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Barriere architettoniche, rifinanziare il Fondo per eliminarle


L’ascensore non è un orpello di lusso, ma, sempre più spesso, è lo strumento concreto che consente libertà di movimento ad anziani, invalidi e disabili. E’ per questo che, insieme ai colleghi Davide Baruffi, Edoardo Patriarca e Giuditta Pini, sosteniamo convintamente la campagna lanciata dall’associazione di volontariato e promozione sociale Auser Emilia-Romagna dal titolo “L’ascensore è libertà”. Purtroppo il tema dell’eliminazione delle barriere architettoniche sembra aver perso appeal a livello nazionale. Con legge del 1989 era stato stabilito di sostenere interventi di eliminazione delle barriere architettoniche stanziando risorse a fondo perduto. Dal 2004, però, il Fondo apposito non è più stato rifinanziato e, presso i Comuni, si vanno allungando le graduatorie e accumulando le richieste di finanziamento di chi ha avuto necessità di intervenire sugli immobili. La Regione Emilia-Romagna è intervenuta per tamponare la situazione istituendo un apposito Fondo regionale e introducendo criteri per le graduatorie comunali che tenessero conto anche della situazione economica del nucleo familiare. Con il tempo sono stati erogati oltre 40 milioni di euro di contributi ai privati a cui si aggiungono ulteriori 2 milioni finanziati per il 2017 con l’assestamento di bilancio approvato, nei giorni scorsi, dall’Assemblea legislativa. Occorre, però, un intervento nazionale. E’ per questo che abbiamo interrogato il ministro delle Infrastrutture per sollecitarlo a farsi “promotore del rifinanziamento del Fondo speciale per l’eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati e di una ricognizione normativa che consenta di coordinare la legislazione nazionale con quella regionale e di rispondere positivamente alle istanze di contributo già presentate e giacenti e a quelle in divenire.