cultura, politica italiana

"L'obiettivo è contenere i tagli", di Silvia Bernardi

La Commissione Cultura voterà il budget di programma 2015 il prossimo 4 settembre, il giorno dopo aver incontrato la Presidenza italiana

«L’Europa ha l’obbligo di garantire la salvaguardia e lo sviluppo del patrimonio culturale europeo» (articolo 3.3 del Trattato sull’Unione). «L’Unione contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali» (articolo 167 del Trattato sul funzionamento dell’Ue, Tfue). L’Europa eletta il 25 maggio sarà capace di attuare queste direttive? Ha gli strumenti (e la volontà) per farlo? L’occasione c’è. I fondi per il cultural heritage europeo sono stati stanziati e sono disponibili nei programmi pluriennali Horizon 2020, Erasmus+, Europa Creativa, Europeana, Europa dei Cittadini, Comunicazione, che entrano nel loro secondo anno di programmazione (2015). L’importanza del settore è ormai sempre più evidente: a livello Ue (anche se mancano ancora dei dati unitari) studi settoriali e su base nazionale indicano che il settore dei beni cultrali offre un’innegabile contributo economico. Per la Federazione europea dell’industria edile, ad esempio, nel 2013 la ristrutturazione e la manutenzione di beni artistici hanno rappresentato il 27,5% del valore del settore delle costruzioni in Europa. Ora tocca alla nuova Commissione Cultura contenere i tagli del Consiglio sul Bilancio che è arrivato ad un accordo sull’importo globale di ogni titolo di programma. Su Europa Creativa (finanziato nell’ambito del titolo 3 del Quadro finanziario pluriennale) pesa un taglio generale (impegni e pagamenti) del 3,3%; Europa per i Cittadini che ha tra gli obiettivi quello di contribuire a rendere l’Ue più visibile e presente nella vita dei cittadini, ha un bilancio in calo del 20% rispetto al 2007-2013 con la previsione di ulteriori tagli da parte del Consiglio. La spinta euroscettica emersa alle elezioni di maggio e un diffuso scollamento rispetto all’Europa con un conseguente indebolimento dello «spirito» europeo, impongono ora all’Ue una riflessione sulle azioni di comunicazioni messe in atto e sulla valorizzazione dei collanti, cultura in primis. «Ho ottenuto dalla Commissione il mandato a chiedere di contenere i tagli del Consiglio ipotizzati nella bozza di accordo globale sul budget Ue 2015» , ha detto la Presidente Silvia Costa martedì a Bruxelles nella prima riunione della Commissione Cultura. «È fondamentale che ci siano stanziamenti sufficienti di impegno e pagamento per assicurare il raggiungimento del numero previsto dei beneficiari dei programmi. Allo stesso tempo, vista la centralità e l’interconnessione dei temi, propongo un commissario europeo unico tra turismo, cultura e digitale, la vera grande sfida che ci attende nei prossimi anni». Preso l’impegno a difendere i budget e ad aumentare il peso della cultura (e con lei della formazione, dell’istruzione, della ricerca, della digitalizzazione) nei programmi di governo comunitario, la Commissione voterà il budget di programma per il 2015 il 4 settembre, dopo aver incontrato la Presidenza italiana il 3 settembre. Nel programma di presidenza, un documento di 80 pagine in cui si delineano le linee di governo, si legge (pag. 78) che «obiettivo della Presidenza sarà quello di portare la cultura e il patrimonio culturale al centro della strategia europea. La Presidenza si concentrerà sul valore trasversale della cultura e della creatività in tutte le pertinenti politiche dell’Ue e sosterrà l’importanza della cooperazione culturale e del dialogo interculturale nell’affrontare le sfide sociali e nello stabilire valide relazioni esterne». Riusciranno l’Italia e l’Europa a tenere fede alle direttive che si sono date?

da Il Sole 24 Ore