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Quota 96, on. Ghizzoni “Negata risposta politica e giusto processo” – comunicato stampa 20.11.14

 

Dopo che i giudici di Salerno, Roma e altre città si sono espressi con sentenze opposte fra loro sui ricorsi dei lavoratori della scuola esclusi dal diritto alla pensione, Manuela Ghizzoni interroga il Governo sulla questione dei “Quota96Scuola”, chiedendo una risposta politica ad una vicenda rimasta senza soluzione dal gennaio 2012. Se su questa vertenza si lascia la parola ai vari Tribunali, il rischio è che lo Stato perda credibilità e 4mila lavoratori la parità di diritto e trattamento.          

 

La parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Istruzione della Camera, chiede chiarimenti al Governo con un’interrogazione sulla questione “Quota96scuola” riguardante i circa 4mila lavoratori del comparto scuola, tra docenti e personale ATA,  che pur avendo maturato i requisiti per il pensionamento nel corso dell’anno scolastico 2011/2012, sono rimasti in servizio per un riconosciuto errore della legge Fornero sulla riforma previdenziale. Lo fa alla luce della recente e positiva sentenza del Tribunale del Lavoro di Salerno, che segue quelle del Tribunale di Roma del 2012, e che hanno accolto i ricorsi di questi lavoratori riconoscendone la legittimità. “Dal gennaio 2012 sul pensionamento del personale “Quota96” sono intervenuti diversi gruppi parlamentari con atti, proposte di legge ed emendamenti – dichiara Manuela Ghizzoni – che non hanno conseguito esito positivo, poiché i diversi Governi che si sono succeduti non hanno voluto trovare una soluzione, a partire dalle coperture  finanziarie. Ora la vicenda è passata nelle mani dei Tribunali e ancora una volta gli organi giudiziari decidono al posto di quelli legislativi. La giustizia però, nell’incertezza della materia e in mancanza di un dettato governativo, sta rispondendo con sentenze diverse e spesso opposte, creando una disparità di trattamento tra lavoratori con gli stessi diritti al pensionamento, ai quali viene così negata sia una risposta politica che un giusto processo”.