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Renzi: «Escludo manovra, estenderemo gli 80 euro», di Dino Pesole

Il giorno dopo la gelata abbattutasi sulla nostra economia, con il Pil del primo trimestre dell’anno a -0,1%, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi interviene a «Radio24» per escludere che il drastico peggioramento della congiuntura imponga di ricorrere a una manovra correttiva. «Di solito le manovre si fanno per mettere nuove tasse ed invece noi dando 80 euro a 10 milioni di italiani facciamo ridistribuzione con una misura che anche alla luce dei dati Pil è anticiclica».
Il governo non ha inserito nella platea dei beneficiari anche incapienti, partite Iva e pensionati: «Riusciremo a farlo con la legge di stabilità, nel settembre-ottobre 2014 per il 2015», ribadisce Renzi che si dichiara ottimista, atteggiamento – spiega – «che fa i conti con la realtà. Non diciamo che la crisi sia finita ma i segnali di ripresa sono importanti». I dati del Pil sono in linea con quelli della Francia, «ma dobbiamo accelerare sulle cose necessarie per il rilancio».
Per sostenere il suo «ottimismo non vano», il premier cita «i 74mila posti di lavoro in più, i mutui che tornano a crescere del 18 per cento». Le chances di invertire il ciclo sono affidate, per la parte che investe il ruolo delle politiche nazionali, sono tutte legate alla concreta realizzazione delle riforme: «Dieci anni fa la Germania ha fatto quel che noi non abbiamo fatto e che dobbiamo fare ora con la riforma della Pubblica amministrazione e del lavoro». Il tutto per far fronte all’emergenza numero uno, quella percentuale del 43% di disoccupazione giovanile «che dovremo avere scolpita in mente».
Linea che al ministero dell’Economia viene così sintetizzata: di certo il dato dei primi tre mesi dell’anno non è positivo e per certi versi inatteso quando le aspettative erano quanto meno per una replica del risultato del quarto trimestre 2013, ma per farvi fronte l’unica strada è «rimboccarsi le maniche», accelerando la messa in atto di tutte le iniziative «utili alla crescita», oltre a quelle già avviate. Il ragionamento che si fa in queste ore in via XX Settembre è che non è affatto detto che uno scostamento, sia pur inatteso, relativo a un trimestre dell’anno pregiudichi il risultato finale. «Si tratta di un segnale negativo che non esprime la tendenza in atto alla ripresa». L’obiettivo di un pil a quota 0,8% è un target che si cerca di raggiungere proprio potenziando interventi e misure in grado di invertire il ciclo, così come è stato disposto con il bonus Irpef.
In serata, intervenendo a un incontro con gli imprenditori a Pesaro, Renzi conferma che il dato del calo del Pil «è poco significativo in termini di futuro del Paese. Ho visto alcuni commentatori che erano quasi contenti, come se il racconto dell’Italia dovesse essere sempre in negativo».
Il governo – conferma il ministro dell’Interno e leader Ncd, Angelino Alfano – lavorerà per evitare una manovra bis «però intanto abbiamo fatto delle cose che servono per i mesi a venire». Di certo, se il trend non s’inverte, il quadro previsionale andrà rivisto già in estate e comunque in settembre con la Nota di aggiornamento del «Def». Lo ammette il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti: «È evidente che se il trend continua a rimanere sotto le stime presenti nel Def i conti vanno rifatti, questo è oggettivo. Però abbiamo in mano degli elementi che ci portano a ritenere che il risultato finale sulla crescita sarà rispettato».

Il Sole 24 Ore 17.05.14