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"E Tremonti stracciò la riforma Brunetta/Gelmini", di Pippo Frisone

Martedi 25 maggio il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto di 25 Miliardi di lacrime e sangue per cercare di raddrizzare i conti del nostro Paese. Almeno così dicono.
Ancora una volta presi di mira il pubblico impiego e la scuola.
Bloccati i rinnovi dei contratti pubblici dal 2010 al 2013, vale a dire fino al termine della legislatura.
Bloccati per lo stesso triennio gli scatti di anzianità nella scuola.
Inflazione stimata nel triennio al 4,5% (1,5% all’anno).
Gli unici aumenti, si fa per dire, arriveranno dall’indennità di vacanza contrattuale che dell’inflazione coprirà solo una parte. Ad aprile il 30%, a luglio il 50% del tasso programmato d’inflazione, vale a dire da un minimo di 5,59 euro (bidello) ad un max di 13,11euro (prof delle superiori ).
Come dire che gli stipendi nel pubblico impiego non solo non cresceranno ma subiranno anche un taglio sull’inflazione programmata. Insomma, almeno per il pubblico impiego sarà una piccola Grecia.
E non solo. Il famoso 30% dei risparmi sui tagli agli organici che ammontano a oltre 2 Miliardi, e quindi 6-700 milioni di euro che la Gelmini voleva destinare ai prof più meritevoli, saranno inghiottiti interamente a coprire il debito, con la manovra voluta da Tremonti .
E così l’art.64 della L.133/08 se ne va letteralmente in fumo e con esso vanno in soffitta contemporaneamente la riforma della contrattazione nel pubblico impiego, quella non firmata dalla CGIL, il decreto Brunetta almeno nella parte merito, premialità e carriera e quindi anche il tanto atteso DPCM che doveva costituire un percorso tutto riservato per la categoria degli insegnanti.

Si sa che “senza denari non si canta messa” e francamente l’indennità di vacanza contrattuale da sola non basta nemmeno a difendere i magri stipendi dall’inflazione.

E così Tremonti in un colpo solo ha fatto fuori le uniche… chiamiamole pure riforme, varate dal Governo Berlusconi: riforma della contrattazione e riforma del pubblico impiego…

Pare che anche la stessa riforma del federalismo se la sta vedendo un po’ male e sarà costretta ad arenarsi sulle spiagge del federalismo demaniale. Sempre per mancanza di fondi.
Della riforma Brunetta-Gelmini, tolta la carota dei premi e della carriera, resterà soltanto il bastone dell’inasprimento delle delle sanzioni disciplinari contro i fannulloni.
Bastone e tagli e scusate se è poco.
Ai tagli già in essere, 8 Miliardi nella scuola per il triennio (2009/11) varati con la L.133/08 si aggiungeranno i cosiddetti tagli orizzontali del 10% delle spese di tutti i Ministeri dell’attuale manovra.
Colpendo le spese correnti, si colpiranno nelle scuole ancora una volta le spese di funzionamento e quelle per le supplenze.
Quanti speravano in un rapido rientro dei crediti vantati dalle scuole (1 Miliardo circa) nei confronti di viale Trastevere, se lo può scordare. Forse quei soldi non arriveranno mai e le scuole dovranno ancora di più arrangiarsi… chiedendo aiuto alle famiglie, cioè mettendo le mani nelle tasche degli italiani.
Se guardiamo a come stanno riducendo le scuole italiane, almeno fino al 2013, se non è proprio Grecia… poco ci manca.

ScuolaOggi 29.05.10

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Statali in fuga verso la pensione. Ma la scuola ha una ‘finestra’ sola.

Il testo definitivo dei provvedimenti che comporranno la manovra di aggiustamento dei conti pubblici non c’è ancora, ma i suoi effetti si sentono già. Nel settore pubblico – riportano agenzie di stampa e quotidiani on line – è partita una corsa forsennata al pensionamento. Negli uffici e nei corridoi dei ministeri e delle altre amministrazioni non si parla d’altro. In particolare nella scuola, ma anche fra i magistrati e negli enti pubblici.

Davanti agli uffici che distribuiscono i prospetti pensionistici, in qualche momento si è formata la coda, magari anche solo per chiedere informazioni. Tutti vogliono capire quanto prenderebbero andando via ora, evitando così la rateizzazione della buonuscita (fino a tre anni) prevista dal decreto legge che arriverà in Gazzetta Ufficiale la prossima settimana.
L’allarme pare stia già spingendo molti dipendenti, ma soprattutto alti dirigenti, a presentare la domanda di pensionamento. Secondo numeri che si fanno in ambienti sindacali, solo al Ministero dell’Istruzione in poche ore sarebbero sette le nuove richieste, mentre al ministero dell’Economia tra ieri e oggi sarebbero pervenute dieci domande.
Numeri complessivamente destinati ad aumentare. Ne sono convinti i sindacati: “Chi può farlo scappa, – dicono – è una corsa contro il tempo, per far sì che la domanda venga accolta prima che il decreto legge contenente la manovra sia pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, e quindi non incappare nelle nuove norme con la rateizzazione fino a tre anni della liquidazione”.
La ‘corsa’ riguarderebbe, in particolare, professori universitari, alti burocrati dello Stato e degli enti pubblici non economici.
“L’insieme delle misure inaccettabili sulle liquidazioni e le nuove finestre – commenta il coordinatore settori pubblici Cgil, Michel Gentile – sta determinando la corsa verso la pensione. Nel 2010, quindi, l’effetto potrebbe non essere quello previsto. L’unico settore che rischia di essere penalizzato senza poter trovare soluzione è la scuola che ha una sola finestra, a settembre, e le domande si presentano a gennaio”.

da Tuttoscuola 29.05.10

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Flc-Cgil: il blocco tocca 254.000 lavoratori

Si va precisando la portata della manovra finanziaria. Secondo la Flc-Cgil il blocco dell’anzianità, previsto dalla manovra 2010 per i prossimi tre anni, toccherà 254.000 lavoratori nel comparto della conoscenza tra insegnanti e personale tecnico e amministrativo,

In pratica, nota la Flc, la carriera del personale viene allungata di tre anni per legge, e si traduce in minori entrate. Ad esempio un collaboratore scolastico neo assunto, che guadagna 14.900 lordi l’anno, per effetto del blocco ne perde 290 euro; un docente di scuola elementare a metà carriera, con uno stipendio di 23.000, ne perde 1.878; un docente di scuola superiore con 34 anni di servizio, che guadagna 32.000 euro, perde 1.560 euro l’anno.

da Tuttoscuola 29.05.10