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"I nuovi tecnici? Da rifare", di Carlo Forte

Una bocciatura e un rinvio. È il bilancio dell’attività di valutazione effettuata dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione, rispettivamente, sui decreti che tagliano le ore negli istituti tecnici e professionali e sull’analogo provvedimento che rielabora le classi di concorso delle secondarie. Il procedimento dei emanazione dei regolamenti ministeriali prevede, infatti, che prima dell’emanazione il ministero debba acquisire il parere del parlamentino dell’istruzione. E sebbene non vincolante, tale parere va tenuto nel debito conto. Perché in sede di contenzioso può costituire un’arma molto efficace per demolire i provvedimenti, quando essi contengono vizi di legittimità già evidenziati in sede consultiva e non successivamente sanati.

Taglio delle ore

La bocciatura senza appello riguarda i decreti emanati dal ministero del ridurre le ore di lezione nelle classi intermedie dei tecnici e dei professionali, che partono già da quest’anno. Secondo il consiglio nazionale della pubblica istruzione si tratta di interventi attenti al solo contenimento della spesa e non indirizzati a tenere fermo il raccordo dei modelli organizzativi della didattica con i risultati di apprendimento.

I decreti interministeriali andrebbero anche oltre la ratio dei tagli «e si pongono come elemento di disturbo del processo di riforma degli istituti tecnici e professionali, perché non ne consentono una sistematica attuazione».

Il parlamentino dell’istruzione ha criticato anche le modalità individuate per operare i tagli nei percorsi maxi-sperimentali «che crea inevitabilmente ulteriori elementi di divaricazione tra i diversi percorsi e le discipline individuate dalle scuole interessate». Il Cnpi ha evidenziato, inoltre, che i provvedimenti in esame sono «destinati a generare confusione e disorientamento nell’intera comunità scolastica». E ci sarebbe anche il rischio di una frammentazione dell’offerta formativa e di una gestione approssimativa dei percorsi di studio, «a tutto danno degli alunni».

Classi di concorso

L’altro provvedimento al vaglio del parlamentino dell’istruzione era il decreto sulle nuove classi di concorso, che dispone l’adeguamento delle qualifiche dei docenti, suddivise per discipline o gruppi di discipline, in vista dell’entrata regime della riforma. Su questo decreto l’organo consultivo ha dato parere favorevole, a patto che l’amministrazione si adegui ad alcune indicazioni. Iil Cnpi per esempio ha ricordato all’amministrazione che la disciplina delle utilizzazioni dei prof soprannumerari o in esubero è materia contrattuale. E quindi ha chiesto la cancellazione dell’articolo del regolamento che se ne occupa.

da Scuola Oggi 31.08.10