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"Le famiglie sono precarie ma vedono uno spiraglio", di Giuseppe Caruso

Le Famiglie italiane sono sempre più povere e sfiduciate. È un quadro negativo quello che emerge da due inchieste, condotte rispettivamente da Confcommercio-Censis nel primo caso e da Coldiretti nel secondo. Due inchieste che hanno avuto come oggetto proprio la fiducia delle famiglie del Belpaese e le loro crescenti difficoltà economiche nei consumi, in modo particolare quelli alimentari.
CRISI
Nell’indagine condotta da Confcommercio-Censis emerge con forza come il protrarsi della crisi, la mancanza di lavoro, il peso delle tasse continuino ad alimentare lo stato di forte difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane, che rispetto alla propria situazione economica e capacità di spesa avvertono in quasi l’80% dei casi una sensazione di precarietà e instabilità. Solo un quinto delle famiglie ritiene invece di essere in una condizione di solidità. L’incertezza è il sentimento prevalente, con una quota di quasi il 40% dei nuclei familiari che vive adottando un comportamento di attendismo, in attesa dell’evolversi degli eventi.

L’inchiesta sottolinea come, nonostante tutto, ci sia comunque attesa nei confronti del nuovo esecutivo guidato da Matteo Renzi: ben il 66% del campione ritiene che il governo sia in grado di far superare al Paese la lunga fase di crisi economica, mentre poco meno di un quarto è convinto del contrario. Ancora più alta è la fetta (oltre il 75%) di chi ritiene che comunque l’esecutivo riuscirà, almeno in parte, a realizzare il piano di riforme annunciato.

TAVOLA

Tra i consumi che gli italiani hanno tagliato c’è anche il cibo. Secondo l’indagine condotta dalla Coldiretti, l’economia domestica torna in quasi tre famiglie su quattro (73 per cento) che han- no fatto attenzione agli sprechi a tavola, con il 45% che li ha ridotti, mentre il 28% per cento li ha addirittura annullati. Solo il restante 26% non ha cambiato abitudini. Tra chi ha tagliato gli sprechi, la stragrande maggioranza fa la spesa in modo più oculato, mentre altri guardano con più attenzione alla data di scadenza o riducono le dosi acquistate. Sono invece (solo) poco più della metà degli intervistati quelli che riutilizzano ciò che avanza.

Il risultato di questo mutato atteggiamento è rappresentato dal drammatico crollo storico della spesa che si è verificato nel 2013. Le famiglie italiane hanno tagliato diversi alimenti considerati “sacri” nelle tavole del Belpaese, come il pesce fresco, la pasta, il latte, l`olio di oliva extravergine, l`ortofrutta e la carne. Coldiretti sottolinea come la tendenza dominante sia quella di privilegiare l’acquisto di materie prime di base come farina e miele, ma anche dei preparati per dolci. Cambia dunque il carrello della spesa degli italiani dove trovano più spazio le materie prime per la preparazione dei cibi a scapito di cibi pronti come ad esempio le merendine o dei gelati.

A cambiare sono anche i luoghi tradizionali della spesa, con ben 15 milioni di italiani che nel 2013 hanno acquistato il cibo nei mercati degli agricoltori, l`unica forma di distribuzione commerciale in crescita in tempo di crisi. Nei mercati degli agricoltori si trovano prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall`agricoltore nel rispetto di precise regole comporta- mentali e di un codice etico ambientale, come per esempio il fatto che i cibi in vendita non devono percorrere gran- di distanze, e sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo. Secondo Coldiretti l`attenzione alla spesa e il contenimento degli sprechi sono forse gli unici aspetti positivi della crisi, in una situazione in cui ogni persona in Italia ha buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l`anno. Per effetto della crisi sulle tavole degli italiani tornano ad esempio i piatti del giorno dopo come polpette e macedonia, un modo per non gettare nella spazzatura gli avanzi ed aiutare a non far sparire antiche tradizioni culinarie.

L’Unità 27.04.14