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Il nostro impegno a favore delle scienze geologiche

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Continua l’attenzione sulla proposta di legge della collega Mariani e mia a sostegno dei dipartimenti di scienze geologiche. Giusto ieri ne ha parlato anche scuola24 che ha fatto il punto della situazione. Di seguito, per chi volesse approfondire, l’articolo completo:

Vincoli troppo stretti: rischio estinzione per lo studio della Geologia

di Benedetta Pacelli

Lo studio della geologia a rischio estinzione nelle università italiane. E’ il risultato del combinato disposto dei blocchi del turnover e dei concorsi, dell’abbassamento dell’età di pensionamento e dei parametri fissati dalla riforma universitaria targata Gelmini (legge 240/10) che, tra le altre cose, ha imposto il vincolo di almeno 40 tra professori e ricercatori del settore scientifico per la costituzione dei dipartimenti universitari. Ma le Scienze della terra sono un’area disciplinare piccola e, in tutta Italia, i docenti del settore sono meno di un migliaio e in costante diminuzione.

Le cifre
Secondo alcuni numeri elaborati dal consiglio universitario nazionale dal 2000 al 2014 i professori ordinari di Scienze della terra hanno avuto un crollo del 44,4%. E i dipartimenti puri di geologia, senza gli accorpamenti con altre materie, sono scesi dai 29 distribuiti in tutte le regioni, agli attuali 8. Ma quelli che sopravvivono, ha spiegato Rodolfo Carosi, rappresentante dei professori di geologia nel Consiglio universitario nazionale, «hanno già ora enormi difficoltà a restare in vita a causa dei pensionamenti in atto e futuri e della fortissima riduzione del turn over visto che alcuni sono già al limite minimo consentito di 40 docenti». E il rischio è che entro il 2020 anche i più grandi dipartimenti come Roma, Napoli si troveranno in situazione molto critica, senza considerare che alcune intere regioni, come l’Emilia Romagna, non ne hanno più neanche uno.
Una situazione, se possibile, resa ancora più difficile da gestire per le università che nel frattempo hanno visto aumentare il numero degli studenti che hanno deciso di immatricolarsi nelle materie geologiche. Le matricole dopo essere precipitate tra il 2003 e il 2008 da 1490 a 1064, sono cresciuti a dismisura fino a sfondare il tetto di 1541 nel 2012. Con un aumento del 46%.
«Senza dipartimenti di Scienze della terra, ha aggiunto ancora Carosi, avremo meno laureati in geologia e meno preparati. Del resto è in questi dipartimenti che si realizzano quelle ricerche che fanno avanzare le conoscenze che nutrono la formazione superiore e che permettono metodi sempre più efficaci di prevenzione e di intervento. Sarebbe paradossale che proprio in Italia le università dovessero rinunciare ai dipartimenti di geologia, presenti in tutti i sistemi universitari del mondo».

Il progetto di legge
L’unica speranza sarebbe l’approvazione di un progetto di legge, bloccato al Senato da un anno, che conta tra le prime firmatarie Manula Ghizzoni (Pd), che allenta i vincoli numerologici imposti dalla legge Gelmini e apre alla costituzione di dipartimenti omogenei per settori disciplinari piccoli, come le Scienze della terra.
La proposta di legge, ha aggiunto invece il presidente del Consiglio nazionale dei geologi Francesco Peduto, serve «proprio a non indebolire la conoscenza degli aspetti geologici del territorio italiano e quindi le azioni di difesa e prevenzione. Senza professionisti in questo campo avremmo nel futuro costi immensi, in vite umane e in denaro, per i frequenti disastri naturali o indotti dall’azione dell’uomo e per la successiva necessità di interventi molto onerosi di ripristino e di messa in sicurezza».

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