenese di 48 anni, di colore, e giù quindi improperi e minacce da parte del solito corrucciato e noioso Salvini, per l’insulto al popolo maroniano, di un ministro italiano “abbronzato” e soprattutto troppo competente sui diritti degli immigrati e quindi sull’integrazione: annunciando che i governatori del Nord faranno argine, non si sa a che. Comunque, prima gli italiani! Come appunto è la signora Kyenge. Poi alla fine, un’altra piccola soddisfazione femminile: le ministre di questo governo, non sono come quelle che in parlamento, al governo, nei consigli regionali del passato, erano tutte giovani, coi tacchi a spillo, il seno esposto, le belle gambe, la boccona rifatta e il talento da show girl: adesso ce ne è di ogni età, di ogni corporatura, di ogni tipo di abbigliamento; almeno fisicamente, rappresentano davvero tutte le donne italiane.

La Repubblica 28.04.13