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"Un satellite per Pompei", di Luca del Fra

Anche i satelliti in orbita scendono in campo per aiutare Pompei. È il dato più interessante della convenzione firmata ieri tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Finmeccanica che prevede oltre a un monitoraggio del sito archeologico, nuovi sistemi per l’analisi dei materiali usati per dipinti e manufatti e un sistema interno di comunicazione per la sicurezza, il tutto all’insegna della tecnologia.

Ieri, alla presentazione del progetto il ministro Dario Franceschini si è mostrato particolarmente soddisfatto: «Il primo contatto con Finmeccanica per Pompei è avvenuto il 17 novembre scorso, e abbiamo appena firmato un accordo. Questo toglie ogni alibi ai quei privati che vogliono aiutare la cultura, ma hanno paura di scontrarsi con una burocrazia farraginosa e tempi lunghi».

Ad accelerare la procedura, iniziata con l’ex ministro Massimo Bray ma proseguita con convinzione anche da Franceschini, è senz’altro la scelta da parte di Finmeccanica di fare una donazione liberale, pari a un valore di 1,7 mln di euro, e non una sponsorizzazione che, essendo un contratto commerciale, prevederebbe un bando di concorso.

«Bisogna superare il dibattito ideologico tra pubblico e privato nella cultura – ha concluso il ministro -: secondo il dettato dell’art. 9 della Costituzione allo Stato il dovere di investire, ai privati il diritto di collaborare. Colgo l’occasione per invitare anche altri gruppi a farsi avanti».

Per Finmeccanica quella di Pompei è l’occasione di entrare alla grande in uno dei tre settori che il presidente Giovanni De Gennaro ha definito strategici, «per dimostrarsi una azienda socialmente responsabile, cioè Cultura, ambiente e sicurezza».

La convenzione presentata ieri e ancora non resa pubblica, prevede tre interventi: un monitoraggio continuo via satellite e con sensori in sito sui micro e macro spostamenti del terreno e degli edifici del sito archeologico, il che dovrebbe permette- re di individuare con anticipo i punti critici a rischio di crolli.

Inoltre sono previsti anche un sistema di scansione di affreschi e manufatti che in modo non invasivo determini i materiali usati e un sistema di comunicazione interna tra quanti lavorano nel sito. Le aziende di Finmeccanica oltre ai materiali offriranno a titolo grazioso anche i servizi per i prossimi tre anni, un tempo che servirà a capire se e come implementare la collaborazione.

Se si dimostrerà efficace, delle tre applicazioni la più importante è il monitoraggio via satellite per il suo carattere innovativo e sperimentale. Per Finmeccanica un laboratorio dove applicare la tecnologia a sua disposizione: «Il sistema potrebbe essere operativo a settembre – ha spiegato Luigi Pasquali Ad di Telespazio -, ma la fase più interessante è nei prossimi due mesi perché dovremo creare una banca dati con le immagini del sito già a disposizione e capire la situazione».

La speranza è la creazione di un modello di controllo sui beni archeologici e architettonici, che Finmeccanica potrebbe non solo usare in altri luoghi italiani, ma esportare anche in quei paesi dove l’investimento in cultura è ben più cospicuo che nel nostro.

Ne è convinto anche Massimo Osanna – era tempo che un soprintendente di Pompei non era invitato a una conferenza stampa con il Ministro -, che già quando era soprintendente a Matera aveva avviato una collaborazione con l’agenzia areo-spaziale.

E continua la corsa per impiegare i 105 mln di euro destinati dall’Unione Europea per Pompei prima che scadano i tempi: «Sono stati già apposta- ti circa 40 mln di euro», ha spiegato il direttore del Grande progetto Pompei Giovanni Nistri. Il che detto da un generale dei Carabinieri come Nistri può ingenerare qualche fraintendimento, ma vuol dire che la cifra è stata destinata ad appalti in cor- so, già espletati, o a progetti pronti in via di assegnazione.

L’Unità 04.04.14