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“Kyenge sfida Maroni: ferma i razzisti”, di Caterina Pasolini

Il governatore della Lombardia: la chiamerò, ma venga alla nostra festa. Adesso basta, Maroni metta in riga i suoi. Lo chiede la ministra Kyenge, stufa dei continui, «intollerabili» attacchi, insulti e minacce che le arrivano soprattutto da area leghista. In pochi giorni un assessore del Carroccio l’ha paragonata a un gorilla, il vicepresidente del senato Calderoli a un orango, le hanno gettato banane e minacciata sul web in vista del suo arrivo domenica a Verona. Ieri infatti un giovane, poi denunciato, ha postato: «A Cervia banane a Verona bombe a mano», mentre nei giorni scorsi un sessantenne della città scaligera aveva messo sulla sua bacheca facebook una foto di armi «per festeggiare l’arrivo della ministra negra».
Non ha paura Cecilia Kyenge e l’idea di dimettersi da capo del dicastero dell’Integrazione non la sfiora proprio, ma il livello di sopportazione è colmo. «Maroni intervenga sui suoi militanti perché cessino gli attacchi o non andrò alla loro festa». Il 3 agosto, infatti, è in programma l’incontro «riparatore» organizzato tra lei e il governatore veneto, e leghista, Luca Zaia.
Il leader della Lega Roberto Maroni non risponde all’appello, preferisce secchi no comment e un vago «la chiamerò per confermarle l’invito». Ma poi sottolinea che «noi non facciamo attacchi personali, siamo semplicemente contrari alle proposte come lo ius soli». Queste le dichiarazioni ufficiali, ma a una festa della Lega con un gruppo di militanti il presidente è sbottato: «I nostri che continuano a insultarla stanno facendo della Kyenge un’eroina, e questo per noi è devastante; non ci si può comportare così».
E se Maroni si barcamena, il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini su Facebook soffia sul fuoco. «Il ministero dell’integrazione? Inutile, ipocrita, costoso. E la Kyenge? Si ricorda di esistere solo quando viene attaccata. Ignoriamola». Per poi rincarare la dose su Twitter: «Questo governo istiga al razzismo. Parlano tanto di immigrati, ma si scordano gli esodati».
La realtà è che il nostro è un Paese dove si moltiplicano gli episodi di discriminazione, più della metà nel Nord: un aumento drammatico delle segnalazioni di ben il 61 % in un anno. A livello regionale, il maggior numero di casi di discriminazione segnalati provengono dalla Lombardia (19,6%) e dal Lazio (14,4%). I dati arrivano dall’Unar, l’ufficio antidiscriminazioni razziali, e sono stati diramati ieri in occasione della presentazione del Piano nazionale d’azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza. Un piano triennale, nato dalla collaborazione tra il ministro per l’integrazione Kyenge e il viceministro del Lavoro e delle politiche sociali, con delega alle pari opportunità, Cecilia Guerra, che andrà in Consiglio dei ministri a novembre. Nel piano triennale un punto fondamentale sarà dedicato «all’odio razziale via Internet che sta aumentando », ha detto Kyenge. Ovviamente, il piano riguarderà tutte le discriminazioni, sia quelle etniche sia quelle religiose. Gli assi portanti del piano di azione saranno: occupazione, alloggio, istruzione, mass media e sport, sicurezza.

La Repubblica 31.07.13