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Sisma, a cinque anni da quel terribile 20 maggio


Che la parete destra della vostra camera da letto possa ricordarvi il terremoto ogni volta che vi si posa lo sguardo potrebbe apparire strano, ma è quanto capita a me. Quel muro (peraltro sconosciuto perché il 19 maggio 2012 fu per me anche giorno di trasloco) che oscillava paurosamente nel cuore della notte del 20 maggio fu la prima cosa che individuai, mentre il frastuono assoluto che ci aveva strappato al sonno rendeva il tutto ancora più incomprensibile. Ciascuno di noi ha il “proprio ricordo” di quei lunghi secondi di paura pura: non si appannano con il passare del tempo. A 5 anni di distanza hanno la stessa cristallina limpidezza del loro formarsi. Hanno perso semmai la coltre di paura (beh, non proprio tutta) che li ha ammantati a lungo, levata dalla voglia di andare avanti, a riprenderci il futuro. 5 anni sono un periodo adeguato per fare un bilancio di quanto fatto dal sisma: le regioni e gli altri enti territoriali coinvolti stanno mettendo in fila quanto fatto e di certo si può dire che non siamo stati con le mani in mano, pur nella consapevolezza che ancora tanto resta da fare (qui il link alla pagina della Regione Emilia-Romagnahttp://www.regione.emilia-romagna.it/notizie/primo-piano/sisma-5-anni-dopo-9-famiglie-su-10-rientrate-nelle-loro-case-nessuno-piu-nei-prefabbricati ). Personalmente, potrei fare un bilancio degli esiti dell’impegno che dal maggio 2012 ha assorbito molta della mia attività parlamentare (anche al decreto legge ora all’esame della Camera abbiamo presentato cinque emendamenti che riguardano le necessità del sisma dell’Emilia). Ma questo post ha un altro obiettivo: vuole solo ricordare quel momento, che ha cambiato la vita di tutti noi. E dedicarlo a tutte le comunità del Centro Italia che hanno poi vissuto la stessa tragedia, con esiti ancora più devastanti, accompagnandolo con un invito a “tenere a botta”. Noi siamo con voi.