attualità, memoria, territorio

Neofascismi, a Modena parliamone in un tavolo apposito


La mattina di lunedì 27 febbraio, insieme ai colleghi parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi e Stefano Vaccari e al consigliere regionale Pd Luca Sabattini, ho partecipato all’incontro promosso dall’Anpi per discutere di come affrontare il ripresentarsi di forze che si ispirano a ideologie neofasciste e che vogliono organizzare iniziative, manifestazioni o aprire circoli pseudo-culturali nel modenese. Come esponenti del Partito democratico siamo stati, e sempre saremo, al fianco di associazioni come l’Anpi che lavorano per affermare e difendere i valori democratici della nostra comunità. Desta grande preoccupazione l’affermarsi, soprattutto tra i giovanissimi, di idee e modalità di comportamento che fanno diretto riferimento a ideologie che credevamo già abbondantemente sconfitte dalla storia. E questo senza che vi sia una adeguata risposta sociale di contrasto e condanna: spesso, si registrano piuttosto sottovalutazioni e derubricazione del fenomeno a mero dibattito e confronto delle idee. Anche questa volta, all’incontro eravamo presenti soltanto noi del Partito democratico, nonostante il tema debba interessare e preoccupare tutta la nostra comunità. Eppure, episodi come le recenti contestazioni dei tassisti a Roma, appoggiate dalla sindaca Raggi, ma connotate da un linguaggio, da azioni e da una gestualità di chiara ispirazione fascista, dovrebbero tutti farci riflettere sulla attualità di quello che non è solo un pericolo eventuale e paventato. Com’è noto, il tema è affrontato in due distinte leggi (la legge Scelba e la legge Mancino) e nella disposizione transitoria della Costituzione. La stessa magistratura si è dimostrata non omogenea nell’applicazione della normativa: da una parte le prese di posizioni rigorose della Corte di cassazione e, dall’altra, le recentissime sentenze di alcuni giudici che hanno stabilito che un linguaggio di ispirazione razzista durante un incontro sportivo o, addirittura, saluti romani al camerata durante una commemorazione funebre, non costituiscano, visti gli ambiti particolari in cui si sono verificati, un vero pericolo di diffusione dell’ideologia fascista. Sul tema, crediamo, debba esserci una condivisione di obiettivi per poi capire quali azioni sia necessario intraprendere. E’ per questo che, come Pd, proponiamo che a Modena si costituisca un tavolo in cui siedano tutti i soggetti coinvolti – le istituzioni, i rappresentanti del Governo, i parlamentari di tutte le forze politiche, le associazioni, la magistratura – affinché ci si possa confrontare sulle difficoltà di applicazione della normativa vigente e su una sua eventuale necessità di manutenzione. Ad esempio, come Pd abbiamo già presentato sia alla Camera che al Senato due disegni di legge di modifica della Legge Scelba per vietare la commercializzazione dei gadget di ispirazione fascista e nazista, mentre la Regione Emilia-Romagna ha appena emanato una Legge sulla memoria del ‘900. Bisogna ribadire che l’apologia di fascismo è un reato, e come tale è da trattare. La diffusione di una ideologia neofascista non è espressione della libertà di pensiero, ma propaganda di ideologie che avversano proprio la libertà di pensiero ed espressione.