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“Maturità, i commissari interni rischiano un solo compenso”, di Mario D’Adamo

I membri interni delle commissioni di maturità rischiano di ricevere un
unico compenso, anche se designati a rappresentare più d’una classe. Ora
che gli esami stanno per terminare e i compensi per essere erogati, le
organizzazioni sindacali si sono messe sul piede di guerra e qualche
giorno fa hanno sollecitato il ministero dell’istruzione a ritirare o a
puntualizzare meglio la nota con la quale lo scorso 13 novembre Carmela
Palumbo, direttore generale per gli ordinamenti scolastici, aveva
precisato che «al commissario interno spetta un unico compenso
forfetario qualora operi su un’unica commissione [e che] viene
attribuito un ulteriore compenso aggiuntivo solo nel caso in cui il
commissario interno operi su più commissioni e non anche nel caso in cui
si trovi ad operare in entrambe le classi della medesima commissione».
Effettivamente la nota è mal formulata, giacché sembra distinguere tra
commissione d’esame e classe assegnata, mentre è vero il contrario:
commissione e classe d’esame coincidono o, meglio, c’è corrispondenza
tra l’una e l’altra, una classe di candidati dovendo essere esaminata da
una commissione formata dal presidente, da non più di tre commissari
esterni e da altrettanti commissari interni (art. 4, primo e secondo
comma, della legge n. 425 del 1997). Il fatto che al presidente e ai
membri esterni siano affidati anche candidati appartenenti a un’altra
classe e siano quindi unici non autorizza ad affermare che la
commissione sia anch’essa unica. Le commissioni, invece, sono invece
due, una per ciascuna classe. Si deve perciò parlare non di una
commissione d’esame cui sono affidate due diverse classi ma di due
distinte commissioni d’esame di diversa composizione (variano i membri
interni) cui sono affidate due distinte classi. Presidente e commissari
esterni, essendo unici, ricevono compensi elevati rispetto a quelli
corrisposti ai commissari interni: il presidente, 1249 euro; i membri
esterni, 911 euro; mentre i commissari interni, che possono essere
diversi tra una classe/commissione e l’altra, 399 euro ciascuno, poco
meno della metà del compenso dei colleghi esterni. I compensi erogabili
ai commissari interni sono sei (tre per ciascuna commissione), e se uno
di essi è lo stesso per ciascuna delle due commissioni/classi riceve un
compenso doppio, il cui importo totale si avvicina a quello dei colleghi
esterni. Così come correttamente prevede l’art. 3, primo comma, del
decreto ministeriale del 24 maggio 2007, che stabilisce anche il limite
massimo di due compensi che possono essere erogati a ciascun commissario
interno. La rilevante differenza di compenso, uno è più del doppio
dell’altro, si spiega quindi con il fatto che i commissari esterni sono
unici per ciascuna delle due commissioni di cui fanno parte ed esaminano
i candidati appartenenti a due diverse classi, mentre i commissari
interni possono essere diversi per ciascuna commissione ed esaminare i
candidati di una sola classe. Per la corrispondenza tra commissione
d’esame e classe, non si può dare il caso di una commissione cui siano
affidate due classi né quindi di commissari interni che operino, come
erroneamente precisa la nota ministeriale, «in entrambe le classi della
medesima commissione». Insomma, la nota ministeriale ha voluto precisare
troppo, doveva limitarsi ad affermare che «viene attribuito un ulteriore
compenso aggiuntivo solo nel caso in cui il commissario interno operi su
più commissioni», e sarebbe stata nel giusto, mentre è caduta in errore
aggiungendo l’ipotesi di un membro interno che operi «in entrambe le
classi della medesima commissione». Resta da dire che i commissari
interni, per esaminare i candidati di due diverse classi devono essere
stati designati dai rispettivi consigli e avervi insegnato materie non
affidate ai commissari esterni (art. 11 del decreto ministeriale n. 6
del 2007), e infine che l’onere di retribuire i commissari interni delle
classi di candidati appartenenti a istituti legalmente riconosciuti o
pareggiati, abbinate a una commissione di istituto statale o paritario,
è a carico degli istituti di provenienza.

ItaliaOggi 09.07.13